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Gustav Klimt, «Ritratto di Elisabeth Lederer», 1914-16 (particolare)

Courtesy of Sotheby’s

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Gustav Klimt, «Ritratto di Elisabeth Lederer», 1914-16 (particolare)

Courtesy of Sotheby’s

Per uscire dalla crisi, le major puntano sulle collezioni griffate

Tra i capolavori spiccano Klimt, Picasso e Van Gogh. E intanto Christie’s festeggia i 25 anni delle «Italian Sale» con un imprenditore milanese che amava la Transavanguardia

Alberto Fiz

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La morte ti fa bella. E soprattutto ricca. Dramma per pochi e felicità per molti, il caro estinto ha da sempre fatto la fortuna del mercato. Non a caso delle «quattro D», la più ambita è sicuramente «Death» seguita da «Divorce», «Debt» e «Disaster». Ed è probabile che siano già cominciate le grandi manovre per accaparrarsi la collezione di Giorgio Armani che di sicuro custodisce due ambite opere di Henri Matisse e Andy Warhol

In una fase estremamente complessa per tutto il settore, con una crisi che dura da 2 anni, appare quanto mai necessario liberare gli investitori dalla depressione e l’unico modo per convincerli a reagire è farli di nuovo sognare. Così la stagione autunnale si preannuncia ricca di colpi di scena grazie alla presenza di collezioni griffate dall’eco straordinaria. La più nota è certamente quella di Leonard Lauder, figura centrale del sistema museale americano, con munifiche donazioni al Metropolitan e al Whitney di New York, scomparso il 14 giugno scorso all’età di 92 anni. Immediata è stata la rincorsa delle major per un gruppo di opere che dovrebbe valere intorno ai 400 milioni di dollari. Dopo aver fatto ponti d’oro agli eredi a suon di garanzie con abbondanti sconti sulle commissioni, l’ha spuntata Sotheby’s che il 18 novembre venderà a New York nella nuova sede al Breuer Building la supercollezione realizzata dal magnate della cosmetica. E le condizioni per dare una scossa al mercato ci sono tutte, se non altro per la presenza del capolavoro di Gustav Klimt «Ritratto di Elisabeth Lederer» che ha una valutazione di 150 milioni di dollari e dovrebbe con facilità superare il precedente record raggiunto dalla «Signora con ventaglio», l’ultimo ritratto realizzato dall’artista prima della sua prematura scomparsa, che il 27 giugno 2023 da Sotheby’s a Londra ha fatto fermare il martello del banditore a 108,8 milioni di dollari. Ma del pittore austriaco non mancano neppure i paesaggi, ben due, in una vendita che presenta anche dipinti di Henri Matisse, Edvard Munch e Agnes Martin

Sempre a New York, Sotheby’s presenta un altro gruppo di testimonianze storiche proveniente dalla mitica coppia formata da Cindy e Jay Pritzker, proprietari della catena di alberghi Hyatt e fondatori del celebre premio di architettura che porta il loro nome. Cindy è scomparsa il 15 marzo scorso all’età di 101 anni ed ecco che pochi mesi dopo viene apparecchiata l’asta con 37 opere e un valore complessivo di 150 milioni di dollari di cui 40 milioni destinati a «Romans parisiens (Les livres jaunes)» di Vincent van Gogh, un dipinto di grande fascino acquistato nel lontano 1988 nell’incanto di Christie’s a Londra per 7,1 milioni di sterline. Sebbene la stagione autunnale veda Sotheby’s in prima linea, Christie’s non sta a guardare e durante le vendite newyorkesi di novembre propone la collezione di Elaine Wynn, la regina di Las Vegas, scomparsa il 14 aprile scorso a 82 anni dopo aver gestito con il marito Steve (si è sposata con lui due volte per poi divorziare definitivamente con una buonuscita di 740 milioni di dollari) il business dei casinò. Le sue opere hanno un valore minimo di 75 milioni di dollari e spaziano da un paesaggio di William Turner valutato 12-18 milioni di dollari a un ambiguo dipinto di Lucian Freud, «The Painter Surprised by a Naked Admirer» in vendita per 15-25 milioni di dollari

Sono poi 80 le opere provenienti da un’altra coppia di collezionisti, Robert e Patricia Ross Weis, meno glamour degli altri ma non certo con un patrimonio inferiore. La loro raccolta in vendita da Christie’s a New York ammonta a 180 milioni di dollari in un viaggio tra le avanguardie che coinvolge Henri Matisse, Piet Mondrian, Joan Miró, Giorgio Morandi e soprattutto Pablo Picasso e Mark Rothko presenti con due opere valutate rispettivamente 40 e 50 milioni di dollari. Anche l’Italia ha il suo nome da mettere in bacheca ed è proprio Christie’s a proporre dieci dipinti di Alessandro Grassi, proprietario di Colorama, azienda specializzata in inchiostri tipografici, che negli anni Ottanta ha avuto un ruolo significativo sostenendo in particolare la Transavanguardia e il ritorno della pittura: «Sono un antiminimalista, diceva. Compro solo ciò che mi provoca una forte emozione». Collezionista appassionato e perfino bulimico, aveva centinaia di opere acquistate generalmente in galleria con un’attenzione specifica per i più giovani che esponeva a Milano in uno spazio aperto al pubblico. Ora la casa d’aste britannica ne propone una ristretta selezione esposta nel 2018 al museo Pecci di Prato nella mostra «Codice colore».

Insieme a New York, dove fa la sua comparsa «Jackie» di Andy Warhol da 650-850mila dollari e Londra, con due tele di Alex Katz, cinque lavori vengono proposti a Parigi il 23 ottobre durante la Thinking Italian. Tra questi, «Grande Quadro Equestre Italiano» di Mario Schifano, del 1978, in vendita a 150-200mila sterline, la stessa cifra di «Senza titolo (Il mondo è un insieme di particolari...)», raro arazzo a quattro mani nato dalla collaborazione tra Alighiero Boetti e Mimmo Paladino. La collezione Grassi tuttavia non è l’unico motivo d’interesse della Thinking Italian che eredita la tradizione delle «Italian Sale» organizzate da Christie’s a Londra sin dal 2000 a conferma di un fenomeno che ha avuto un impatto determinante sulla diffusione dell’arte italiana all’estero. E se Sotheby’s (ha organizzato la prima Italian Sale nel 1999) ha cambiato strategia preferendo disseminare il Made in Italy in un contesto più allargato, la diretta rivale rimane fedele alla formula originale sebbene  il numero di opere si sia ridotto. Tra i top lot del 23 ottobre, nei giorni di Art Basel Paris, compare anche «Ammazzare il tempo», coloratissimo arazzo in tre parti di Boetti proposto a 1-1,15 milioni di euro seguito da «Le Matelas» (1,5-2 milioni di euro) di Domenico Gnoli, dove un comune materasso sembra espandersi nello spazio creando un senso di profondo di straniamento. Se Lucio Fontana è presente con un piccolo taglio su fondo azzurro da 200-300mila euro, nell’ambito dell’Arte Povera spicca «Trecento milioni di anni» di Giovanni Anselmo, un evocativo intervento su antracite offerto a 150-200mila euro. Tra i classici, non manca nemmeno un raro disegno di Giacomo Balla del 1912 disponibile a 80-120mila euro.

Alberto Fiz, 18 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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