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Le 30 mostre da non perdere nelle gallerie d'arte di tutto il mondo questo giugno

Da New York a Hong Kong, fino a Tokio e Città del Capo: una selezione di esposizioni che hanno appena inaugurato nelle gallerie di tutto il mondo

Silvia Conta

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- Hong Kong, MASSIMODECARLO: «Paloma Varga Weisz. Condition I-VI - Sophie von Hellermann. Blue Room" (fino al 29 agosto)

"Condition I-VI" e "Blue Room" sono due mostre distinte, ma intrecciate tra loro, che segnano la prima presentazione personale di Varga Weisz a Hong Kong e la prima collaborazione in assoluto tra lei e Sophie von Hellermann. Concepite come atti paralleli all'interno di un unico racconto, le mostre si sviluppano in sale adiacenti: una introspettiva e scultorea, l'altra teatrale e immersiva.

Se "Condition I-VI" riguarda l'intimità e il rapporto con l'immortalità allo stato puro, "Blue Room" è tutta fantasia massimalista. Insieme, le due stanze formano un universo completo, invitando gli spettatori a uscire dalle categorie prestabilite e a vagare invece attraverso storie, impressioni e lievi cambiamenti.
La Blue Room, è un completo ribaltamento. Qui, Varga Weisz invita Sophie von Hellermann a trasformare la galleria in una fantasticheria pittorica. Non hanno mai collaborato prima, anche se la loro amicizia artistica dura da decenni: prima come studentesse che gravitavano l'una intorno all'altra a Düsseldorf, poi si sono ritrovate attraverso amici comuni e percorsi paralleli a Londra e oltre. Von Hellermann dipinge direttamente sulle pareti della galleria con colori acquosi.

- Hong Kong, White Cube: «Salvatore Emblema» (fino al 5 luglio)

L'opera dell'artista italiano Salvatore Emblema (1929-2006), scomparso di recente, nasce da una ricerca continua e rigorosa sulla luce, in cui la trasparenza è utilizzata come strumento per ridefinire i confini della pittura. Nato nel 1929 a Terzigno, un piccolo paese alle pendici del Vesuvio, Emblema era profondamente legato al territorio vulcanico dell'Italia meridionale, dove ha vissuto e lavorato per gran parte della sua vita. Coprendo quattro decenni della carriera di Emblema, questa mostra traccia l'influenza del paesaggio sulla composizione materica e sui fondamenti concettuali del suo lavoro, nonché il suo impegno in continua evoluzione con il luogo, la materia e la superficie.

- Hong Kong, Perrotin: «Aryo Toh Djojo. Spectra» (fino al 5 luglio)

Mentre la temperatura a Hong Kong sale lentamente verso i 28 gradi Celsius, dei dischi volanti emergono costantemente da sette vuoti piatti e scuri. Non si tratta di un'invasione aliena né di arcangeli che scendono dal cielo, ma della lenta rivelazione della nuova serie rivoluzionaria di dipinti termocromici di Aryo Toh Djojo. Queste opere su tela prendono vita, per quanto delle superfici dipinte inanimata possano letteralmente prendere vita, attraverso sottili variazioni della temperatura ambiente, circostanze fluide che determinano la visibilità delle immagini.
Dall'altra parte della stanza, di fronte a queste apparizioni termosensibili, sono sospesi tre dipinti astratti dai contorni morbidi, nati dall'interesse dell'artista per la drone music,  la meditazione trascendentale e le perdite di luce fotografica. Termoreattivi come le immagini degli UFO, i dipinti a campo cromatico rivelano e nascondono atmosfere cromatiche non rappresentative, che suggeriscono gli spazi energetici interiori a cui noi esseri umani possiamo accedere attraverso la meditazione profonda.
I dipinti in questa sala sono immersi in un paesaggio sonoro tranquillo e stratificato, creato da quattro tracce separate riprodotte su lettori CD disposti nella galleria. Le tracce riproducono in loop registrazioni sul campo manipolate, droni e frammenti di melodia, un approccio ispirato a un workshop che Aryo ha seguito con Brian Eno. Ogni traccia ha una durata diversa, quindi non sono mai perfettamente allineate, amplificando la condizione spaziale sfuggente, mutevole e sempre indeterminata dei dipinti termici.

