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Un particolare degli affreschi in San Paolo Vecchio (Fe) con la Madonna con bambino

Un particolare degli affreschi in San Paolo Vecchio (Fe) con la Madonna con bambino

Ora c’è un modo per scoprire i tesori nascosti del pantheon dei ferraresi

In San Paolo Vecchio la realtà virtuale svela raffinati affreschi tre-quattrocenteschi ancora sconosciuti

Valeria Tassinari

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I promotori lo definiscono «un tuffo nel Trecento con la realtà virtuale» e l’effetto immersivo per un attimo fa davvero trattenere il respiro. Dentro alla Chiesa della Conversione di San Paolo, nel cuore della città di Ferrara, indossando il visore VR (Virtual Reality) sulla parete di fondo delle cappelle della navata laterale destra i nostri occhi sono attratti da un campo luminoso che apre un varco nel tempo e nello spazio, e ci porta direttamente di fronte a sguardi di personaggi sacri e profani che sappiamo essere rimasti segreti per secoli. 

Edificio monumentale di grande rilevanza storica, la chiesa è stata riaperta nella primavera 2024 a seguito dell’imponente restauro per i danni causati dal terremoto dell’Emilia, e ora, grazie a questa iniziativa che consente una nuova opportunità di fruizione con modalità innovative, si rivela ancor più uno scrigno di tesori. Con un nucleo originario risalente al X secolo, più volte rimaneggiata e ora leggibile nelle sue forme tardorinascimentali, la chiesa è, infatti, un luogo in cui si è stratificata la storia della comunità estense, che la considera il pantheon dei ferraresi illustri per la presenza di importanti sepolture, e ne ha esaltato la ricchezza decorativa attraverso l’opera di numerosi artisti del territorio tra cui Bastianino, Girolamo da Carpi, Domenico Mona e Scarsellino

Particolare emozione ha dunque suscitato in città la presentazione di questo progetto che, attraverso  tecnologie di ultima generazione, ha rimesso in luce una parete interamente affrescata di cui pochissimo si conosceva. Dopo oltre quattro secoli l’interno del muro perimetrale antico, occultato da interventi di ristrutturazione eseguito dopo il terremoto del 1570, rivela un affascinante scenario sul quale sono sedimentate pagine fondamentali della storia artistica, in massima parte inedite e sconosciute. 

Lo strumento di questa nuova indagine nasce da un progetto sviluppato da Assorestauro in collaborazione con l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio e la Parrocchia della Conversione di San Paolo, grazie ad un finanziamento Pnrr del Ministero della Cultura che ha consentito l’utilizzo di una strumentazione sofisticata, calata nello strettissimo spazio tra le pareti, per ricavare una scansione ad alta definizione degli affreschi. Lo svelamento attraverso tecnologie digitali dei dipinti dell’antica Chiesa di San Paolo Vecchio offre così un caso esemplare di applicazione delle digital humanities, perché evita la pura spettacolarizzazione consentendo comunque la restituzione agli studiosi e al pubblico di un tesoro segreto di immagini, unendo la precisione della scansione 3D all’esperienza di poter vedere nel visore qualcosa che è realmente e fisicamente molto vicino. 

Un particolare degli affreschi in San Paolo Vecchio (Fe) con il Ciclo Cosma Damiano

Gli affreschi celati dietro le cappelle di destra, anche se materialmente restano inaccessibili, sono dunque ora virtualmente fruibili da tutti. La suggestione è quella di portare lo sguardo molto vicino a una superficie stratificata da un palinsesto prezioso, che per la difficoltà di accedervi fino ad ora nessuno ha visto e studiato adegiatamente. Infatti, nonostante già nel 1991 Anna Maria Visser Travagli, allora direttrice dei Civici Musei d’Arte Antica di Ferrara, avesse rilevato la presenza di alcuni dipinti nascosti, l’unica scena di cui aveva pubblicato uno studio è il Miracolo della gamba dei Santi Cosma e Damiano, un’opera davvero singolare perché illustra il trapianto di una gamba di pelle nera su un malato bianco. 

Ora, attraverso ricostruzioni 3D, strumenti di ingrandimento e narrazione storica utilizzabili con il visore, che è disponibile e pienamente accessibile a tutti negli orari di apertura della chiesa, è facile percorrere un ponte che unisce i secoli, e, sebbene quella che si esplora sia un’immagine scansionata, la visita virtuale offre comunque un impatto emozionale particolare perché si svolge proprio lì, dove sappiamo che pochi centimetri di muro custodiscono dolci sguardi, dame rinascimentali, vivaci ritratti e ambientazioni prospettiche dai particolari raffinati che appaiono persino tangibili. 

Nella successione lineare di quattro cappelle appare una «straordinaria parete che sembra documentare l’intera parabola storica e artistica della Chiesa di San Paolo in età estense», tiene a sottolineare Barbara Giordano, storica dell’arte e membro dell’Ucs–Ufficio Comunicazioni Sociali diocesano, che segue il progetto culturale insieme a monsignor Massimo Manservigi. Oltre al già citato Miracolo della gamba, intorno al quale figurano anche altre scene tratte dalla vita dei santi Cosma e Damiano, con dettagli che sembrano uscire da una cronaca cortese e riportano all’ambito fiorentino del probabile committente, tra gli affreschi ancora in fase di studio spiccano una fascia dipinta a partiture geometriche, con le immagini di Cristo Redentore benedicente e di san Pietro con le chiavi in mano entro cornici polilobate, databili alla fine del Trecento. In prossimità cronologica con questi figurano una Madonna col manto blu, purtroppo «picchiettata» in epoca antica, ma ancora ben leggibile nella sua delicatezza, e un’altra Madonna con Bambino, ritenuta stilisticamente ascrivibile al Terzo Maestro di Sant’Antonio in Polesine, attivo a Ferrara alla metà del XIV secolo, una sofisticata figura della quale colpisce lo sguardo obliquo e tenerissimo, enfatizzato dalla fronte alta e dai tratti aristocratici. Infine la scoperta che davvero potrebbe aprire nuove prospettive di lettura sulla cultura ferrarese del Rinascimento: una Madonna annunciata databile al 1476, collocata sotto una tenda cilindrica di geometrica perfezione, che la stessa Barbara Giordano prudentemente ipotizza possa essere stata eseguita da un allievo o da un seguace di Piero della Francesca, e che sarebbe pertanto traccia dell’eredità lasciata dalla perduta attività ferrarese del grande pittore, che fu attivo in città ai tempi della splendente epopea di Lionello d’Este.

Un particolare degli affreschi in San Paolo Vecchio (Fe) con l’Annunciazione

Valeria Tassinari, 18 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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