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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoli«Come altri artisti della sua generazione, Evan Roth (Lansing, 1978), spiega la studiosa modenese Chiara Dall’Olio, inizia a utilizzare la Rete come piattaforma per la libera circolazione delle informazioni e condivisione delle opere d’arte create in formato digitale. Successivamente la coscienza su che cosa sia la Rete cambia in Roth: internet non è più quello spazio utopico, immateriale, atemporale in cui scambiare liberamente contenuti, ma un luogo dove si esercita un potere accentrato e monetizzato, utilizzato anche per il controllo e la sorveglianza».
Dall’Olio, curatrice di Fondazione Modena Arti Visive (Fmav), introduce la personale «Mondi distorti» visibile fino all’11 febbraio a Palazzo Santa Margherita: la rassegna presenta lavori realizzati da Roth tra 2013 e 2023 e si apre con l’inedito «“…” [dot dot dot]», che domina la sala centrale, composto da un prisma triangolare sospeso e rovesciato, formato da un intreccio di cavi ethernet. Intorno a questo lavoro la serie di dipinti «Strands», la serie di video «Skyscapes» prodotta a partire da fotografie manipolate, l’installazione di video localizzati in rete «Landscapes», la serie di sculture «Bent Networks». Roth conduce inoltre due incontri nell’ambito di Fmav Scuola di alta formazione coordinata da Claudia Löffelholz: il 19 gennaio ad Ago Modena Fabbriche Culturali e il 20 una masterclass gratuita (prenotarsi sul sito).
Fino all’11 febbraio Fmav propone altre tre rassegne. Alla Palazzina dei Giardini «Strahlen/Raggi» a cura di Lorenzo Respi, dedicata all’artista e compositore tedesco Carsten Nicolai (1965) conosciuto come Alva Noto, con opere recenti e un progetto inedito. «Con il titolo della mostra, spiega Respi, alludiamo non solo alle leggi fisiche di propagazione delle particelle luminose e delle onde sonore, ma in termini poetici anche all’energia emanata dall’oggetto-opera d’arte concepito dal genio creativo umano. Esplorando gli ambiti di transizione tra musica, arte e scienza, Noto intende superare le barriere percettive e sensoriali dell’uomo cercando di sintetizzare i fenomeni fisici, come il suono e la luce, in un’unica esperienza immersiva e plurisensoriale. Il risultato estetico dell’intervento dell’artista su questi eventi fisici prende forma attraverso installazioni site specific e dipinti nei quali un complesso codice di segni acustici e visivi mette in stretta relazione il corpo umano e lo spazio circostante, cercando di annullarne la distanza fisica attraverso l’interazione sensoriale». Sempre a Palazzo Santa Margherita sono ancora visitabili «Logos. Le immagini parlano», a cura di Chiara Dall’Olio, e «Regione e Sentimento. Itinerari italiani illustrati» (nel Museo della Figurina), a cura di Francesca Fontana, con 20 illustrazioni inedite dell’illustratore piemontese Riccardo Guasco.

Una veduta dell’allestimento delle sculture «Bent Networks» di Evan Roth. © Rolando Paolo Guerzoni
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