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Le opere di Georg Baselitz hanno viaggiato dalla Germania fino al tempio di Taimiao a Perchino per il ciclo di mostre «Deutschland 8: arte tedesca in Cina»

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Le opere di Georg Baselitz hanno viaggiato dalla Germania fino al tempio di Taimiao a Perchino per il ciclo di mostre «Deutschland 8: arte tedesca in Cina»

L’arma tedesca per conquistare il mondo: die Kultur

Un progetto del Governo per coordinare i prestiti dei musei all’estero

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Catherine Hickley

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Il Ministero degli Esteri tedesco ha in programma un’iniziativa per coordinare una serie di importanti mostre internazionali con le opere dei musei del Paese. Il progetto rientra in una campagna avviata da Andreas Görgen, capo della Cultura e della Comunicazione per il Ministero, per promuovere la presenza della cultura tedesca nel mondo e favorire lo scambio con istituzioni e curatori stranieri.

Görgen spiega che la sua visione per una «politica culturale postnazionale» va al di là strategie nazionali come le sedi distaccate del Louvre e del Guggenheim o le partnership del British Museum. «I musei tedeschi sono ancora all’inizio, ci dice. Durante il suo periodo a Dresda il meraviglioso Martin Roth ha dato un forte impulso a questo aspetto. È giunto il momento di portare avanti la sua iniziativa». Roth, ex direttore delle Staatliche Kunstsammlung Dresden, le Collezioni di Stato di Dresda, e del Victoria & Albert Museum di Londra, è scomparso lo scorso agosto. È stato lui nel 2007 a lanciare per la prima volta un programma per una collaborazione più stretta a progetti internazionali, spiega Görgen, ricevendo il sostegno del Ministero degli Esteri. L'idea però è poi stata accantonata per diversi anni.

Un approccio globale alla politica culturale ha per Görgen due obiettivi: promuovere la cultura tedesca all’estero e dare ai musei stranieri accesso alle collezioni e al sapere delle istituzioni tedesche. «Dovremmo essere disponibili a liberare le cose dal contesto delle nostre collezioni e a lasciare che altri curatori le guardino e le affrontino nel loro contesto, circostanza che potrebbe portare a un’interpretazione del tutto diversa», spiega. A Görgen inoltre interessa il potenziale della digitalizzazione e della realtà virtuale, che può permettere di esporre gli oggetti senza la necessità di spostarli.

In uno scenario politico globale di crescente nazionalismo e autoritarismo, aggiunge Görgen, per il Ministero degli Esteri tedesco è importante favorire «l’accesso alla cultura e all’educazione in un mondo in cui lo spazio per la cultura e l’educazione è costantemente limitato in molti luoghi e con molti strumenti. Siamo perciò consapevoli di promuovere qualcosa che molti vedono come una minaccia. La dissoluzione dei confini tradizionali».

I musei tedeschi hanno già presentato diverse importanti mostre all’estero, tra cui «Deutschland 8: arte tedesca in Cina», una rassegna contemporanea in otto sedi di Pechino conclusasi il mese scorso. Ma per poter allestire questo tipo di eventi, rileva Görgen, i musei spesso «passano più tempo a trovare i fondi che a occuparsi di curare le mostre». L’agenzia proposta dal Ministero degli Esteri faciliterebbe l’accesso ai finanziamenti, ai permessi di esportazione e ai visti.

Marion Ackermann, direttrice delle Staatliche Kunstsammlung Dresden, che con i suoi 15 musei organizza ogni anno diverse mostre all’estero e ha un dipartimento internazionale ad hoc, ha raccolto l’eredità di Roth, organizzando a settembre il convegno «Il ruolo dei musei enciclopedici in tempi politici complessi». «Quando si ha a che fare con temi critici, spiega, ossia tutto quello che va al di là della presentazione di capolavori della raccolta, è utile avere la consulenza e il sostegno del Ministero degli Esteri».

Görgen ha invitato al Ministero la Ackermann e altri direttori di musei tedeschi, tra cui Peter Weibel del centro ZKM di Karlsruhe e Udo Kittelmann della Nationalgalerie di Berlino, per discutere della nuova agenzia delle mostre prima della discussione parlamentare sui fondi, e assicura che il focus principale sarà quello culturale, non politico o diplomatico. «L’idea è quella di creare un’agenzia per i musei, e sono questi a doversi attivare se sono interessati, afferma Görgen. Ci assicureremo che abbiano i soldi per dare vita ai loro progetti». Per il futuro, conclude Görgen, «stiamo già pensando a mostre su Beuys e Grosz».

Le opere di Georg Baselitz hanno viaggiato dalla Germania fino al tempio di Taimiao a Perchino per il ciclo di mostre «Deutschland 8: arte tedesca in Cina»

Catherine Hickley, 15 gennaio 2018 | © Riproduzione riservata

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