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Redazione
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C’è un uomo intrappolato nel «Cloud Gate» (2004) la scultura pubblica specchiante di Anish Kapoor a Chicago, familiarmente chiamata il «Bean» (il fagiolo)? A sostenerlo, con una serie di post sui social e una manifestazione dal vivo, è un gruppo di attivisti che si fa chiamare Man in Bean Coalition.
Dopo la diffusione di alcuni video che documentavano la protesta del 31 luglio davanti al «Fagiolo», i Man in Bean contano ora più di 33mila follower su Instagram. Al grido di: «Siamo rumorosi, siamo cattivi, c’è un uomo nel Bean! Urleremo, grideremo: Anish Kapoor, fallo uscire!». Stando alla Man in Bean Coalition infatti nel «Cloud Gate» sin dal 2004, anno di inaugurazione dell’opera, vivrebbe una persona. Kapoor, dicono, «ha rapito un bambino e lo ha messo dentro il “Bean”».
L’opera è composta da lastre d’acciaio inossidabile specchiante, ma anche il materiale è guardato con sospetto dalla Coalition, convinta che la superficie del «fagiolo» sia in realtà uno specchio unidirezionale, che permette al presunto prigioniero di vedere fuori senza essere visto. Le basi dell’installazione sarebbero poi dotate di «prese d’aria e di cibo» per la sopravvivenza dell’ignoto inquilino. Il gruppo sta esortando i cittadini preoccupati a contattare Brendan Reilly, assessore del 42mo distretto di Chicago, quello in cui è stato installato il «Cloud Gate». «Come chiunque altro apprezzo le parodie divertenti e ho sempre accolto con favore il coinvolgimento del pubblico, ha replicato Reilly via social, tuttavia, questa bufala online ha portato a un forte aumento delle chiamate al mio ufficio e rispondere a tutte alla fine è una distrazione per il mio ufficio dal lavoro reale che svolgiamo ogni giorno per il 42mo distretto e per la città di Chicago».
«C’è un uomo intrappolato all’interno del Bean di Chicago, ha insistito la Coalition in una dichiarazione rilasciata a Time Out Chicago. Questo è un fatto. Non stiamo recitando, non siamo satirici e non siamo un meme. Non c’è niente di divertente in un uomo tenuto prigioniero in una gigantesca struttura metallica come il “Cloud Gate”. Forse se i vostri media prendessero più sul serio la nostra causa, saremmo disposti a fornire ulteriori risposte alle vostre domande».
Tanto virale clamore è caduto a fagiolo, è il caso di dirlo, per una catena di pizzerie, la deep-dish di Lou Malnati che l’8 agosto, in risposta a un commento a uno dei post Instagram del gruppo, ha scritto: «C’è un uomo nel “Bean”. Negli anni, molti nostri fattorini gli hanno consegnato delle pizze. Nel nostro sistema è registrato come “Nome: Uomo nel, Cognome: Bean Please free m”. Purtroppo, il nostro sistema ha un limite di caratteri e non gli ha permesso di compilare il resto».
Anche Stuart Semple, l’artista britannico da tempo in conflitto con Kapoor per il suo accesso esclusivo al Vantablack, il nero più nero del mondo, non si è lasciato sfuggire l’occasione e ha commentato il post schierandosi dalla parte dell’uomo nel fagiolo: «Deve essere liberato!!! ❤️», scrive.
Con il suo esterno riflettente e l’interno sigillato «Cloud Gate», superfotogenica attrazione di un parco che riceve circa 25 milioni di visitatori all’anno, è un contenitore ideale per la satira e le teorie del complotto. La campagna di Man in Bean Coalition è l’ennesima prova della capacità del «Fagiolo» di contenere moltitudini e, forse, anche un uomo.
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