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Giovanni Pellinghelli del Monticello
Leggi i suoi articoliFino al 27 giugno, Robilant+Voena presenta a Londra due quadri legati all’Italia e al bicentenario napoleonico, uno in prestito dalla collezione di Lord Rosebery a Dalmany House (e lì dal 1885). Sono i due primi ritratti di Napoleone e Joséphine coniugi, dipinti da Andrea Appiani nell’estate 1796, a pochi mesi dalle nozze (il 9 marzo) e durante il soggiorno del vincitore della Campagna d’Italia a Milano, dove si era fatto raggiungere dalla neomoglie.
Insieme formano una «postdatata» coppia di ritratti nuziali intessuti di simboli e allegorie. I due quadri sono riuniti per la prima volta da allora, perché già nel 1797 Lord Wycombe (politico whig fervente ammiratore di Napoleone) portò questo già trionfale ritratto di Napoleone a Londra, avviandovi una campagna politica a favore di Bonaparte quale pacificatore dopo gli eccessi della Rivoluzione.
Appiani ritrae un giovane Napoleone che, già consapevole del suo futuro imperiale ed esperto fruitore a fini propagandistici della cultura classica, detta al Genio della Vittoria la lista delle sue vittorie in Italia. Il ritratto di Joséphine ha declinazione tutta diversa: esplicito riferimento al suo amore per i fiori come simbolo di felicità coniugale e allegoria di speranzosa fertilità dinastica (aspettative entrambe deluse).

Andrea Appiani, «Napoleone Bonaparte con il Genio della Vittoria», 1796 (particolare). Courtesy of the Earl of Rosebery, Dalmeny House
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