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Gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti con le impalcature su cui i visitatori possono salire fino a fine gennaio

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Gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti con le impalcature su cui i visitatori possono salire fino a fine gennaio

Lo stato di salute dell’«Allegoria ed Effetti del Buono e Cattivo Governo»

Per iniziativa del Comune nella Sala dei Nove o della Pace del Palazzo Pubblico di Siena è in corso un progetto di diagnostica, valorizzazione e manutenzione conservativa dei celebri affreschi eseguiti da Ambrogio Lorenzetti nel 1338

Laura Lombardi

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Fino al 31 gennaio il cantiere dell’«Allegoria ed Effetti del Buono e Cattivo Governo» è accessibile al pubblico. Per iniziativa del Comune nella Sala dei Nove o della Pace del Palazzo Pubblico di Siena è in corso un progetto di diagnostica, valorizzazione e manutenzione conservativa dei celebri affreschi eseguiti da Ambrogio Lorenzetti nel 1338. Il soggetto è laico perché il ciclo è stato commissionato dal Governo dei Nove in carica dal 1287 al 1355, una delle principali magistrature della Repubblica di Siena che in quegli anni conosceva il suo massimo fulgore politico ed economico, con vari cantieri aperti in città tra cui il Duomo e il completamento della cinta muraria.

Il ciclo, che raffigura l’«Allegoria del Buon Governo» sulla parete nord, gli «Effetti del Buon Governo» sulla parete est e l’«Allegoria del Cattivo Governo» sulla parete ovest, è stato oggetto di numerosi restauri a partire dal Quattrocento fino a quello del 1986 eseguito da Giuseppe Gavazzi, Giovanni Cabras, Amedeo Lepri e Angelo Lombardini. Nel corso di quest’ultimo furono eliminati i materiali estranei aggiunti nei vari interventi precedenti. Specie negli anni Cinquanta infatti l’aggiunta di oli protettivi e di gommalacca avevano portato a un’alterazione notevole della superficie divenuta molto più scura e «sorda» che in origine.

Ad oggi l’affresco presenta nuove efflorescenze saline (nitriti e nitrati) specie nella parte alta dell’«Allegoria del Buon Governo» che confina con quella degli «Effetti»: ne consegue un forte rischio di disgregazione del colore. L’affresco del «Cattivo Governo» è quello che più ha sofferto nei secoli in quanto è stato eseguito con prevalenza di gesso anziché di calce, materiale che asciuga prima e permette quindi di andare avanti più rapidamente, ma che assorbe più umidità. Poiché lo stato di conservazione del ciclo, non è omogeneo la fase di diagnostica in corso si concentra sull’indagine storico-archeologica, con analisi petrografiche e chimiche, dell’intera superficie dipinta per la valutazione dei diversi fattori di alterazione.

La redazione della mappatura del degrado delle superfici (distacchi dell’intonaco, depositi di polvere, fessure ecc.)tramite rilievo fotografico metrico e analisi multispettrale, comparata con i dati della documentazione storica e in particolare delle risultanze emerse dai precedenti restauri, è la base imprescindibile per le azioni di tutela che costituiranno la fase successiva di restauro. Al lavoro è un pool multidisciplinare composto dal restauratore Massimo Gavazzi, dell’archeologa dell’architettura Nadia Montevecchi e da Andrea Sbardellati, che si occupa del rilievo metrico e della realizzazione della documentazione fotografica.

Gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti con le impalcature su cui i visitatori possono salire fino a fine gennaio

Laura Lombardi, 10 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

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