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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliUna mostra inusuale, intitolata «Knock Knock Knock. Guardiani di ferro dalla collezione Cesati», a cura di Alessandro Cesati con testi di Stefano Salis e Carlo Donà e fotografie di Massimo Listri, accoglie dal 14 settembre al 6 gennaio 2026 i visitatori del Labirinto della Masone presso la Fondazione Franco Maria Ricci di Fontanellato (Pr): l’esposizione presenta la collezione, unica al mondo, di picchiotti da porta o battenti e batacchi che dir si voglia, raccolta nel corso degli ultimi cinquant’anni dagli antiquari Fiorenzo e Alessandro Cesati.
I 65 pezzi esposti, datati tra i secoli XIV e XVIII e prodotti principalmente in Italia e in Spagna oltre che in Francia, Austria e Germania, risultano sorprendenti per la perizia tecnica con cui il ferro è forgiato e lavorato per dare vita a figure animali e umane e a elementi vegetali, esaltati anche dall’allestimento firmato da Maddalena Casalis ed Elisa Rizzardi.
Alessandro Cesati, con la sua galleria specializzata in sculture e oggetti d’arte europei dal Medioevo al XX secolo, è presente di frequente al Tefaf di Maastricht e alla Biennale dell’antiquariato di Firenze, e al Labirinto si presenta in veste di curatore e collezionista: «L’esordio della collezione dei picchiotti da porta, ci spiega, risale a circa cinquant’anni fa: intorno alla metà degli anni Settanta mio padre Fiorenzo aveva infatti cominciato a raccogliere in maniera costante e sistematica ferri antichi di ogni genere, dai più semplici ai più raffinati con l’obiettivo non solo di costruire una raccolta, ma anche di padroneggiare la conoscenza di una materia affascinante come il ferro. Esso, nel corso dei secoli a partire dal Medioevo, era stato utilizzato per un’infinita gamma di oggetti d’uso e di manufatti artistici, con esiti diversissimi e spesso sorprendenti, in un caleidoscopio di forme e funzioni davvero straordinarie. Fin da ragazzo questi “misteriosi” oggetti avevano fortemente colpito l’immaginazione di mio padre che li vedeva pendere sulle porte degli antichi palazzi nobiliari di tutta Italia, scatenando la sua prima grande curiosità per questa tipologia di manufatti artistici, e per il ferro in senso più generale». Da lì la nascita della collezione oggi esemplificata in mostra: «È composta da alcune centinaia di esemplari, frutto di diversi decenni di ricerca, con acquisizioni costanti e regolari a livello nazionale e internazionale. Il criterio con cui sono stati scelti i picchiotti per la mostra è essenzialmente qualitativo: si tratta di 65 pezzi, certamente i più ricchi e sofisticati di tutta la raccolta e con uno specifico tratto distintivo che li accomuna, quello di essere tutti in toto o in parte “figurati”. In quanto opere in ferro forgiato, sagomato e decorato, ciascuno di questi bellissimi picchiotti è inequivocabilmente un pezzo unico che al di là della sua funzione pratica contiene in sé un altrettanto inequivocabile valore scultoreo».

Massimo Listri, «Palazzo Reale III, Venezia 2022»