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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliTolosa. La «Giuditta che decapita Oloferne», scoperta nel 2014 in una soffitta di Tolosa e che alcuni specialisti attribuiscono a Caravaggio, sarà venduta all’asta il 27 giugno dalla maison Marc Labarbe. Il quadro, fresco di restauro, è stato presentato ieri nei locali della galleria Colnaghi, a Londra, e prima dell’asta, all’Hôtel Saint Aubin di Tolosa, sarà esposto anche a New York a maggio.
L’opera mostra l’eroina biblica Giuditta che sgozza Oloferne mentre il sangue schizza, assistita dalla vecchia serva Abra, dal gozzo prominente. L’esperto parigino e mercante d’arte Eric Turquin, che ha potuto studiare il dipinto, presentato per la prima volta a Parigi nel 2016, non ha dubbi che si tratti di un’opera del Merisi, dipinto probabilmente a Roma tra il 1604 e il 1605. Secondo Turquin alcuni documenti ne attestano l’autenticità.
Tra questi, due lettere del 1607 al duca di Mantova in cui si descrive il quadro e il testamento di Louis Finson, pittore fiammingo molto vicino a Caravaggio, che alla sua morte, nel 1617 ad Amsterdam, lasciò una «Giuditta» del maestro all’amico e associato Abraham Vink. Secondo Turquin, il dipinto di Tolosa è l’originale che ispirò a Finson una copia conservata a palazzo Zevallos, a Napoli. Se esperti come Nicola Spinosi, Keith Christiansen e John Gash condividono l’analisi di Turquin, altri storici dell’arte, tra cui Gianni Papi e Mina Gregori, sono di diverso parere.
L’esposizione del quadro alla Pinacoteca di Brera nel 2017 aveva sollevato molte polemiche. Dopo la sua scoperta, l’opera era stata dichiarata «tesoro nazionale» per decreto ministeriale, dando allo Stato francese 30 mesi per effettuare ulteriori perizie e eventualmente farne l’acquisizione. Poi, a gennaio, Artprice aveva rivelato che Parigi ha rinunciato all’acquisto. Turquin stima la «Giuditta ritrovata» di Caravaggio a 170 milioni di dollari.
«Giuditta e Oloferne», il dipinto che alcuni specialisti attribuiscono a Caravaggio e che sarà venduto a Tolosa il 27 giugno © Marc Labarbe
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