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Sacsayhuaman, un’imponente «fortezza» (o centro cerimoniale?) che è un magnifico esempio dell’architettura degli Inca

Foto: Antonio Aimi

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Sacsayhuaman, un’imponente «fortezza» (o centro cerimoniale?) che è un magnifico esempio dell’architettura degli Inca

Foto: Antonio Aimi

In viaggio in Perù, da Lima a Machu Picchu

Lo sapevate che il Paese sudamericano vanta una delle migliori cucine del mondo, grazie allo chef Gastón Acurio? E che per visitare Machu Picchu senza le frotte di turisti è bene dormire ad Aguas Calientes? E poi i musei di Lima, i monumenti di Cusco...

Antonio Aimi

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Il Perù è da tempo una meta turistica importante, e lo confermano i dati: nel 2023 è stato visitato da più di 2,5 milioni di turisti, tra cui 37.054 italiani, anche se si deve ricordare che questi dati comprendono anche chi va per lavoro e si ferma solo qualche giorno. Si può scommettere, tuttavia, che tutti i «veri turisti» sono andati nel Paese latino-americano per vedere Machu Picchu e le meraviglie dell’arte preispanica, spesso ignorando il fatto che il Perù è uno dei Paesi in cui si mangia meglio al mondo e che, già oggi, potrebbe essere visitato solo per gustare le sue delizie gastronomiche. Diverse sono le ragioni che rendono squisita la cucina peruviana. In primo luogo è bene ricordare che i peruviani possono contare su quasi tutti i prodotti migliori della cucina italiana (tranne forse la burrata e la culaccia...) e su una serie di altri prodotti che in Italia sono invece introvabili. Qui mi limito a ricordare che hanno hanno a disposizione diversi tipi di patate (la patata, per altro, è un’«invenzione» dei loro antenati), il loche (un tipo di zucca che in alcune regioni della Costa Nord acquista un sapore particolare), uno dei mari più pescosi del mondo e la carne di animali speciali, tra i quali le capre che mangiano solo i frutti dei carrubi delle oasi fluviali. Questa varietà di prodotti è dovuta al fatto che il Perù è uno dei paesi con la maggiore varietà di «nicchie ecologiche». Nel valutare il livello attuale della cucina peruviana, oltre alla bravura delle donne che tutti i giorni preparano i pasti, si deve considerare che il Paese sudamericano ha potuto contare sul contributo di immigrati italiani e giapponesi, che hanno portato i loro piatti preferiti, declinandoli, a volte, con i prodotti e le tradizioni locali.

Fatte queste premesse, bisogna sapere che la trasformazione e il lancio (anche internazionale) della cucina peruviana si deve soprattutto a Gastón Acurio, che trovandosi a Madrid per studiare Legge, alla fine degli anni ’80 si innamorò della Nouvelle cuisine francese, decise di fare lo chef e, dopo essere tornato in Perù, cominciò a rielaborare la tradizionale cucina peruviana e le risorse del Perù alla luce della pratiche francesi. Il risultato fu straordinario e il nuovo percorso di Acurio fu seguito, più o meno consapevolmente, da molti altri cuochi peruviani. Oggi i turisti per gustare le delizie della cucina peruviana non devono per forza andare nei ristoranti stellati, ormai piuttosto cari, ma possono limitarsi a scegliere quelli di livello medio-alto. Chiarito questo aspetto, rimane il fatto che sono i resti delle antiche città e le meraviglie dell’arte preispanica a costituire una straordinaria attrattiva per i visitatori globali.

