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Matteo Mottin
Leggi i suoi articoliPer la mostra inaugurale del Castello di Rivoli (To) «Ouverture», del 1984, Rudi Fuchs commissionò un’opera a Lawrence Weiner, un enunciato che da una delle pareti del Museo recitava: «ISCRIZIONI DI LETTURA (DI UN CERTO TIPO): ISCRITTE SOPRA FINO A UN CERTO PUNTO INSERITE». Il direttore Francesco Manacorda, in occasione del 40mo compleanno del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, inaugura un nuovo programma dal titolo «Inserzioni», direttamente ispirato al contenuto della frase di Weiner: inserire ogni sei mesi nelle sale del non finito juvarriano, e nella narrazione museale della collezione permanente che queste ospitano, nuove opere appositamente commissionate, a creare una mostra in continua evoluzione. In questa prima fase del progetto il Castello ospita, sino al prossimo febbraio, le «inserzioni» di Guglielmo Castelli (Torino, 1987), Lydia Ourahmane (Saïda, Algeria, 1992) e Oscar Murillo (La Paila, Colombia, 1986).
Castelli, oltre a sei nuovi dipinti, presenta una nuova serie di sculture, 10 maquette a forma di tavolo, ciascuna un’invenzione di delicati interventi su carta, sagomata e dipinta sui due lati a creare una composizione tridimensionale. Queste sono a loro volta disposte su due lunghi tavoli che occupano l’intera sala, dominata da un monumentale dipinto che ai lati si incastra precisamente tra le decorazioni di due porte, trasformando l’intero spazio in cornice. La mostra è congegnata sulle cromie della sala e sul modo in cui questa accoglie la luce naturale: i dipinti hanno le tonalità del pavimento in resina, delle pareti, dei marmi; sulla parete di fronte alle finestre sono esposti i dipinti più chiari, su quella opposta i dipinti di tonalità più scura, come se li guardassimo in controluce.
Lydia Ourahmane ha usato il perimetro della sala degli specchi di Pistoletto come uno spartito, riportando sulle pareti una composizione musicale in linguaggio braille, pensata per essere eseguita da tre cantanti con disabilità visive: durante l’opening, ciascun interprete ha seguito il rigo con le dita, intonando un brano composto dalla sorella dell’artista, Sarah Ourahmane. Più in alto, nella sala, tre binari ospitano altrettanti speaker, che si muoveranno alla stessa velocità degli esecutori durante la performance, riproducendone il canto.
Oscar Murrilo, al secondo piano, presenta un’opera monumentale, una superficie dipinta di 150 metri quadrati. Il lavoro è composto da tessuti disegnati da bambini di tutto il mondo, tele con cui l’artista dal 2013 riveste i banchi delle scuole medie a registrare, come un sismografo, i pensieri dei giovani nel loro primo periodo di formazione. L’opera è installata orizzontalmente a 75 centimetri dal pavimento, e si può esplorare scivolandovi sotto con dei lettini a rotelle e indossando una torcia sulla fronte, come speleologi che strisciano in una grotta. Ogni visitatore, non potendo avere uno sguardo complessivo sull’opera, è invitato a costruire un suo personale percorso in questo immenso non finito, una modalità di visione che fa eco alla costruzione in divenire di «Inserzioni».

Adji Dieye, «Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly», 2021, nella mostra «Inserzioni» al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino, 2025. Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino. Photo: Sebastiano Pellion di Persano

Oscar Murillo, «A see of history», 2025, nella mostra «Inserzioni» al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino, 2025. Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino. Photo: Sebastiano Pellion di Persano