- Seoul, Gladstone: «Salvo, in viaggio» (fino al 12 luglio)

Il percorso espositivo, realizzato in collaborazione con l'Archivio Salvo, raccoglie opere realizzate da Salvo tra il 1988 e il 2015 e ripercorre le composizioni dell'artista di paesaggi reali e immaginari ispirati dai suoi viaggi in Medio Oriente, Nord Africa, Europa e Asia. La mostra riunisce dipinti che rivelano l'impatto indelebile delle frequenti e lontane avventure dell'artista sulla sua pratica artistica e offre riflessioni sul rapporto tra memoria, realtà e immaginazione. 

- Tokyo, Taka Ishii Gallery: «Takashi Ishida “From Purple, a Tableau Begins» (fino al 22 luglio)

La prima mostra personale dell'artista in galleria, realizzata in parallelo alla sua grande esposizione “Between Tableau and Window” presso il centro per le arti Arts Maebashi. La mostra, infatti, presentale per la prima volta più recenti opere di Ishida, oltre a lavori realizzati durante la sua recente visita a Maebashi.

- L'Avana, Galleria Continua: «La Capacidad de Soñar», con 40 artisti cubani (fino al 19 luglio)

Dieci anni fa, GALLERIA CONTINUA è stata la prima galleria internazionale d’arte contemporanea a stabilire una presenza permanente a Cuba. A distanza di un decennio la galleria celebra questo capitolo pionieristico con "La Capacidad de Soñar / The Ability to Dream", una grande mostra collettiva che vede la partecipazione di 40 artisti cubani – emergenti e affermati, residenti a Cuba e all’estero – con i quali la galleria ha collaborato nel tempo. La mostra prosegue una narrazione sviluppata negli spazi della galleria in tutto il mondo attraverso le diverse edizioni de "The Ability to Dream". Il programma dell’anniversario si estende per tutto il mese di maggio con performance, eventi e incontri artistici che metteranno in luce la ricchezza e il dinamismo della scena cubana contemporanea. Questa celebrazione a L’Avana precede il 20° anniversario dello spazio della galleria a Pechino, il 21 maggio, e il 35° anniversario della sua sede di fondazione a San Gimignano. 

- San Paolo (Brasile), Mendes Wood DM: «Leticia Ramos. Silver» (fino al 16 agosto)

L'artista presenta Silver, un corpus di opere che occupa una sala della Casa Iramaia e indaga la traiettoria della luce in relazione alle superfici materiali, ai paesaggi e ai panorami cosmici. In questi lavori, Ramos attinge alle risorse della camera oscura e della fotografia senza macchina per mettere in scena un incontro tra apparati tecnici e contingenza, producendo immagini che operano tra presenza spettrale e iscrizione materiale. Le composizioni luminose negoziano le tensioni tra visibilità e oscurità, funzionando come schemi che sfidano i paradigmi rappresentativi e riflettono l'interesse dell'artista per le possibilità ancora inesplorate all'intersezione tra arte e scienza. La sua pratica si sviluppa attraverso progetti a lungo termine che condividono una forte affinità con il cinema sperimentale, nell'uso del substrato materico, delle qualità ottiche e dell'attenzione alla durata, alla messa in scena e alla sequenzialità degli eventi. Queste indagini, articolate in serie interconnesse, sono il risultato di una meticolosa sperimentazione e di una ricerca continua condotta nel suo studio di San Paolo.