Per visitare il Paese, i turisti italiani devono necessariamente prendere un aereo che li porta Lima. Un consiglio: nella capitale è bene prendere un albergo a Miraflores, uno dei quartieri-distretti che si affacciano sul mare. E questo non tanto per il mare in sé, che a Lima non è particolarmente invitante, ma perché Miraflores è un posto tranquillo, che offre buoni alberghi (Casa Andina, ad esempio, è una catena di hotel che offre un buon rapporto qualità-prezzo e non tende a speculare sul turista di passaggio), eccellenti ristoranti e tutto quello che un turista può desiderare. Lima, anche se non è considerata una meta particolarmente invitante, offre musei e siti molto importanti. Tra i musei, che presentano un quadro dell’arte delle culture dell’antico Perù unico al mondo, consigliamo il Muna, Museo Nacional de Arqueología-Museo Nacional del Perù, il Mnaahp, Museo Nacional de Arqueología, Antropología e Historia del Perù) e il Museo Larco, che in questo periodo è l’unico che si può visitare tranquillamente e che ha pure un ottimo ristorante. Infatti, i primi due  sono parzialmente chiusi, perché il progetto che prevedeva di concentrare nel Muna le collezioni del Mnaahp è stato in parte rivisto. In ogni caso, se i turisti dopo le opportune verifiche decidono di visitare il Muna, che si trova all’estrema periferia meridionale di Lima, non rischiano di fare un viaggio a vuoto, perché il museo è stato costruito vicino al centro cerimoniale di Pachacamac, che è il più importante della Costa centrale del Perù. Oltre ai musei e a Pachacamac, Lima offre anche la possibilità di visitare una Cattedrale con affreschi molto illuminanti sulla storia culturale del Perù e altri siti archeologici. Per i turisti può essere comodo fare un salto alla Huaca Pucllana, un piccolo centro cerimoniale di Miraflores, che è tenuto molto bene e ha pure un buon ristorante. In ogni caso, dato che Lima è molto grande, ricordiamo di evitare i taxi informali: servitevi piuttosto di un taxista di fiducia del vostro albergo. Inutile dire che questo consiglio vale anche per il resto del Perù.

Machu Picchu e lo Huayna Picchu. Foto: Antonio Aimi

Machu Picchu rimane la meta prediletta di tutti i turisti, ed effettivamente è un posto straordinario, che merita di essere visitato almeno una volta nella vita. Riesce a coniugare in modo unico la bellezza di una piccola città Inca con un paesaggio mozzafiato. Per questa ragione è un vero peccato che molti tour operator organizzino dei viaggi che consentono ai turisti di stare a Machu Picchu solo alcune ore con visite che prevedono di  partire da Cusco all’alba e di rientrare in giornata. Chi vuole godersi, invece, questo sito unico al mondo può fermarsi a dormire  nel carissimo hotel vicino alle rovine (il Sanctuary Lodge, della catena Belmond) o, in alternativa, negli alberghi di Aguas Calientes, il paesone sorto pochi chilometri sotto Machu Picchu, che fa da base per tutti coloro che vogliono visitare il centro Inca. In questo caso si può godere del privilegio di visitare le rovine Inca prima dell’arrivo dei treni partiti da Cusco e, soprattutto di salire sullo Huayna Picchu, il picco montuoso che sovrasta le rovine e godersi lo spettacolo del sole che sorge dalle Ande per illuminare l’area archeologica e la valle.

Per visitare Machu Picchu di solito si parte da Cusco e si scende lungo la valle dell’Urubamba. Non mancate quindi, lungo il percorso, i resti di centri Inca come Pisac e Ollantaytambo, che meritano una visita. Soprattutto, è importante che i turisti si godano Cusco (il nome ufficiale della città, anche se molti continuano a scrivere Cuzco) con calma, perché questa città, la capitale dell’impero inca, è un po’ (mutatis mutandis...) come Firenze e va vista tranquillamente, girando per le strade del centro storico, che spesso ancora presentano edifici costruiti su antiche mura preispaniche. Cusco, inoltre, offre musei e palazzi che meritano di essere visitati. Tra i primi emerge il Map, Museo de Arte Precolombino, che è il primo museo d’arte precolombiana totale, perché accanto ai singoli capolavori presenta nuove opere d’arte che nascono dagli accostamenti di pezzi che creano, come nei collage dell’arte moderna, nuovi splendidi giochi di forme, di colori, di volumi. Tra gli edifici storici, imperdibile è il Convento de Santo Domingo, costruito sul Coricancha, il Tempio del Sole degli Inca, del quale è possibile vedere alcuni resti e, soprattutto, le impressionanti basi esterne.

A pochi chilometri da Cusco, merita una visita anche Sacsayhuaman, un’imponente «fortezza» (o centro cerimoniale?) che è un magnifico esempio dell’architettura degli Inca.

Dato che Cusco si trova a un’altezza media di 3.400 metri sul livello del mare, è bene avvisare i turisti, soprattutto quelli che hanno la pressione alta e che arrivano in aereo da Lima, che potrebbero sentire i sintomi, in genere piuttosto leggeri, del «soroche», o mal di montagna. Invitando i viaggiatori a rivolgersi al medico di fiducia per i problemi del soroche, si ricorda che per prevenirlo è possibile fermarsi almeno una notte in una città un po’ più bassa come Arequipa (a 2.300 metri) oppure farsi portare subito ad Aguas Calientes (2mila metri) o in qualche buon albergo della valle dell’Urubamba.

Antonio Aimi, 22 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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