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Per la nuova stagione espositiva, che si apre il 26 marzo e si chiuderà l’8 gennaio prossimo, Palazzo Te ha stretto una collaborazione esclusiva con Factum Foundation, leader internazionale nell’ideazione e applicazione delle nuove tecnologie alla conservazione dei beni culturali e alla museografia.
Le due mostre del 2022, entrambe sotto il segno dell’«Arte di vivere» nella corte dei Gonzaga, presenteranno i risultati di tecniche sofisticate di mediazione digitale applicate ai pezzi di ognuna di esse.
Nella prima, «Le pareti delle meraviglie. Corami di corte tra i Gonzaga e l’Europa» (dal 26 marzo al 26 giugno, curata da Augusto Morari, in cui sarà anche allestita una bottega di «maestro auripellario»), accanto a esemplari originali, prestati da grandi musei, di quei preziosi parati di cuoio decorato (i «corami», appunto) che, applicati sulle pareti, immergevano le sale dei palazzi in un mondo fiabesco di bellezza e di stupore, sarà presentata la grande riproduzione di uno quegli squisiti manufatti, conservato al Musée des Arts Décoratifs di Parigi (intrasportabile per la sua fragilità), realizzata da Factum Foundation digitalizzando l’originale con Lucida 3D Scanner e riproducendolo su cuoio: «qui, spiega al “Giornale dell’Arte” Stefano Baia Curioni, direttore di Fondazione Palazzo Te, si compie con la tecnologia digitale un procedimento inverso al consueto: anziché smaterializzare il reale, si ri-materializzano gli oggetti intrasportabili, o perduti».
È il caso anche degli argenti della mostra successiva, «Giulio Romano. La forza delle cose»,a cura di Barbara Furlotti e Guido Rebecchini, esposta dall’8 ottobre all’8 gennaio 2023, dove i disegni di Giulio Romano «diventeranno» materia. «La tecnica utilizzata per il “corame” di Parigi, prosegue Stefano Baia Curioni, consente di isolare i layer successivi di pelle bulinata, dorata, argentata, smaltata, con cui si realizzavano questi preziosi manufatti, che creavano nelle stanze un’atmosfera magica e cangiante, mutevole con la luce, e che comunicavano non solo lo status di chi viveva in quelle stanze, ma anche l’aura “ontologicamente” carismatica che allora avvolgeva la nobiltà.
Palazzo Te come lo vediamo oggi è frutto di un restauro settecentesco pensato già per gli occhi del visitatore del Grand Tour, con le pareti bianche per indirizzare lo sguardo alle pitture delle volte, ma quando ci vivevano i Gonzaga tutto era diverso. Lo stesso processo è utilizzato per le oreficerie e gli argenti perduti, o forse mai realizzati, disegnati da Giulio Romano (abbiamo però lo scudo di Carlo V, da Madrid, esposto con il suo disegno). I pezzi sono riprodotti con avanzatissime tecniche fotografiche e 3D».
La collaborazione con Factum Foundation prevede anche la digitalizzazione ad alta risoluzione delle celeberrime Camere dei Giganti e di Amore e Psiche e della Sala dei Cavalli. «Con i dati raccolti, spiega Stefano Baia Curioni, si potranno ricreare quegli spazi, con un livello di qualità altissimo, in mostre experience destinate a chi abita in Paesi lontani. Ma a partire da essi potremo anche realizzare ricostruzioni da utilizzare per una conservazione programmata».
La stagione 2022 di Palazzo Te, promossa dal Comune di Mantova, prodotta e organizzata dallo stesso Palazzo Te con il contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana e PIC, in sinergia con Mantova città d’arte e di cultura, presta come sempre attenzione anche alla formazione, con un fitto programma di eventi specifici: da maggio a settembre la Scuola di Palazzo Te proporrà quattro moduli di approfondimento teorico e pratico, con gli storici dell’arte Guido Rebecchini e Stefania Gerevini, il coreografo Virgilio Sieni, l’artista Stefano Arienti, il vetraio e mosaicista Lino Reduzzi e Carlos Bayod di Factum Arte, mentre il 6 maggio si terrà un convegno digitale, a cura di Barbara Furlotti e Guido Rebecchini, con alcuni tra i massimi esperti e studiosi internazionali di storia dell’arte e dell’artigianato. Ada Masoero

Pedro Miró opera uno scanner LiDAR per acquisire una mappatura precisa dell’ambiente e degli affreschi di Giulio Romano nella Camera dei Giganti © Oscar Parasiego for Factum Foundation

La Camera di Amore e Psiche di Giulio Romano e allievi. Foto Gianmaria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te

Stefano Baia Curioni, direttore Fondazione Palazzo Te
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