- San Paolo (Brasile), Mendes Wood DM: «Eleonore Koch, Linda Kohen, Anna Livia Monahan, Rayana Rayo e Paula Siebra. Remanso» (fino al 16 agosto)

"Remanso" riunisce una costellazione intergenerazionale di artiste provenienti da diverse regioni geografiche e con background unici, che si sono incontrate nell'arte della pittura su piccola scala. In questa collettiva i dipinti delle artisti invitate mettono a nudo ciò che è intrinseco in loro, conducendo lo sguardo in territori silenziosi, densi e simbolici. Queste opere illuminano spazi domestici, corpi, oggetti e rappresentazioni della psiche e del femminile, creando una costellazione di simboli che traducono una vita quotidiana privata ma comunicabile. Inizialmente discrete, le tele hanno una profondità che porta lo spettatore dentro di sé: evocano ricordi, sogni, paure e incertezze. Questo dialogo sensibile diventa ancora più potente quando abita Casa Iramaia, un'antica casa di famiglia la cui atmosfera introspettiva accoglie e amplifica le narrazioni visive, come se fosse un'estensione delle opere stesse.

- New York, Mendes Wood DM: «Rosana Paulino. Diálogos do Dia e da Noite» (fino al 14 giugno)

La natura e l'arte sono due temi che hanno affascinato Rosana Paulino sin dalla tenera età. Attratta dallo studio della biologia, l'artista ha pensato di trasformare la sua passione in una carriera, ma ha poi deciso di seguire un'altra vocazione e di laurearsi in arti visive. Da allora, questi due sistemi di conoscenza hanno continuato a essere presenti nella sua vita personale e professionale. Come artista, Rosana Paulino ha creato, studiato, tenuto conferenze e scritto sulla presenza e l'assenza della rappresentazione dei neri nella società brasiliana. Nel corso della sua carriera, ha continuato a sfidare le percezioni e a riscrivere la storia, attribuendo nuovi ruoli alle donne nere in Brasile in particolare. Attraverso la sua arte, Paulino ha sfidato secoli di pregiudizi sistematici che hanno costantemente escluso il patrimonio afro-brasiliano dalla memoria pubblica. 

- New York, Gagosian: «Jim Shaw. Drawings» (fino al 14 giugno)

Realizzate tra il 2012 e il 2024, le opere vedono l'artista continuare il suo viaggio attraverso il vortice della società americana, traendo ispirazione da fonti come la pubblicità vintage e prendendo in prestito l'estetica dei fumetti e delle copertine degli album, con riferimenti alla cultura popolare e alla controcultura, rappresentazioni surreali dei sogni dell'artista e allusioni a bizzarri culti religiosi e cospirazioni politiche. Nelle opere in mostra Shaw descrive scenari che spaziano dal domestico al fantastico, spesso combinando elementi di entrambi. 

- New York, Sprüth Magers: «Rosemarie Trockel. Material» (fino al 2 agosto)

Le opere di Rosemarie Trockel fondono sfide concettuali e proprietà dei materiali, nozioni di femminilità e mascolinità, oggetti quotidiani e storia dell'arte. La mostra "Material" naviga tra concetti teorici ed esperienze fisiche, con le opere dell'artista che si confrontano con le idee prevalenti, spesso rivisitando e rivalutando il proprio lavoro. La mostra in due parti di Trockel, inaugurata contemporaneamente alla Sprüth Magers e alla Gladstone di New York, continua a sviluppare motivi e temi dell'opera multiforme dell'artista. Le nuove opere, create appositamente per "The Kiss" alla Gladstone, sono collegate attraverso una rete di riferimenti incrociati sia a lavori recenti che a opere storiche raramente esposte in "Material" alla Sprüth Magers, che "presenta una selezione di opere ricche di tensione e di opposizioni binarie, che invitano ad esplorare concetti contrastanti quali fermezza e morbidezza, esterno e interno, opaco e trasparente, umanità e animalità, natura e cultura.

