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I cartoni del ciclo «La Vita di Urbando VIII», 1664-78, Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica-Palazzo Barberini

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I cartoni del ciclo «La Vita di Urbando VIII», 1664-78, Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica-Palazzo Barberini

A Palazzo Barberini è stato riallestito il Salone Pietro da Cortona

Alle pareti della grande sala centrale pendono ora i cartoni per gli arazzi del ciclo «La vita di Urbano VIII», fatti realizzare dal cardinale Francesco Barberini, tra il 1664 e il 1678, da artisti della cerchia di da Cortona

Guglielmo Gigliotti

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Un riallestimento storico permette di riportare Palazzo Barberini ai fasti delle sue origini, quando, sotto il papato di Urbano VIII (1623-44), si affermò come cuore pulsante della vita culturale e politica della Roma pontificia e «arbitro del gusto» dell’incipiente Barocco europeo. Alle pareti della grande sala centrale delle Gallerie Nazionali di Arte Antica-Palazzo Barberini, il Salone Pietro da Cortona, pendono ora i cartoni per gli arazzi del ciclo «La vita di Urbano VIII», fatti realizzare dal cardinale Francesco Barberini, tra il 1664 e il 1678, da artisti della cerchia di da Cortona. 

Tale ciclo di arazzi, ora esposto in parte ai Musei Vaticani, fu concepito dal colto cardinal nepote proprio per dar sfoggio delle glorie terrestri e celesti del casato barberiniano, sulle pareti del Salone Pietro da Cortona. Tutto ciò in piena continuità tematica e morale con il grandioso affresco della volta, dipinto da Pietro da Cortona nel 1632-39, rappresentante «Il Trionfo della Divina Provvidenza», ovvero, nella fattispecie, il trionfo del papato barberiniano, premiato dalla Divina Provvidenza, che incarica la Fama di incoronare il pontificato di Maffeo Barberini. Grazie a un restauro, svolto dal laboratorio delle Gallerie nazionali d’arte antica, il ciclo ha anche recuperato la lucentezza originaria. Si possono quindi ora ammirare le magniloquenti scene, dipinte a tempera a grandi pennellate su carta da spolvero, che narrano, tra biografia e allegoria, le gesta di un papa colto, astuto e potente. 

Antonio Gherardi firma «Maffeo Barberini si addottora a Pisa» e «Maffeo Barberini presiede alla bonifica del lago Trasimeno». Fabio Cristofani si è occupato dei capitoli concernenti «L’elezione di Urbano VIII» e la «Consacrazione della Basilica Vaticana». Giuseppe Belloni ha dipinto «La Devoluzione del Ducato di Urbino». Pietro Locatelli ha dato forma alla scena in cui «Urbano VIII riceve l’omaggio delle Nazioni» e quella concernente l’erezione della «Fortificazione del Gianicolo». Esposte in mostra anche le riproduzioni fotografiche dell’arazzo, nato dal cartone di Giacinto Camassei, con «Urbano VIII invoca la protezione dei Santi Pietro e Paolo contro la peste» e quello di Pietro Locatelli con «Urbano VIII conclude la pace in Italia».

I Barberini fecero realizzare gli arazzi da un’arazzeria appositamente creata nel 1627, la Manifattura Barberini. L’impulso fu il dono, da parte di Luigi XIII di Francia, di sette arazzi realizzati su disegni di Rubens. Dalla grandeur parigina al grandioso romano.

Guglielmo Gigliotti, 15 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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A Palazzo Barberini è stato riallestito il Salone Pietro da Cortona | Guglielmo Gigliotti

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