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Roberto Mercuzio
Leggi i suoi articoliNel corso di una ricerca finanziata con fondi Prin 2022 Pnrr, i docenti Vincenzo Fiocchi Nicolai e Lucrezia Spera, ordinari di Archeologia cristiana e di Archeologia tardoantica del dipartimento di Studi letterari, filosofici e di Storia dell’arte dell’Università di Roma Tor Vergata, negli ultimi mesi hanno individuato, tra le vie Appia e Ardeatina, all’interno del comprensorio della catacomba di San Callisto, di proprietà della Santa Sede, una nuova chiesa funeraria di età costantiniana, del tipo «circiforme» (con le navate laterali che girano dietro l’abside, simile nella pianta ad un circo), la settima del suburbio romano.
Nella fattispecie la grande basilica, lunga 68 metri e larga 29, corredata di edifici annessi e circondata da vari mausolei, è databile tra gli anni Trenta e Quaranta del IV secolo e va identificata, molto probabilmente, con quella ricordata dalle fonti sulle tombe dei santi Marco e Marcelliano, che nel VII secolo era ancora visitata dai pellegrini.
Planimetria della nuova chiesa con i saggi effettuati
La ricerca, che ha impiegato metodologie non invasive (georadar, tomografia elettrica, magnetometria) in sinergia con lo scavo archeologico, effettuato su concessione del Ministero della Cultura ed eseguito per piccoli saggi diagnostici, è stata condotta in collaborazione con l’Università della Tuscia, che si è avvalsa delle professionalità dell’Italferr (del Gruppo Ferrovie dello Stato), azienda impegnata nelle pratiche dell’archeologia preventiva; alle attività archeologiche, altamente specializzate, hanno preso parte dottori di ricerca formatisi all’Università di Roma Tor Vergata.
Questo ritrovamento sarà una nuova occasione, per gli studenti iscritti ai corsi triennali e magistrali di archeologia e ai dottorandi della stessa Università, di partecipare, per affinare la propria formazione anche sul campo, agli scavi archeologici, che l’individuazione della nuova chiesa permette di programmare nel prossimo futuro.
Nella stessa area, infatti, per diversi anni e fino al 2013, un’estesa indagine archeologica diretta da Vincenzo Fiocchi Nicolai, che ha portato in luce un’altra chiesa dello stesso tipo (fondata dal papa del 336 Marco, lì sepolto), ha visto l’attiva partecipazione di intere generazioni di studentesse e studenti, che hanno potuto impegnarsi direttamente nelle operazioni di scavo e documentazione (rilievo, elaborazione delle schede stratigrafiche, catalogazione dei materiali), acquisendo abilità professionali consolidate grazie all’attività sul campo.
Lo scavo e lo studio degli inumati sono stati condotti con la proficua collaborazione del laboratorio di Antropologia del dipartimento di Biologia di Roma Tor Vergata (professoresse Olga Rickards e Cristina Martinez-Labarga).
La basilica di papa Marco, scavata tra il 1993 e il 2013. Foto: professoressa Lucrezia Spera
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