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La «Maestà» di Cimabue dalla Basilica bolognese di Santa Maria dei Servi

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La «Maestà» di Cimabue dalla Basilica bolognese di Santa Maria dei Servi

Restauro concluso, la «Maestà» di Cimabue torna in mostra

Stefano Luppi

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Bologna. «Restaurare Cimabue, spiega emozionato il restauratore Camillo Tarozzi, è stato davvero unico, perché non siamo freddi chirurghi e nel nostro lavoro mettiamo coinvolgimento emotivo». Ieri, presso la Fondazione Raccolta Lercaro, è stata presentata la fine dei lavori di restauro di uno dei principali capolavori conservati in città, la Maestà di Cimabue (1240 ca-1302) della basilica di Santa Maria dei Servi. Una icona artistica del XIII secolo (per il direttore del restauro Franco Faranda un «dipinto grazie al quale avviene un cambio di passo, il primo esempio verso l’umanizzazione della figura sacra») che ora resterà per tutto aprile esposta nel Museo Diocesano di via Riva di Reno prima di tornare nel suo luogo originario. La tavola rappresenta infatti Maria secondo un’iconografia tipica della metà del Duecento, derivante dalla pittura orientale: la madre di Dio, vestita con una tunica color porpora celata da un grande manto blu (il «maphorion») che avvolge tutta la sua figura, è seduta su di un grande trono di legno intagliato e regge tra le braccia il figlio Gesù, posto in piedi sulla gamba sinistra della madre e rivolto verso di lei, a cercarne l’abbraccio.

I restauratori hanno rilevato i numerosi problemi e ridipinture che caratterizzano l’opera e sostanzialmente l’hanno liberata da questi interventi «recenti» e marginalmente integrata in alcune parti, piccole ma significative per l’integrità di lettura del dipinto come il velo sul capo della Vergine. Il restauro è stato sostenuto da Fondazione Carisbo e da Genus Bononiae (quest’ultimo ente lo scorso anno l’ha ospitata nella mostra «Da Cimabue a Morandi. Felsina pittrice» a Palazzo Fava).

Venerdì 22 aprile alle 20.45 Andrea Dall’Asta S.I., direttore della Raccolta Lercaro, terrà un incontro teso a porre in luce gli aspetti artistico-teologici della «Maestà».

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Stefano Luppi, 05 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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