Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Alessia De Michelis
Leggi i suoi articoli«Oggi vediamo realizzarsi un sogno che unisce arte e salute mentale in un percorso di bellezza condivisa. La collaborazione con artisti e curatori come Lorenzo Benedetti ci permette di restituire valore alla creatività come forma di cura, trasformando gli spazi della terapia in luoghi vivi, accoglienti e umani». Con queste parole, la dottoressa Stefania Calapai, presidente di Angelo Azzurro Onlus, ha condiviso il proprio entusiasmo di fronte all’inaugurazione del progetto di 3500cm², a cura di Lorenzo Benedetti, in collaborazione con A-Head Project e il sostegno del dottor Francesco Cro, responsabile del Centro di Salute Mentale di Vetralla.
È infatti in provincia di Viterbo che l’arte contemporanea è entrata concretamente in un luogo di cura, con una collezione permanente che, a partire dai Centri di Salute Mentale del Lazio, si diffonderà in tutta Italia. L’iniziativa unisce salute, partecipazione sociale e arte, con opere di Nicole Werner, Vladimir Radunsky, Sarina Scheidegger, Giulio Paolini, John Armleder, Carla Accardi, Ciprian Muresan e Hans Schabus, che con i loro linguaggi creano dialoghi tra due universi apparentemente distanti.
«Portare l’arte contemporanea nei Centri di Salute Mentale significa ridefinire i confini dello spazio espositivo, ha spiegato Benedetti. Con 3.500 centimetri quadrati, ogni artista racconta una visione che diventa parte del quotidiano, generando bellezza e riflessione dove più servono: nei luoghi della fragilità e dell’incontro». Avviato nel 2004 a Roma, il progetto prevede che ogni artista disponga di una superficie di 50x70 cm per la realizzazione di un lavoro in formato di manifesto, dispensato poi gratuitamente con l’intento di rendere l’arte contemporanea accessibile, inclusiva e democratica. Secondo 3500cm² ogni luogo può diventare uno spazio espositivo e ogni passante, un visitatore.
«Questo progetto dimostra come la cura possa uscire dagli schemi tradizionali e accogliere l’arte come risorsa terapeutica, ha commentato Cro. Il contatto quotidiano con le opere stimola nei pazienti una forma di benessere diversa, più intima, legata alla scoperta e alla bellezza».
Durante l’inaugurazione, sabato 28 ottobre, è stata distribuito il poster «Kant Can’t» (2005) di Rä di Martino, donato dall’artista romano a A-Head Project, che dal 2017 promuove la lotta allo stigma dei disturbi mentali e valorizzando la capacità dell’arte di stimolare riflessione, connessione e consapevolezza.
Prossimamente, 30 poster saranno posizionati in altre strutture laziali con annessa distribuzione dei medesimi al pubblico, per una rete di spazi di bellezza condivisa all’interno del sistema sanitario.

Il poster di Sarina Scheidegger

Il poster di Giulio Paolini
Altri articoli dell'autore
«Mapplethorpe Unframed» è il primo podcast del progetto «on Art. L’arte legge il mondo», ideato per creare dialoghi tra linguaggi artistici e temi d’attualità
Sul Balcon d’Honneur del Grand Palais una monumentale installazione firmata dall’artista giapponese fa da cornice a undici borse di «Artycapucines VII»
Presso The Drawing Hall, a Bergamo, il gesto minuzioso della penna Bic permette all’artista di ricopiare l’immagine, che diventa così riflessione politica, etica, esistenziale
Per un valore complessivo di 3 milioni di dollari, le opere, tra cui due requisite al Metropolitan Museum of Art, sono tornate nel loro luogo d’origine