- New York, Gladstone: «Rosemarie Trockel. The Kiss» (fino al primo agosto)

"The Kiss" prosegue l'indagine che l'artista porta avanti da tutta la sua carriera su temi sociali e artistici complessi. Molte delle opere esposte sono basate su oggetti di produzione industriale capovolti, come dimostra il suggestivo calco di una porta di una cella di prigione, letteralmente capovolta e sospesa al soffitto della galleria. Questo capovolgimento trasforma la fessura nella porta, originariamente destinata al passaggio del cibo e al contenimento dei detenuti, nell'apertura di una casetta per uccelli attraverso la quale una piccola creatura prende il volo, rappresentando allo stesso tempo la prigionia e la libertà. La scultura del 2025 The Kiss, che dà il titolo alla mostra, applica un simile stravolgimento a un oggetto domestico: due schermi televisivi in alluminio sono uniti con i loro schermi piatti “baciati”. 

- New York, Gladstone: «Robert Rauschenberg. Sympathy for Abandoned Objects» (fino al 14 giugno)

Presentata in collaborazione con la Robert Rauschenberg Foundation in occasione del centenario della nascita dell'artista, Gladstone allestisce la prima retrospettiva sulla pratica scultorea di Rauschenberg degli ultimi trent'anni, che abbraccia la sua produzione dagli anni '50 alla fine degli anni '90. Esaminando le sculture di Rauschenberg attraverso la lente della scala, la mostra presenta oltre 30 sculture che si rapportano in termini di dimensioni al corpo umano, sia che si tratti di opere a pavimento, su piedistallo o a parete. Attingendo da una miriade di media e sovvertendo la distinzione tra astrazione e rappresentazione empirica, le sculture di Rauschenberg affondano le loro radici nella dedizione alla sperimentazione artistica che ha caratterizzato tutta la sua carriera.

- New York, Gladstone: «Anna Zemánková» (fino al 14 giugno)

Il percorso espositivo è basato su disegni dell'artista ceca Anna Zemánková (1908-1986), che abbraccia la sua opera dagli anni '60 agli anni '70. La mostra sottolinea la straordinaria lungimiranza del lavoro di Zemánková attraverso una lente storico-artistica, riflettendo la sua influenza pionieristica nell'astrazione e cercando di espandere i regni psicologici e spirituali della forma. Le opere in mostra comprendono disegni botanici incandescenti e lavori a pastello su carta, raramente esposti al pubblico.

- New York, Almine Rech: «Heinz Mack | From ZERO until Today» (fino al 14 giugno)

Si tratta della prima mostra di Heinz Mack (1931, Germania) con la galleria. L'artista si è concentrato sulle possibilità estetiche della vibrazione e della luminosità sin dall'inizio della sua carriera alla fine degli anni '50, quando ha co-fondato il movimento globale ZERO insieme al collega artista e studente di filosofia Otto Piene. La luce nelle opere di Mack evoca sia la luce solare che quella chimica dei funghi atomici. Nella sua opera, la luminosità non è solo un fenomeno naturale, ma, emersa all'indomani di due guerre mondiali e all'ombra della minaccia di un conflitto nucleare, suggerisce l'interrelazione tra la dualità della vita e della morte. 

- New York, Amine Rech: «Pablo Picasso: Still Life» (fino al 18 luglio)

La mostra è realizzata in collaborazione con la Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso. Mentre il fascino universale per la vita personale e le relazioni di Pablo Picasso ha suscitato un enorme interesse per i suoi ritratti di familiari, amici e amanti, alcune delle innovazioni più importanti e delle dichiarazioni più potenti del pittore sono state realizzate nel campo della natura morta. Secondo il suo biografo John Richardson, “la natura morta è il genere che Picasso avrebbe esplorato in modo più approfondito e sviluppato in modo più fantasioso di qualsiasi altro artista nella storia”. “Picasso: Still Life” è una delle poche mostre mai organizzate per concentrarsi sulla sua rappresentazione dinamica di oggetti quotidiani in vari mezzi espressivi nel corso della sua carriera. Oltre quaranta esempi provenienti dalla collezione privata di Picasso, tra cui diversi mai visti prima dal pubblico, sono riuniti per la prima volta in una selezione della sua produzione di nature morte tra il 1908 e il 1962.

