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Redazione
Leggi i suoi articoliIn relazione al provvedimento preso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), che ha inflitto una maximulta di 7 milioni di euro a CoopCulture, riceviamo dalla società cooperativa una dichiarazione che pubblichiamo di seguito.
CoopCulture respinge totalmente gli argomenti che compongono l’architettura del provvedimento di Agcm, che trova fondamento nella volontà di dare risposta alla pressione mediatica più che a fare chiarezza.
Ma non solo, la stessa tiene a precisare come, durante tanti anni di gestione di servizi presso molti luoghi di cultura di altrettanta rilevanza e complessità, non sia mai stata oggetto di qualsivoglia contestazione da parte delle istituzioni competenti, favorendo altresì una crescita dei visitatori e dei servizi a loro destinati.
Desta notevole perplessità apprendere che gran parte delle censure mosse riguarderebbero il biennio della pandemia, biennio nel quale, nonostante un’obbligata riduzione e contingentamento del monumento e l’assenza forzata dei turisti, il concessionario si è impegnato esclusivamente a garantire una continuità dei rapporti di lavoro e i servizi oggetto della concessione.
CoopCulture ribadisce che la gestione della vendita dei biglietti è stata condotta in stretta conformità con le direttive e le regolamentazioni imposte dalla Direzione del Parco Archeologico del Colosseo, nel pieno rispetto dell’atto di concessione e che è stato profuso un impegno costante nel contrasto all'utilizzo di bot e sistemi automatizzati per l'acquisto massivo di biglietti, implementando e aggiornando sistemi di sicurezza all’avanguardia.
«Abbiamo deciso, pertanto, di affidarci all’Autorità Giudiziaria, confidando totalmente nella Magistratura», dichiara la dottoressa Letizia Casuccio, Direttore Generale di CoopCulture.
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