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L’aula X delle Terme di Diocleziano era uno degli ingressi al percorso termale: al suo interno il sepolcro dei Platorini e due tombe a camera ricavate nel tufo rinvenute lungo la via Portuense nel 1951

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L’aula X delle Terme di Diocleziano era uno degli ingressi al percorso termale: al suo interno il sepolcro dei Platorini e due tombe a camera ricavate nel tufo rinvenute lungo la via Portuense nel 1951

La Crypta Balbi come grande quartiere culturale al centro di Roma

Dalla Crypta alle cinque grandi aule delle Terme di Diocleziano: il direttore Stéphane Verger racconta come cambieranno i primi due dei quattro maestosi musei del Museo Nazionale Romano

Il progetto per trasformare il Museo Nazionale Romano (Mnr), annunciato il 25 gennaio scorso, è vasto e radicale: il cambiamento riguarda un insieme di quattro grandi musei archeologici della capitale (Crypta Balbi, Terme di Diocleziano, Palazzo Altemps e Palazzo Massimo), tre dei quali conservano ed espongono il meglio dell’arte preromana fino al tempo dell’imperatore Diocleziano.

I lavori previsti sono imponenti e non saranno finiti in tempo per il Giubileo 2025 e per le scadenze del 2026 imposte dal Pnrr, come conferma lo stesso direttore Stéphane Verger a cui abbiamo chiesto di spiegare il significato e la linea scelta per rinnovare la missione culturale affidata al Mnr. «Il lavoro si svolgerà a tappe. Prima di tutto dobbiamo rispettare i tempi stabiliti dal finanziamento del Pnc, il Piano Nazionale per investimenti Complementari al Pnrr. Tutti i fondi, anche quelli italiani, destinati ai 14 progetti dei “grandi attrattori turistici” scadono insieme a quelli del Pnrr a fine 2026».

Lei ha annunciato che dei 103 milioni previsti per realizzare i progetti dei quattro musei, ben 71 (quindi più di due terzi) saranno spesi per la Crypta Balbi, che pochi conoscono ma che occupa un intero isolato nel centro di Roma. Perché questa scelta?
La Crypta Balbi è un luogo speciale: si tratta di salvare e rendere alla città di Roma un insieme di spazi e di edifici di epoche diverse, da quella romana al Rinascimento e oltre, attualmente chiusi e in uno stato di degrado assoluto. Esiste già un museo ed è l’unica parte già pronta. Dobbiamo salvare il resto, cioè il 90% dell’isolato. Abbiamo già messo in sicurezza le strutture più a rischio.

Sono possibili crolli pericolosi?
Sicuramente. La Crypta Balbi è l’impegno primario e più gravoso di tutto il progetto: sarà trasformata in un quartiere culturale al centro di Roma. Riapriremo il museo e gli altri spazi verranno restituiti alla comunità: una caffetteria, una trattoria, alcuni laboratori artistici dati in concessione, mentre un’intera parte sarà dedicata a centri di studio e ricerca scientifica e documentazione. Avremo anche una foresteria per studiosi e studenti, e ambienti per mostre ed eventi. Recupereremo 8.500 mq e 25mila mq di edifici.

Quindi il progetto è già partito e i lavori iniziati?
La Crypta Balbi è una priorità assoluta, è la parte strategica di tutto il programma di tutela e di valorizzazione. I lavori sono in corso e seguono un piano temporale a lotti successivi: l’isolato resterà a lungo chiuso al pubblico. Salveremo edifici storici che risalgono al ’300 e ’400, come quello su via dei Delfini che conserva soffitti in legno dipinti e saranno inseriti nel percorso del museo.
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Come interverrete nelle altre sedi del Mnr, a cominciare dalle Terme di Diocleziano?
Il programma è molto complesso soprattutto per le Terme di Diocleziano che pongono i problemi maggiori. Attueremo il piano di restauro previsto dal soprintendente Daniele Manacorda più di vent’anni fa. Inizieremo dalle grandi aule delle Terme, uniche a conservare le volte originali. Adotteremo soluzioni precise anche per le sue strutture monumentali, alcune chiuse da anni in attesa di restauro. C’è anche un grande edificio occupato dall’Università di Roma 3 che svolge compiti che interessano il Museo, come il Laboratorio del Falso. È un settore dell’Università che studia le falsificazioni e le tecniche per scoprirle e lavora con i Carabinieri del Nucleo Tpc.