- New York, Lisson Gallery: «Leiko Ikemura: Talk to the sky, seeking light» (fino al primo agosto)

Si tratta della prima mostra di Leiko Ikemura presso la galleria, che presenta molti dei temi presenti nel suo lavoro degli ultimi 30 anni, tra cui una vasta gamma di tecniche, dai dipinti a tempera alle figure in bronzo e alle forme in vetro. L'allestimento ruota attorno a una figura centrale di tre metri e mezzo raffigurante una donna-coniglio, nota come Usagi Janus (2025). Questo spirito protettivo scolpito e patinato a mano, in parte coniglio e in parte bodhisattva della compassione, offre rifugio dal mondo esterno nel suo involucro conico, mentre i minuscoli fori nella gonna materna creano un universo interno di stelle proiettate. 

- New York, Lisson Gallery: «Carmen Herrera. The Paris Years, 1948-1953» (fino al primo agosto)

Dal 1948 al 1953, Carmen Herrera visse a Parigi, immergendosi nella dinamica comunità artistica del dopoguerra e viaggiando spesso a New York e L'Avana. Questo periodo segnò una svolta decisiva nella sua pratica artistica, che passò dalle forme biomorfiche e dalle composizioni gestuali e febbrili alla rigorosa astrazione geometrica che avrebbe caratterizzato la sua carriera nei successivi settant'anni. La mostra alla Lisson è la più completa presentazione del suo lavoro di questo periodo fino ad oggi, esamina una giovane artista immersa nella sperimentazione, che assorbe le influenze sconvolgenti di molti movimenti artistici contrastanti della metà del secolo, al fine di sviluppare un proprio linguaggio pittorico innovativo.

- New York, Hauser & Wirth (542 West 22nd Street): «William Kentridge. A Natural History of the Studio» (fino al primo agosto)

Con “A Natural History of the Studio”, la sua prima mostra con Hauser & Wirth a New York, il famoso artista sudafricano presenta la sua acclamata serie di film a episodi Self-Portrait as a Coffee-Pot con oltre settanta opere su carta fondamentali per la sua creazione e una serie di sculture. Questa mostra immersiva è la prima in assoluto a presentare tutti i disegni di questo capolavoro cinematografico, acclamato dalla critica come una sintesi commovente, spiritosa e, in definitiva, meravigliosa tra il personale e il politico, l'individuale e l'universale. Distribuita su due piani dell'edificio della galleria sulla 22nd Street, “A Natural History of the Studio” si estende anche alla sede della galleria sulla 18th Street con una concisa panoramica della pratica incisoria di Kentridge.

- New York, Hauser & Wirth (18th Street): «William Kentridge. A Natural History of the Studio» (fino al primo agosto)

“A Natural History of the Studio” si estende alla vicina sede di Hauser & Wirth in 18th Street con una selezione di quasi trenta stampe realizzate da Kentridge negli ultimi due decenni. L'artista ha iniziato a dedicarsi alla stampa mentre era studente all'Università di Witwatersrand a Johannesburg e da allora questo mezzo è diventato parte integrante della sua pratica artistica. Kentridge ha sperimentato una vasta gamma di tecniche in questo campo, dall'acquaforte alla litografia, dall'acquatinta alla puntasecca, dalla fotocalcografia alla xilografia, osservando che "la stampa... è diventata un mezzo con cui potevo pensare, non solo un mezzo per realizzare un'immagine... non è stata un'attività accessoria alle mie altre attività, ma in molti modi è stata il filo conduttore che ha attraversato il lavoro che ho svolto nel mio studio negli ultimi 40 anni".

