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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl lungo e importante cantiere di ristrutturazione del Musée des Beaux-Arts di Digione arriva a conclusione. Dopo più di dieci anni di lavori, il museo, uno dei più antichi in Francia (è stato inaugurato nel 1799, pochi anni dopo il Louvre, nato nel 1793), riapre al pubblico, completamente ripensato, il 17 maggio. Le prime riflessioni sul recupero risalgono al 2000. C’era tutto da rifare: ampliare gli spazi d’esposizione, ripensare il percorso museografico, migliorare le condizioni di conservazione delle opere, modernizzare l’accoglienza del pubblico e restaurare e mettere a norma il palazzo.
La complessità del progetto era anche legata alla natura stessa del museo, che occupa l’antica residenza dei duchi di Borgogna (fino al 1477), poi diventata sede dei Governatori della Borgogna. Un palazzo in cui si sovrappongono epoche e stili, con la Tour Philippe Le Bon del 1450 e le sale in stile classico e la place Royal, opere di Jules Hardouin-Mansart.
Nel 2005, il progetto è stato affidato agli Ateliers Lion Architecture Urbanistes dell’architetto Yves Lion, mentre il recupero delle parti storiche è a cura dell’architetto del patrimonio Eric Pallot. Per rendere possibile l’intervento, le circa 130mila opere della collezione sono state trasferite in nuove riserve costruite alla periferia della città.
Tra il 2007 e il 2014 sono state inventariate e studiate. Circa mille opere sono state anche restaurate. I lavori veri e propri, per un budget di 60 milioni di euro (di cui 16,6 finanziati dallo Stato), sono stati realizzati in due tempi, la prima fase nel 2011-13, la seconda nel 2016-19. Un cantiere importante ha riguardato il tetto, con le 160mila tegole ritirate una per una per permettere il consolidamento della struttura e poi riposizionate. Gli scavi hanno permesso di portare alla luce alcune vestigia medievali, come un antico cunicolo che nel XV secolo permetteva a Carlo I di Borgogna «il Temerario» di passare dal suo guardaroba allo studio.
Lo spazio d’esposizione è stato portato a 4.200 metri quadrati. Il nuovo percorso permanente, cronologico (dal Medioevo al XX secolo) e tematico, in 50 sale e 8 sezioni, allestisce ormai 1.500 opere. Digione conserva opere di Bassano, Veronese, Vasari, de la Tour, Delacroix, fino a Picasso, Dufy, Delaunay e Alberto Magnelli.
Al primo piano si trova la «sala delle tombe», con i monumenti funerari di Filippo II di Borgogna «l’Ardito» (costruito nel 1386-1411) e di Giovanni «senza paura» di Borgogna e Margherita di Baviera (1443-70), famosi per le statue di «pleurants» (piangenti). Una mostra di Yan Pei-Ming, dal titolo «L’uomo che piange», accompagna l’inaugurazione (fino al 23 settembre).

Il Palazzo dei duchi di Borgogna a Digione, sede del Musée dess Beaux-Arts. Foto di Luana De Micco

Una delle sale del Musée des Beaux-Arts con il nuovo allestimento. Foto: Ateliers Lion Associés
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