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Courtesy Rebekka Deubner

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Courtesy Rebekka Deubner

Paris Photo 2025: il ritorno della fotografia nel cuore del Grand Palais

Con oltre 220 espositori, cinque settori tematici e un programma curatoriale rinnovato, la fiera di fotografia parigina trasformerà il Grand Palais in un crocevia globale di visioni storiche, sperimentazioni digitali e nuove prospettive artistiche

Monica Trigona

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Dopo anni di attesa, Paris Photo torna finalmente a casa. L’edizione 2025 della più importante fiera internazionale dedicata alla fotografia segna il suo grande ritorno al Grand Palais, scrigno neoclassico che per decenni ne ha custodito lo spirito. E lo fa in grande stile: 220 espositori provenienti da 33 paesi, 178 gallerie e 42 editori, con ben 58 nuovi partecipanti a confermare lo statuto internazionale di una manifestazione che non smette di sorprendere, interrogare e, soprattutto, rinnovarsi. La 28ma edizione di Paris Photo si presenta come un vero e proprio atlante visivo, capace di spaziare dalle pietre miliari della fotografia storica alle più ardite sperimentazioni del presente. L’impianto curatoriale è solido e articolato, suddiviso in cinque settori che coprono ogni angolo del panorama fotografico contemporaneo. Il Settore Principale, disposto lungo la navata centrale del Grand Palais, accoglie le gallerie più rilevanti del mercato internazionale, cui si affianca il Settore Prismes, dedicato a progetti su larga scala. L’ingresso di nuove gallerie internazionali, come Ayyam (Dubai), Crone (Vienna), Hafez (Jeddah), Isabel Hurley (Malaga) ed Eva Presenhuber (Zurigo), arricchisce ulteriormente la proposta, portando con sé sguardi nuovi e prospettive inedite.

Tra le novità più significative di questa edizione c’è il riposizionamento del settore Voices, ora situato nel cuore  della navata. Curato da Devika Singh e Nadine Wietlisbach, il progetto esplora due assi tematici profondi e attuali: il paesaggio, inteso come spazio fisico, politico e poetico, e i legami familiari, affrontati con delicatezza e urgenza. La centralità data a Voices conferma l’intento della Fiera di mettere la visione curatoriale contemporanea al centro del dibattito fotografico. Concepito da Nina Roehrs, il settore Digital continua a interrogare i confini tra fotografia e nuove tecnologie. Realtà aumentata, intelligenza artificiale, NFT e installazioni interattive popolano uno spazio che sfida il visitatore a ripensare cosa significhi “immagine” nel XXI secolo. A fare eco a questa tensione verso il nuovo, il settore Emergence, lungo la balconata, raccoglie venti mostre personali che evidenziano l’energia di una giovane scena francese in dialogo con artisti emergenti da Sudafrica, Messico, Venezuela e Sud Sudan. Una sezione vibrante, dove la fotografia si fa linguaggio vivo, strumento di identità, resistenza e rinascita.

 

Sophie Ristelhueber, «Pont Allenby #2», 2016. Courtesy the artist & Galerie Poggi

Guy Tillim, «Quelimane», 2007/2025. Courtesy the artist & Stevenson

Con 42 espositori, il Publishing Sector celebra l’oggetto-libro nella sua forma più pura: veicolo di pensiero, racconto intimo, documento e poesia visiva. Quest’anno, la collaborazione con Printed Matter per i nuovi Book Talks segna un punto di svolta. Per la prima volta, la Fiera apre un vero e proprio spazio di riflessione e confronto dedicato al libro fotografico e al libro d’artista, con incontri, dibattiti e presentazioni. 
Dal 2018, il programma Elles x Paris Photo ha lavorato per colmare un divario storico: la scarsa rappresentazione delle artiste donne nel mercato fotografico. Oggi, grazie all’impegno di questa iniziativa, curata quest’anno da Devrim Bayar, prossimo curatore capo del KANAL - Centre Pompidou di Bruxelles, la percentuale di fotografe esposte è passata dal 20% al 39%. Un dato che parla di un cambiamento strutturale, e della determinazione della fiera nel sostenerlo. 

Attorno all'esposizione, l’intera città si anima. Il programma «In Paris During Paris Photo» trasforma la capitale in un palcoscenico diffuso per la fotografia, con mostre nei musei, nelle fondazioni e nelle gallerie indipendenti. Le Conversations, i prestigiosi Book Awards, oltre 400 sessioni di autografi, e un nuovo dispositivo didattico realizzato con l’International College of Photography - incentrato sulle tecniche di camera oscura - completano un calendario denso e inclusivo. Paris Photo cerca così di affermare il proprio ruolo non solo all’interno del mercato, ma anche come spazio di memoria, interrogazione e riscrittura del nostro rapporto con il mondo. E sotto la cupola scintillante del Grand Palais, Parigi torna a essere, ancora una volta, la capitale mondiale dello sguardo.

Monica Trigona, 17 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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