Oggi le grandi aule delle Terme sono in parte chiuse al pubblico.
Quello delle cinque aule monumentali sarà uno degli spazi più spettacolari della Roma antica. Ospiteranno grandi capolavori come l’enorme statua dell’Artemide di Ariccia e altre opere viste soltanto in occasione della mostra del 1911 sulla Romanità, allestita per i cinquant’anni dell’Unità d’Italia. Cominceremo però con la riapertura dell’accesso storico alle Terme da piazza della Repubblica: un ingresso monumentale attraverso l’aula IX delle Terme che affiancherà quello attuale davanti alla Stazione Termini. Collegherà il Museo con la Basilica di Santa Maria degli Angeli, l’edificio di Roma 3 e il nuovo Museo dell’Arte Salvata.

Il percorso è interrotto dalla strada di via Cernaia che impedisce il passaggio e isola proprio il Museo dell’Arte Salvata dal resto del museo. Risolverete il problema?
Via Cernaia è una grave ferita: non solo ostacola la continuità del percorso museale nel Museo delle Terme, ma ha diviso in due una delle Palestre romane, il cui pavimento a mosaico è sepolto sotto la strada. Per questo stiamo trattando con il Comune: il progetto per l’attraversamento di via Cernaia esiste dagli anni ’80 e prevede di creare un tunnel sotto la strada. È complicato attuarlo perché quella strada è un asse viario importante. Anni fa sono stati stanziati per questo 10 milioni: mai spesi, sono ancora disponibili in aggiunta a quelli del Pnc. Ma la decisione dipende dal Comune di Roma con il quale c’è un buon rapporto. Stiamo discutendo per poter pedonalizzare questo tratto di via Cernaia e comunque creare un doppio attraversamento in galleria. Restano aperte questioni tecniche di organizzazione urbanistica.

I depositi del Mnr sono pieni di reperti mai visti. Finalmente verranno esposti? Dove?
Molti troveranno posto proprio nel Museo delle Terme, tra i chiostri Ludovisi e Michelangelo. Nelle gallerie superiori del chiostro di Michelangelo esistono spazi importanti. La prima cosa è liberarlo, e lo faremo presto: gli uffici della Soprintendenza Speciale di Roma andranno a Palazzo Massimo, quella del Parco dell’Appia a Palazzo Altemps. Creeremo un percorso continuo lungo le gallerie dei due chiostri. Intorno al Chiostro di Michelangelo sarà in mostra la storia di Roma in quattro tappe. Dalla protostoria dell’XI secolo all’VIII a.C. Si vedranno le prime tombe della cultura laziale, la prima iscrizione, la prima immagine di gatto domestico. Ci saranno le grandi tombe principesche del VI secolo a.C., scavate a Castel di Decima e lungo la Laurentina, da sempre nei depositi. La terza ala sarà dedicata alla nuova archeologia con gli scavi più recenti nelle città del Lazio. La quarta racconterà l’epoca della Repubblica. Nelle gallerie del Chiostro Ludovisi sarà esposta l’età imperiale fino a Diocleziano. Negli ultimi decenni è stato fatto un enorme lavoro sulle necropoli di Roma che hanno dato informazioni inedite sugli abitanti di allora: salute, malattie, alimentazione, oggetti della vita quotidiana. Ora una commissione scientifica sta studiando quale sia il modo migliore per comunicare tutto questo ai visitatori.

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Edek Osser, 28 aprile 2023 | © Riproduzione riservata

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