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Elena Correggia
Leggi i suoi articoliSi è conclusa con un bell’exploit nel segno di Amedeo Modigliani, da Sotheby’s, la già dinamica settimana di aste e vendite in concomitanza con la fiera di Art Basel Paris. Nell’asta parigina di Modernités - che ha totalizzato 62,8 milioni di euro, superando ampiamente le stime pre-vendita di 35,9-50,7 - il «Busto di Elvira», un intimo ritratto femminile dipinto dal pittore livornese nella maturità (1918-19), ha scatenato una contesa fra 7 offerenti fino a un’aggiudicazione finale per 27 milioni, polverizzando le valutazioni iniziali di 5,5-7,5 milioni. Si trattava di un dipinto particolarmente raro, con la modella italiana per la prima volta proposta in asta, uno dei due soli ritratti di Elvira ancora in mani private. Ottimo esito anche per l’altro dipinto di Modigliani in asta, un ritratto maschile che combina abilmente l’ispirazione cubista a un’introspezione lirica, e che raffigura probabilmente il giovane romanziere Raymond Radiguet. Già nella collezione del mercante Paul Guillaume, il dipinto ha acceso una disputa di rilanci durata 10 minuti balzando da una stima di 5,5-7,5 milioni fino alla vendita per 10,6 milioni. L’asta ha registrato, fra gli altri, un buon risultato per il suggestivo «L’occhio di Dio» di Wols, del 1948-49, che è passato di mano per 1,9 milioni (1,5-2), realizzando il prezzo più alto per l’artista all’asta in Francia. L’occhio inquietante effigiato, che pare scrutare dall’alto la fragilità umana, si richiama al tempo stesso all’inseparabile monocolo indossato con ironia da Tristan Tzara, fondatore e teorico del Dadaismo, un tempo proprietario del dipinto. Bene anche una rara serie completa di 347 stampe di Picasso, del 1968, che hanno raggiunto 1,9 milioni, record per un lavoro a stampa del maestro catalano in Francia.
Salvador Dalí, Swirling Sea Necklace © Born & Art Digital Studio © Sotheby’s
Wols, «L’Oeil de Dieu». © Born & Art Digital Studio © Sotheby’s
Se le Avanguardie europee sono ampiamente state all’altezza delle aspettative, un andamento più altalenante ha contraddistinto le opere all’incanto per Astrattismo e Pop art statunitensi. Una stima piuttosto impegnativa, di 4-6 milioni, ha forse contribuito a far rimanere al palo un trittico monumentale di Joan Mitchell, «Untitled» del 1975 (100x292 cm), che segna un momento di sintesi del suo linguaggio pittorico fra astrazione gestuale e interpretazione interiore del genere del paesaggio. Stesso destino per uno dei due Mao ritratti da Andy Warhol nel 1973 (valutati 700-1 milione l’uno) e appartenuti alla fondazione Folon (l’altro è stato venduto a poco più di 787mila euro). Sorte migliore è invece toccata ai lavori di Roy Lichtenstein, provenienti dall’Estate dell’artista e della moglie Dorothy e in particolare si è fatta notare la rivisitazione in chiave grafica e pop nelle ninfee di Monet in «Water Lily Pond with Reflections (from the Water Lilies series)», del 1992, che ha moltiplicato le stime di partenza di 300-500mila per arrivare fino a 1,1 milioni. Fra gli italiani si segnala la bella «Mappa» di Alighiero Boetti del 1985, proposta a 1,6-2 milioni e venduta a 1,87, mentre dello stesso autore non ha trovato un compratore un colorato ricamo del 1988, proveniente dalla collezione di Gian Enzo Sperone, valutato 500-700mila.
Amedeo Modigliani, «Elvira en buste». © Born & Art Digital Studio © Sotheby's
Un capitolo a parte ha visto infine protagonista il Surrealismo, che conferma la sua forza, sostenuta dal mercato internazionale per opere rare, di prim’ordine e alle giuste stime. Così emerge dalla sessione Surrealism and its legacy, che ha raccolto 26,9 milioni con il 97% del venduto, superando ampiamente le previsioni iniziali di 16,3-23,4 milioni. Particolarmente attivo il collezionismo americano, coinvolto nell’acquisto di un terzo dei lotti proposti, che ha ad esempio contribuito alla forte domanda per alcune opere di Magritte. Fra queste il top lot dell’asta, ovvero «La magie noire», la prima versione del 1934 della celebre serie in cui il pittore trasforma uno statuario corpo femminile da materiale ad etereo, fatto di cielo ed atmosfera, che ha raddoppiato all’incirca le valutazioni di 5-7 milioni per essere aggiudicato a 10,7. L’opera venne in origine acquistata dagli Spaak che furono fra i primi e più importanti mecenati per Magritte e rimase da allora nella stessa famiglia. Ad avere superato le stime anche altri due lavori dello stesso autore «Ceci est un morceau de fromage» venduto a 1,9 milioni (da 1-1,5) e «La malédiction» che ha totalizzato 952.500 euro, più del triplo della stima alta di 300mila. Pezzo unico ben conteso è stata poi la collana «Swirling sea necklace», ideata da Salvador Dalì nel 1954 ed eseguita dai gioiellieri newyorchesi Alemany & Co. di New York ad imitazione delle spumeggianti onde del mare, che ha trovato un compratore per 736.600 euro (da 300-500mila). Realizzata in oro con pendenti di perle, smeraldi e zaffiri proveniva dalla collezione Schlumberger, creata infatti da Dalì per la moglie di Pierre Schlumberger, São. Ottimi risultati inoltre per Oscar Dominguez con «Paysage fantastique» a 990.600 euro (da 650-850mila) e Francis Picabia con «Lu-Li» a 508mila (da 150-200mila), mentre il paesaggio onirico e sospeso di Paul Delvaux in «Woman with a Rose» del 1936 è stato aggiudicato entro le stime a 2,4 milioni, miglior risultato in Francia per l’artista (la stima era 2-3 milioni). Unico invenduto significativo la «Femme au ballon» di Picasso, del 1929, proposta a 900mila-1,5 milioni, che proprio a Parigi da Sotheby’s nel 2009 aveva cambiato proprietario per quasi 470mila euro. Il bilancio per la major è più che positivo: se si considerano congiuntamente le due aste hanno realizzato un totale combinato di 89,7 milioni, un risultato che rappresenta più del 50% di incremento rispetto alle stesse vendite dell’anno scorso e il totale più alto ottenuto per una vendita di opere da proprietà diverse presso Sotheby’s a Parigi.
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