Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Luana De Micco
Leggi i suoi articoli«Portare l’arte nei luoghi di vita, del quotidiano, dove si abita, si lavora, o dove si è solo di passaggio». È con queste parole che la ministra francese della Cultura, Fleur Pellerin (poco prima di essere sostituita da Audrey Azoulay, ha lanciato un progetto innovativo in favore dell’arte contemporanea, che prende il nome di «1 immeuble, 1 œuvre» (1 palazzo, 1 opera). Il progetto è il seguente: ogni volta che ci si accinge a costruire un nuovo edificio, o a ristrutturare un edificio già esistente, sarà acquisita un’opera d’arte che verrà installata negli spazi comuni.
L’ambizione è che a breve termine migliaia di opere d’arte abbelliscano palazzi di ogni tipo, abitazioni, uffici, o a uso misto, piccoli e grandi, in tutta la Francia, in modo da «democratizzare» l’arte, renderla quindi più accessibile a tutti. Perché «l’arte sia ovunque e non solo nei musei, non solo nei saloni dei mecenati. Se diventa parte integrante della vita di ognuno di noi e della vita collettiva, non sarà più inaccessibile», ha detto la ministra Pellerin, che da più di un anno moltiplica le misure in favore dell’arte contemporanea e dei giovani artisti. E che difende l’idea dell’arte nei luoghi pubblici, una pratica ricorrente a Parigi, dove però negli ultimi mesi si sono anche verificati atti di vandalismo ai danni di opere di artisti famosi: «Ho particolarmente a cuore questa battaglia in un momento in cui gli artisti contemporanei vedono le loro opere danneggiate in pubblico», ha aggiunto Fleur Pellerin.
Si ricordano in particolare i danni arrecati alle opere di Anish Kapoor e di Paul McCarthy, esposte rispettavamente nei giardini della reggia di Versailles e in place Vendôme, a Parigi. Il programma «1 palazzo, 1 opera» ricorda a suo modo la legge italiana nota come del «2 per cento» che prevede che il 2% appunto delle somme destinate alla costruzione di edifici pubblici, debba essere destinato «al loro abbellimento mediante opere d’arte». Ma che è soltanto raramente applicata. In Francia il progetto, lanciato lo scorso 16 dicembre, riguarda le imprese private, non la committenza pubblica. E sono già tredici i leader nel settore delle costruzioni ad averlo firmato, tra cui i gruppi Accor, Vinci Immobilier, Emerige, Eiffage Immobilier, Bnp Paribas Real Estate e Bouygues Bâtiment Ile-de-France. «Nel nostro mestiere, in genere non abbiamo un contatto diretto con l’arte. Eppure non appena il ministro ce ne ha parlato, il progetto ci ha conquistati. È al contempo visionario e appassionante. Questo avvicinamento tra arte e costruzione è simbolico», ha osservato Alexandra François-Cuxac, presidente della Fpi-Fédération des promoteurs immobiliers.
Secondo quanto previsto dalla «carta», le aziende firmatarie possono sia fare appello a un artista, commissionandogli un’opera originale, sia acquistare un’opera già esistente. E per fare la loro scelta, hanno la possibilità di consultarsi con gli esperti dei Frac, Fonds régionaux d’art comteporain, che fanno capo al Ministero della Cultura. Sul documento si legge ancora che le aziende si «assumeranno i costi di produzione e di installazione dell’opera» e che «si impegneranno alla giusta remunerazione dell’artista». Si faranno anche carico della «conservazione e dell’eventuale restauro» dell’opera stessa. Per assicurarsi che il progetto venga applicato, il Ministero ha nominato un comitato strategico e artistico. Vi fanno parte, con mandato di tre anni, Jean de Loisy, presidente del Palais de Tokyo, l’artista Fabrice Hyber e la gallerista Marion Papillon, vicepresidente del Comitato delle gallerie d’arte. I primi progetti realizzati saranno esposti al Palais de Tokyo nel 2017 e tre premi saranno attribuiti ogni anno (Grand Prix, Prix de l’Émergence e Prix du public).
Altri articoli dell'autore
Un’inedita panoramica della raccolta che comprende oltre 35mila opere su carta realizzate tra XX e XXI secolo sarà allestita al Grand Palais mentre il Beaubourg è chiuso per restauri
178 stampe dell’Institut national d’histoire de l’art di Parigi sono ospiti in Svizzera, alla Fondation Giannada, che già nel 1992 aveva ospitato la mostra «Da Goya a Matisse. Stampe della collezione di Jacques Doucet»
Al Mucem di Marsiglia l’artista francese presenta una versione più politica ed esistenziale della mostra presentata al Madre di Napoli nel 2022
Dopo le mostre dedicate al Medioevo e al Rinascimento, la Collezione Al Thani celebra la storia del gioiello dal 1700 al 1950