- New York, Hauser & Wirth: «Francis Picabia. Eternal Beginning» (fino al primo agosto)

In viaggio da Hauser & Wirth Paris a New York, questa mostra presenta oltre 20 dipinti realizzati da Picabia tra il 1945, quando tornò a Parigi dal sud della Francia, e il 1952, penultimo anno della sua vita. Rappresentative dello spirito artistico inquieto di Picabia, le opere in mostra mettono in risalto il suo approccio singolare all'astrazione, la sua tendenza iconoclastica a ridipingere opere precedenti e la sua costante attenzione sia alla texture della superficie che a nuove fonti di ispirazione.
I primi 30 anni della carriera di Picabia sono stati caratterizzati da una rapida evoluzione attraverso diversi stili e tecniche e dalla sperimentazione di una serie di movimenti artistici, tra cui l'impressionismo, il fauvismo, il dadaismo e il cubismo. Nel 1925 Picabia si ritirò da Parigi a Mougins, in Costa Azzurra, dove realizzò le sue Trasparenze, affascinanti composizioni che sovrappongono motivi tratti da opere d'arte antiche e dipinti di maestri del passato, nonché opere più realistiche, come i paesaggi. Seguirono i suoi famigerati nudi naturalistici, rappresentazioni luride di figure femminili tratte da materiale erotico prodotto in serie.

- New York, Kurimanzutto: «Miguel Calderón. Neurotics Anonymous» (fino al 7 giugno)

Per la prima mostra dell'artista nella sede newyorchese della galleria, viene presentata una selezione di sculture, disegni, fotografie e un film. Attingendo al linguaggio visivo del programma in dodici fasi “Neurotics Anonymous”, fondato nel 1964, Calderón esplora temi quali la disperazione, l'ansia e la vulnerabilità. Noto per le sue opere che esaminano in modo incisivo e umoristico il comportamento umano, le turbolenze emotive e i rituali sociali che plasmano le nostre vite, Calderón riunisce un corpus di lavori molto variegato che sottolinea l'ampiezza della sua pratica artistica. La mostra prosegue la sua indagine sui confini porosi tra esperienza personale e finzione.

- New York, Incubator NYC: «Atticus Wakefield. After the Allegory» e «Losel Yauch. Until Next Time»

La galleria londinese Incubator a maggio apre una sede pop-up a New York City, nel Lower East Side, in occasione dell'art week. Lo spazio viene presentato con una mostra personale di Atticus Wakefield, seguita da una mostra personale di Losel Yauch, Entrambi gli artisti vivono a New York e hanno debuttato con una mostra personale nella sede londinese della galleria.

"After the Allegory" è una nuova serie di opere di Atticus Wakefield, in cui l'artista continua la sua esplorazione della pittura come luogo in cui convergono mito, sensazione e anatomia. Questi lavori segnano un passaggio dalla fisicità del corpo presente nella sua opera precedente a un'indagine più ampia su come percepiamo, mappiamo e mitizziamo il nostro posto nel mondo. La personale di Losel Yauch, invece, presenta la sua più recente serie di opere, in cui approfondisce la sua indagine sulle dimensioni psicologiche di un luogo. Ogni scena è resa con un'intensità meticolosa ma tranquilla che trasforma l'ambientazione in soggetto. 

- Los Angeles, Sprüth Magers: «Salvo, Andreas Schulze. About Painting» (fino al 2 agosto)

I dipinti di Andreas Schulze (*1955) e Salvo (1947–2015) raffigurano mondi intriganti e diversi da qualsiasi altro. Attraverso paesaggi vivaci e interni eccentrici, il loro approccio concettuale unico alla pittura si è evoluto nel corso di decenni di sperimentazione con il colore, la luce e la forma. La mostra presenta nuove opere di Schulze insieme a dipinti di Salvo, mettendo in risalto il loro contributo parallelo al discorso della pittura contemporanea e la loro abile manipolazione della pittura per rappresentare effetti spaziali e luminosi mutevoli. Il percorso espositivo mette in risalto questa particolare attenzione alla luce e allo spazio, una caratteristica così prevalente nella storia dell'arte moderna della California meridionale, dalle sue radici impressioniste e plein-air alle plastiche riflettenti e alle resine degli anni '60 in poi.

