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Il Castello di Cannero fotografato da un drone

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Il Castello di Cannero fotografato da un drone

La Vitaliana verrà salvata

In programma il restauro dell'antica fortezza, amata anche dalla regina Vittoria

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

La presentazione nella Sala convegni Intesa Sanpaolo del libro I Castelli di Cannero, la rinascita della Vitaliana, edito da Scalpendi con il sostegno del Gruppo bancario, è stata l’occasione per ufficializzare l’avvio dei restauri dei Castelli (con il nuovo museo che vi sorgerà) e per presentare il progetto dell’intervento firmato da Salvatore Simonetti.

Il restauro, in programma da molti anni ma mai realizzato, prende corpo per volere dei principi Vitaliano e Marina Borromeo Arese nel cinquecentesimo anniversario dell’insediamento (ottobre 1519) di Lodovico Borromeo sui resti del piccolo castello di Malpaga, edificato a pelo d’acqua nel XIV secolo dai cinque famigerati briganti fratelli Mazzarditi su uno dei minuscoli isolotti rocciosi affacciati su Cannero, da tempo diroccato e da lui sostituito con la fortezza Vitaliana, così detta in onore dei Vitaliani di Padova, da cui la casata discende.

Come nella migliore tradizione dei romanzi dell’800, la Vitaliana avrebbe subito assalti, confische, cambi d’uso (nel 1645 diventò perfino una zecca clandestina), per poi decadere progressivamente fino a diventare, con l’edificio che sorge sull’isolotto minore, una rovina pittoresca che sedusse numerosi pittori e, nel 1879, anche la regina Vittoria.

Tutta da leggere la sua storia, ricostruita nel libro da Marco Carminati, al cui testo si aggiungono quelli di taglio archeologico, archivistico e architettonico di Paolo Lampugnani, Francesca Garanzini, Lorena Barale e Salvatore Simonetti. Fra circa tre anni, al termine dei restauri ora avviati (sostenuti anche da Intesa Sanpaolo), la Vitaliana sarà visitabile e offrirà un museo multimediale (accessibile ai disabili) entrando a far parte dei circuito storico-artistico del Lago Maggiore, con Isole Borromee, Parco Pallavicino, Villa Taranto, Eremo di Santa Caterina, Rocca di Arona, San Carlone e Rocca di Angera.

L’imponente progetto di recupero, spiega Simonetti, si fonda sulla «salvaguardia di una rovina, senza ricostruzioni che negherebbero la sua dimensione storica». Nei Castelli di Cannero si potrà rivivere la vita (bellicosa) del Cinquecento e conoscere i personaggi illustri che vi sono passati. Il percorso di visita riguarderà la corte Malpaga e la corte Vitaliana e comprenderà un itinerario a cielo aperto, recuperando il sistema degli antichi percorsi di ronda.

Nella Corte Vitaliana sarà visitabile anche la cappella affrescata del 1526. Previsti anche il recupero funzionale dell’antica limonaia e la possibilità di salire sulla sommità della torre, da cui si gode di una vista impareggiabile. Nella torre troverà posto la sezione museale che presenterà i protagonisti delle vicende costruttive, politiche e sociali dei castelli attraverso apparati multimediali.
 

Il Castello di Cannero fotografato da un drone

Ada Masoero, 28 dicembre 2019 | © Riproduzione riservata

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