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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliParigi. Diego Rivera, José Clemente Orozco, David Alfaro Siqueiros, i «Tre grandi» del muralismo messicano, e naturalmente Frida Kahlo: spesso il panorama dell’arte moderna del Messico viene ridotto a questi celebri nomi. Senza togliere nulla all’importanza dei quattro grandi artisti, la mostra «Mexique, renaissances. 1900-1950», che apre domani alle Galeries Nationales del Grand Palais, e si tiene fino al 23 gennaio, allarga la visione e la innova, presentando una settantina di artisti, alcuni dei quali meno noti in Europa. Come, per esempio, gli esponenti dello «stridentismo», movimento ispirato al Futurismo italiano, tra cui Ramón Alva de la Canal, Germán Cueto e Fermín Revueltas. O artisti vicini agli ambienti surrealisti, come Juan O’Gorman, Manuel González Serrano e il fotografo Manuel Álvarez Bravo.
Il curatore della mostra Agustín Arteaga, direttore del Museo Nacional de Arte di Città del Messico, spiega come l’arte messicana del XX secolo pur essendo strettamente legata alle avanguardie europee, paradossalmente, è riuscita a differenziarsi e a conservare la sua originalità: «Questo progetto, osserva il curatore, si fonda sull’idea che l’arte messicana non ispirava a far parte delle avanguardie europee ma a sviluppare la sua propria avanguardia. Gli artisti messicani, gran parte dei quali si sono stabiliti a Parigi nei primi anni del secolo scorso, tornarono nel loro paese con l’idea di creare un’arte nazionale che, alimentandosi nel passato, sarebbe stata utopicamente rivolta verso il futuro, facendosi portavoce degli ideali rivoluzionari».

Diego Rivera, Ritratto di Adolfo Best Maugard. Foto © Francisco Kochen,© 2016 Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust, Mexico, D.F Adagp, Paris

Diego Rivera, Ritratto di Angeline Beloff © Schalkwijk, Dist. RMN-Grand Palais image Schalkwijk Archive © Museo Nacional de Arte © 2016 Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust, Mexico, D.F Adagp, Paris

La mostra «Mexique, renaissances. 1900-1950» al Grand Palais. In primo piano, «Lutto per Zapata» di Francisco Arturo Marín , 1957. Foto di Luana De Micco
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