- Los Angeles, Perrotin: «Josh Sperling. Big Picture» (fino al 3 luglio)

Si tratta della prima mostra personale di Josh Sperling sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Noto per le sue tele dai colori vivaci e dalle forme intrecciate, l'artista americano trae ispirazione dall'astrazione minimalista e dal design Memphis. Questa mostra segna un'evoluzione significativa nella sua pratica artistica, con nuovi dipinti e la sua prima incursione nel design funzionale negli Stati Uniti, dove presenta panchine modulari e specchi incorniciati, estendendo il suo linguaggio visivo oltre la tela e in nuovi contesti.

- Johannesburg (Sudafrica), Stevenson: «Mawande Ka Zenzile. Ukwanda kwaliwa ngumthakathi» (fino al 27 giugno)

L'artista ha presentato la mostra con queste parole: «Per celebrare il traguardo nella mia carriera artistica, ovvero la decima mostra con la galleria, ho intitolato questo percorso espositivo "Ukwanda kwaliwa ngumthakathi". Questa frase in lingua isiXhosa significa “La strega ostacola il successo degli altri”. “Ukwanda” indica l'atto di moltiplicare, crescere o espandersi. Nelle culture africane esiste la concezione che umthakathi (strega) sia qualcuno che non tollera la prosperità degli altri a causa della gelosia e dell'invidia. In questa visione, “umthakathi” utilizza esclusivamente conoscenze occulte per lanciare maledizioni o infliggere dolore e disfunzioni alle persone che disprezza. Nel mio percorso artistico sono giunta a un punto in cui è sempre più difficile distinguere tra la pratica artistica e la mia esistenza. Il mio percorso per diventare un iTola (guaritore/veggente) è fondamentale in questa trasformazione. Man mano che questa transizione procede, la creatività emerge in modo più organico e concetti innovativi prendono forma in modo senza precedenti. Questa mostra esplora il rapporto tra spiritualità, esistenza e arte.».

- Città del Capo, Stevenson: «Guy Tillim. Lusochroma» (fino al 21 giugno)

Dopo Avenue Patrice LumumbaJoburg: Points of ViewMuseum of the Revolution e Hotel Universo, questo corpus di opere rappresenta l'ultimo capitolo della lunga indagine di Tillim sulle tracce del potere coloniale nell'Africa meridionale. Attraverso le opere a colori e monocromatiche di questo nuovo capitolo, l'artista interviene sulle sue stampe a pigmenti utilizzando vernice acrilica, segnalando un cambiamento nei suoi interessi estetici e archivistici. Le città sono state teatro sia dell'instaurazione che dell'abolizione del colonialismo, con traiettorie che spesso le hanno portate ad assistere e facilitare la trasformazione delle società socialiste post-indipendenza in regimi capitalisti. I loro monumenti, le loro strutture e la loro pianificazione urbana riflettono tali transizioni; nel loro insieme, le città sono di fatto monumenti di un'epoca. Lusochroma, che offre una finestra interpretativa su come queste epoche scorrono attraverso le città, si articola in quattro sezioni: la selezione che dà il titolo alla mostra presenta immagini a colori scattate a Quelimane, Beira e Maputo in Mozambico; Colony offre una visione più astratta dei monumenti coloniali in tutto il Congo; Luanda si concentra sulla vivacità delle strade della capitale angolana; e Republic, composta dalle più recenti fotografie di strada di Tillim, interroga lo status quo in Sudafrica.

- Città del Capo, Stevenson: «Jemila Isa. Held by invisible hands» (fino al 21 giugno)

Per la sua prima esposizione nel continente, l'artista, di base a Londra e di origini britannico-nigeriane, presenta delicati dipinti che meditano sulla fertilità, il dolore e la spiritualità nigeriana. Il titolo della mostra metaforizza il modo in cui le usanze spirituali – attraverso le divinità, i sistemi di credenze e le persone che mantengono vive queste pratiche – plasmano e sostengono la vita in modi a volte inquietanti.
 


 

Silvia Conta, 03 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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