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Le due vetrate, raffiguranti l’«Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d’Oro» e la «Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre»

Foto: Musée des Anciennes Bouteilles

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Le due vetrate, raffiguranti l’«Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d’Oro» e la «Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre»

Foto: Musée des Anciennes Bouteilles

Le due vetrate cinquecentesche dell’abbazia finalmente riunite nel museo

Storia di una coppia di manufatti del XVI secolo scoperti nel 2020, restaurati, uno utilizzato per un concorso di ammissione per restauratori di vetro antico. Ora sono tornati insieme

Vittorio Bertello

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La loro scoperta, nel 2020, aveva suscitato grande scalpore: durante alcuni lavori di restauro intrapresi da Cyrielle Tassin, figlia di Benoît Tassin, direttore del Musée des Anciennes Bouteilles (il «Museo delle Bottiglie Antiche») di Celles-sur-Ource, nel dipartimento dell’Aube (Francia nordorientale), erano state ritrovate due vetrate del XVI secolo nella soffitta di una casa di quella stessa località. Di questa coppia di oggetti racconta alcune vicissitudini la giornalista Lea Tirveilliot in un articolo pubblicato sul sito del quotidiano francese «Le Figaro».

«Tutto è iniziato dopo un temporale, racconta Benoît Tassin. Il giunto in zinco del camino era volato via, l’acqua si era infiltrata e aveva formato un buco nel soffitto. Cercando la perdita, abbiamo notato un piccolo pezzo di vetro che pendeva. Salendo in soffitta, abbiamo scoperto due vetrate incastrate in una fessura, lungo la struttura del camino».

Una delle due vetrate, rotta in due, è stata restaurata dalla Manufacture Vincent-Petit, la stessa azienda, specializzata nel restauro di vetrate artistiche, che ha lavorato al restauro delle vetrate di Notre Dame a Parigi. «Hanno realizzato una cornice, hanno pulito e ritoccato gli oggetti», chiarisce Benoît Tassin. Le vetrate sono state recuperate due anni dopo, nel 2022, e oggi sono esposte in una vetrina del Musée des Anciennes Bouteilles a Celles-sur-Ource.

I due oggetti raffigurano l’«Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d’Oro» e la «Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre». Secondo le prime indagini, queste vetrate facevano parte di una serie che ripercorreva diversi episodi biblici come, probabilmente, anche un «Peccato originale», un’«Arca di Noè» e un’«Annunciazione».

Le due vetrate, di forma arcuata e alte circa 25 cm, sono dipinte in grisaille e giallo d’argento, due tecniche caratteristiche del Rinascimento. Emmanuel Serrière, direttore della Manufacture Vincent-Petit, spiega: «La grisaglia è costituita da ossidi metallici mescolati con acqua, applicati sul vetro e poi cotti a 620 gradi. Ciò consente di disegnare tratti opachi, come occhi, drappeggi, ombre, e di controllare la luce». Il giallo d’argento, apparso nel XIV secolo, ebbe un effetto rivoluzionario: «Permetteva di ottenere, sullo stesso vetro, tonalità che andavano dal giallo chiaro all’arancione scuro», precisa il direttore. Era un’innovazione che conferiva maggiore finezza alle scene dipinte. Nel XVI secolo, periodo segnato da difficoltà economiche, i vetrai utilizzavano maggiormente vetri chiari, dipinti piuttosto che colorati nella massa.

Lo scorso aprile una delle due vetrate, quella raffigurante «Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso», ha temporaneamente lasciato il museo per raggiungere l’Institut National du Patrimoine (Inp) a Parigi. La vetrata è stata utilizzata come soggetto di prova per il concorso di ammissione dei restauratori di vetrate, una novità assoluta per questo genere di formazione. I candidati dovevano realizzarne una copia identica in cinque giorni.

Vittorio Bertello, 28 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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