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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliPesantemente danneggiata dal forte sisma del maggio 2012, l’ex Chiesa di San Bartolo, a Ferrara, verrà sottoposta a lavori che inizieranno a breve e si concluderanno entro la fine del 2028. L’edificio, con l’annesso monastero, versa in cattive condizioni conservative, se si eccettua una piccola parte che ospita la residenza psichiatrica Il Convento.
Per garantire tutela e fruibilità futura del complesso, è stata firmata una convenzione tra l’Azienda sanitaria di Ferrara, proprietaria del monumento e la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna e le Province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara con il fine di prevedere la verifica del rischio sismico, la riduzione della vulnerabilità strutturale e il restauro vero e proprio.
Per l’intervento sono a disposizione 3,5 milioni di euro, di cui 1,5 del MiC e 2 del Commissario delegato per l’emergenza sisma della Regione Emilia-Romagna, provenienti dall’Agenzia Regionale Ricostruzioni. «La convenzione, spiega Francesca Tomba, dirigente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, ci permette di lavorare tra enti pubblici per sviluppare un unico progetto. La Soprintendenza è a disposizione dell’Ausl per lavorare al recupero di un edificio molto interessante, a partire dai suoi affreschi. L’intervento, tra il resto, apre molte possibilità di conoscenza del bene».
Una veduta degli affreschi nell’ex Chiesa di San Bartolo, a Ferrara
L’origine dell’antico Monastero ferrarese di San Bartolo (o San Bartolomeo) è dibattuta, essendo alternativamente assegnata alla contessa Ada o Latta, moglie di Ottone I nell’854 oppure all’869 come conseguenza di un «privilegio» che l’imperatore Ludovico II concesse a cinque nobili ferraresi canonici dell’antica Cattedrale di San Giorgio. Già nella prima metà dell’anno Mille il monastero era in possesso di numerose terre coltivate che i monaci benedettini hanno gestito fino alla soppressione in epoca napoleonica.
Oggi l’impianto del complesso è di stampo tardo duecentesco; nel XIII secolo all’esterno della chiesa venne costruito un protiro sostenuto da quattro colonne di marmo bianco e su un architrave della porta si legge la data 1293-94, riferita alla porzione per certo fatta edificare dall’abate Cristoforo.
Degli interni la parte di maggior pregio artistico era senz’altro rappresentata dagli affreschi datati al 1260-94 e attribuiti al Maestro di San Bartolo. Le pitture, che raffigurano l’Ascensione, il Collegio apostolico, le Storie di san Bartolomeo, gli Evangelisti e un ciclo incompleto con allegorie dei Mesi, alla fine degli anni Settanta sono state staccate dalla chiesa e restaurate. Oggi sono esposte nella Pinacoteca Nazionale di Ferrara in Palazzo dei Diamanti.
Una veduta della facciata dell’ex Chiesa di San Bartolo, a Ferrara
Una veduta dell’interno dell’ex Chiesa di San Bartolo, a Ferrara
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