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Una veduta dell’entrata della metro C dalla fermata Colosseo/Fori Imperiali

Foto tratta dal sito della metro C

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Una veduta dell’entrata della metro C dalla fermata Colosseo/Fori Imperiali

Foto tratta dal sito della metro C

Metro C, aperte le stazioni museali di Colosseo/Fori Imperiali e Porta Metronia

Durante i lavori sono emerse le prove che interi quartieri di età repubblicana erano stati interrati da Nerone per costruire la sua Domus Aurea

Gianfranco Ferroni

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Dalla nuova metropolitana, grazie a un «oculus», si vede l’Anfiteatro Flavio. A Roma sono state ufficialmente inaugurate le due nuove stazioni, dei veri e propri musei, della metro C di Colosseo/Fori Imperiali e Porta Metronia. Presenti al taglio del nastro il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri, il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e il ministro della Cultura Alessandro Giuli. Durante i lavori, ecco le prove che interi quartieri di età repubblicana erano stati interrati da Nerone per costruire la sua Domus Aurea. Perfettamente conservate, le case dei romani risalenti al II e al I secolo a.C. sono state scoperte durante gli scavi per la nuova fermata Colosseo. Le terme private di una delle domus, probabilmente appartenente a un facoltoso romano, sono state portate al centro della stazione, dove sono esposti anche i moltissimi reperti trovati all’interno. «Lo scavo è stato fatto per il pozzo della metro C», ha sottolineato Francesca Gherardi, funzionario restauratore del Parco Archeologico del Colosseo. Le terme della domus repubblicana sono state scavate e portate nei depositi, poi restaurate, mantenute e ora trasportate nella nuova archeo-fermata. «Non è esattamente nel posto dove sono state trovate, una zona residenziale che stava tra le pendici del Colle Oppio e la Velia», ha aggiunto. 

Intorno alla struttura, un allestimento museale mostra i reperti trovati all’interno della «colmata» fatta da Nerone. Si tratta di materiale votivo, piccoli oggetti e statuine, tra cui spicca una matrice per replicare una immagine di Eracle che le archeologhe si sono divertite a riprodurre in una serie fucsia, molto pop. Per Giuli, il risultato conseguito «è il prodotto di una bellissima collaborazione tra pubblico e privato e di un grande lavoro di maestranze. Si dice che Roma è una città impossibile e che l’archeologia è nemica della crescita. No, qui c’è la dimostrazione tangibile del fatto che la ragionevole presenza di tutto il mondo del Ministero della Cultura può esercitare al meglio la tutela dei beni per una crescita al servizio della comunità. È un bellissimo segnale. Noi garantiamo a tutti i soggetti istituzionali la nostra presenza fattiva sapendo che a Roma è possibile conciliare dialogo e rapporto tra antico e il presente. Il futuro è impaziente, Roma ha bisogno di collegamenti alla sua altezza e quello di oggi è un bel segnale che tende a smentire narrazioni su pigrizie e contrasti. È così che una città millenaria si trasforma nella città del futuro rimanendo sé stessa».

La fermata Colosseo/Fori Imperiali consente lo scambio tra metro B e metro C. La stazione si sviluppa su quattro livelli interrati e raggiunge i 32 metri di profondità, equivalenti a un palazzo di dieci piani sotto terra. Qui sono stati interessati circa 29mila metri quadrati di scavi archeologici. La costruzione ha richiesto soluzioni ingegneristiche d’avanguardia in un’area dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco. Un sistema di diaframmi in cemento armato profondi fino a 48 metri ha racchiuso lo scavo, mentre un piano di monitoraggio con circa 30mila strumenti ha controllato in tempo reale lo stato dei monumenti circostanti. Da sottolineare la sinergia con il Ministero della Cultura e il Parco Archeologico del Colosseo, che ha portato alla redazione di un nuovo «Prontuario delle indagini archeologiche di seconda fase», integrando scavi e costruzione in un unico processo progettuale. Si tratta di una procedura ad hoc mirata a conciliare l’avanzamento dei lavori di costruzione con il rispetto e la salvaguardia dei beni archeologici rinvenuti. Per la prima volta in Italia, le metodologie di scavo archeologico sono state formalizzate all’interno di un’opera pubblica di questa scala. A Porta Metronia i volumi di scavo arrivano a 65mila metri cubi, con il ritrovamento di una caserma del II secolo e degli alloggi del comandante. Nonostante l’avvio del servizio, per l’apertura del museo di Porta Metronia sarà necessario attendere ancora diversi mesi. Il sito, che comprende la caserma di epoca romana, la Domus del Comandante e la Casa del Centurione, resterà chiuso e non accessibile al pubblico almeno fino alla prossima primavera.

Gianfranco Ferroni, 16 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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