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Antonio Aimi
Leggi i suoi articoliIl 24 luglio è stato inaugurato il Muna (Museo Nacional de Arqueología - Museo Nacional del Perú) costruito per offrire una nuova, più adeguata sede alle ricchissime e straordinarie collezioni del Mnaah (Museo Nacional de Arqueología, Antropología e Historia). Il museo si trova nella zona archeologica di Pachacamac, un’area di grande fascino, che presenta, però, l’inconveniente di trovarsi all’estrema periferia meridionale di Lima e di distare circa un’ora dal centro.
La costruzione del museo ha presentato diversi problemi dato che, durante i lavori, si è dovuto fare i conti con l’acqua della falda freatica che scorre sotto la sabbia del deserto. Il risultato finale, tuttavia, è molto bello perché l’edificio risulta in perfetta relazione con il santuario di Pachacamac, il mare e il deserto. Come ha affermato l’architetto Alexia Leon Angel che lo ha progettato, è una grande struttura che dovrà diventare un luogo di incontro e di riflessione.
È formato da tre edifici in uno, perfettamente comunicanti tra loro che si estendono per oltre 20mila mq. Il primo è costruito con materiale del posto composto in blocchi di adobe (mattoni d’argilla cotti al sole), che proteggono la facciata dal sole e dal vento. L’entrata è al livello medio, poi si sale nella parte superiore, che è la parte sociale dotata di ristorante, auditorio, biblioteca, spazi educativi e polifunzionali in cui organizzare eventi.
Più in basso ci sono i depositi e i locali per la ricerca e il restauro. Per quanto si preveda che il trasferimento delle collezioni del Mnaah si concluderà nel 2024, il museo è già aperto al pubblico che può entrare per vedere le quattro mostre, tra cui una che presenta 57 tessuti Paracas restituiti dalla Svezia, nel quadro degli accordi sulla repatriation. I lavori per la costruzione del museo, che finora ha richiesto un investimento di circa 100 milioni di euro, sono cominciati nel 2016 al tempo del presidente Ollanta Humala.
La posta in gioco, per certi versi implicita e per altri chiarissima, è quella di realizzare un museo come il Mna (Museo Nazionale di Antropologia) di Città del Messico, che, prima della pandemia, non solo ogni anno era visitato da milioni di persone, ma rappresentava e rappresenta le radici preispaniche del Paese.
E da questo punto di vista, negli ultimi anni è stato sempre più evidente che il Mnaah, nonostante numerosi, buoni aggiornamenti della museografia, non riusciva a svolgere un ruolo analogo per una serie di ragioni, che andavano dalle sue dimensioni alla stessa storia culturale del Perù.

Particolare di un tessuto Paracas (800 a.C.-1. d.C.)
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