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Roberto Mercuzio
Leggi i suoi articoliNel corso dei lavori di restauro nell’ex Cappella di San Rocco, di proprietà comunale, a Navelli (Aq, comune di 600 abitanti ca all’estremità delle propaggini sud-orientali del massiccio del Gran Sasso d’Italia), lavori diretti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (Sapab) per L’Aquila e Teramo, sono tornate alla luce antiche testimonianze pittoriche a lungo rimaste nascoste.
Dopo la consegna dei lavori avvenuta lo scorso 7 ottobre, il primo sopralluogo dei tecnici Sapab ha consentito di documentare risultati di rilievo già dopo la prima fase di descialbo, effettuata dal restauratore Christian Seghetta, incaricato dell’intervento: intorno alla «Madonna in trono con Bambino», databile alla fine del XV secolo, già nota e visibile sulla parete a sinistra dell’ingresso, sono emersi una «Annunciazione» cronologicamente posteriore che la incornicia nella parte superiore, e una «Crocifissione» dipinta nella lunetta al di sopra, in parte tagliata dalla volta settecentesca.
Nella seconda campata, attorno a una nicchia con conchiglia e finto damasco, originariamente destinata ad ospitare la statua del santo a cui il sacello è dedicato, stanno riaffiorando scene delle storie di san Rocco, probabilmente strutturate su tre registri sovrapposti; per il momento è stata completamente rivelata la scena della morte del Santo.
L’intervento, sotto la direzione del funzionario storico dell’arte della Soprintendenza Antonio David Fiore, in squadra con i colleghi Tancredi Farina e Maria Fernanda Falcon Martinez, è finalizzato al recupero e alla valorizzazione dell’apparato decorativo della cappella, e fa parte del più ampio programma di tutela e conservazione del patrimonio storico-artistico diffuso nei centri del cratere aquilano.
«Le scoperte emerse a Navelli, ha dichiarato la soprintendente architetto Cristina Collettini, restituiscono alla comunità un importante frammento della memoria artistica del territorio. La qualità delle pitture e la loro articolazione iconografica confermano il valore della ricerca che accompagna ogni cantiere di restauro, capace di rivelare nuovi e sorprendenti capitoli della nostra storia».
«Il ritrovamento rappresenta un tassello importante per la ricostruzione storica e la dotazione artistica del nostro territorio, ha commentato Paolo Federico, sindaco di Navelli. Ancora una volta, il lavoro svolto dai professionisti della Soprintendenza ha consentito di strappare dall’oblio elementi importanti che di sicuro rappresenteranno un motivo di attrazione e soprattutto di maggiore comprensione della storia della nostra zona».
I risultati della prima fase di indagini saranno illustrati al pubblico sabato 25 ottobre dalle ore 10 alle ore 14. L’apertura straordinaria del cantiere è inserita nell’ambito del Progetto Radici, il piano di valorizzazione promosso annualmente dalla Soprintendenza.
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