Ha aperto al pubblico una nuova quadreria, collocata a Palazzo Rossi Poggi Marsili e frutto della riunione dei dipinti appartenenti al vasto patrimonio delle antiche Opere Pie bolognesi, da tempo riunite nella Azienda pubblica di Servizi alla Persona (Asp) della Città di Bologna.

La nuova galleria, curata da Marco Riccòmini, si compone cinquanta tra tavole e tele di maestri prevalentemente bolognesi, realizzate tra il Cinquecento e il Settecento. Alle pareti delle otto sale espositive sono collocate opere di maestri noti e meno noti, tra cui spicca la «Stanza del Gandolfi» con sette tele di Ubaldo Gandolfi. I lavori vennero commissionati dal marchese Gregorio Filippo Maria Casali Bentivoglio Paleotti, tra il 1768 e il 1776, e da questi donate all’antica Confraternita del Baraccano.

La collezione è il frutto di lasciti durante 500 anni di storia ed è costituita da dipinti, arredi, suppellettili come antichi presepi. Materiali catalogati, ma che dovranno essere studiati a fondo. Altri beni delle antiche opere pie bolognesi (tra cui gli enti Giovanni XXIII, Poveri Vergognosi e Irides) sono stati concessi in comodato d’uso gratuito al Mibact, alla Soprintendenza per il patrimonio storico di Bologna (Pinacoteca Nazionale), al Comune di Bologna (Collezioni comunali d’arte) e all’Azienda ospedaliera S. Orsola Malpighi.

Alcune delle opere dell’Asp sono attualmente in mostre temporanee, come «Un presepe “ritrovato” dal Conservatorio di Santa Marta» al Museo Davia Bargellini (4 dicembre-15 gennaio 2017; nella foto), a cura di Mark Gregory D'Apuzzo, Antonella Mampieri, Gioia Lanzi e Fernando Lanzi. La mostra ordina sette statuette dei secoli XVIII e XIX emerse dai depositi dell’Opera Pia dei Poveri Vergognosi e provenienti dal Conservatorio femminile bolognese di Santa Marta.