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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliArte contemporanea e diritti umani è il tema del meeting avvenuto il 21 settembre, presso la sede dell’Associazione Civita a Roma, quale atto conclusivo di un anno esatto di mostre itineranti e conferenze promosse da Progetto Genesi, associazione fondata da Letizia Moratti nel 2020. Oltre alla stessa Moratti, sono intervenuti Gianni Letta, Presidente dell’Associazione Civita, Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Marco Magnifico, Presidente del Fai, e Dario Franceschini, Ministro della Cultura. Al termine, sono seguite conferenze con interventi di esperti.
Progetto Genesi ha visto, dal 21 settembre 2021, l’esposizione itinerante in quattro città italiane (Varese, Assisi, Matera, Agrigento) delle opere d’arte contemporanea della Collezione Genesi, costituita da Letizia Moratti con l’intento di rendere l’arte ambasciatrice dei diritti umani. La collezione, curata da Clarice Pecori Giraldi (la curatela delle mostre è di Ilaria Bernardi), è costituita da opere di artisti di tutto il mondo, da Shirin Neshat a Shilpa Gupta, da Pascale Marthine Tayou a Monica Bonvicini, Liu Bolin, JR, Sodeh Doavoud, Leila Aloui ecc.
Attori di questa iniziativa che ha messo al centro il tema della civiltà del rispetto universale, declinato nelle forme dell’antirazzismo, della coesistenza interetnica, della pace, della non violenza e del dialogo interculturale, ma anche dell’ambiente e della difesa dei diritti della donna, sono stai il Fai-Fondo per l’Ambiente Italiano, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il Mic, la Commissione nazionale per l’Unesco e Rai per il Sociale.
I testi nel catalogo Silvana Editoriale, gli interventi di esperti nei numerosi incontri in presenza e online che hanno accompagnato le mostre, oltre alla stessa intensa attività educativa e formativa che ne ha fatto da corredo, hanno sviluppato i numerosi temi in questione connessi a un argomento così vasto e drammatico.
Tra di essi, quelli dell’identità multiculturale, fondato sul reciproco rispetto tra i popoli, delle vittime di violenza di stato, dei pregiudizi connessi al colore della pelle, della condizione femminile nel mondo, dell’urgenza a preservare l’equilibrio tra umano e natura, per concludere con quella della civiltà dell’accoglienza, mirata ai migranti che chiedono di non morire.

«Stories of Martyrdom» dalla serie «Women of Allah» (1994) di Shirin Neshat
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