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La Corte dei Conti ha criticato severamente la gestione del Louvre

© Musée du Louvre

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La Corte dei Conti ha criticato severamente la gestione del Louvre

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La Corte dei Conti francese bacchetta la gestione del Louvre

Il rapporto pubblicato ieri, relativo al periodo 2018-24, evidenzia un uso poco equilibrato delle «abbondanti risorse» di cui dispone il museo più visitato al mondo e raccomanda una riorganizzazione delle priorità di bilancio: meno progetti di richiamo e più investimenti sulla sicurezza. Ma la direttrice Des Cars non ci sta e rivendica le scelte fatte   

Luana De Micco

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Il Louvre ha preferito investire «in progetti visibili e di richiamo», a discapito però «della manutenzione degli impianti tecnici, compresi quelli per la sicurezza, e della ristrutturazione del palazzo. Interventi che sono indispensabili a garantire il buono e duraturo funzionamento dell’istituzione, la qualità dell’accoglienza del pubblico, delle condizioni di lavoro adeguate per il personale e la corretta tutela delle opere». 

A neanche tre settimane dal clamoroso furto dei gioielli della corona di Francia, il 19 ottobre scorso, la Corte dei Conti di Parigi ha pubblicato ieri un rapporto molto severo sulla gestione delle «abbondanti risorse» di cui dispone il museo parigino, che ha accolto lo scorso anno 8,9 milioni di visitatori: nel periodo esaminato, tra il 2018 e il 2024, «solo» 26,7 milioni di euro sono stati investiti per la messa a norma delle installazioni tecniche e 59,5 milioni per il restauro del palazzo, somme irrisorie in confronto ai 105 milioni spesi per l’acquisto di opere e i 63 milioni per rinnovare gli allestimenti e la museografia. 

Nel 2024, ancora solo il 62% delle sale dell’ala Denon, la più frequentata anche perché ospita la «Gioconda», erano attrezzate con almeno una telecamera (contro il 51% nel 2019). La Corte ha criticato anche il progetto «Nouvelle Renaissance», promosso dal presidente Emmanuel Macron, e che prevede tra le altre cose la creazione di una nuova sala per la «Gioconda», con ingresso e biglietto separati, oltre che la creazione di un nuova porta di ingresso del museo, sulla facciata della Colonnade di Claude Perrault, per rispondere all'affollamento del museo. Progetto che è stato avviato, scrive la Corte, senza «studi preliminari di fattibilità tecnica e architettonica», né di una «definizione delle esigenze funzionali, una valutazione finanziaria o di un impatto sui flussi di visitatori». 

Il rapporto mette anche in evidenza il rischio di sovraccosti imprevisti: i costi del resto sono già lievitati, poiché ormai il progetto è stimato ormai 1,15 miliardi di euro, contro 667 milioni annunciati a giugno. «Il furto non è stato un incidente isolato, ma è il sintomo di una fragilità sistemica», ha detto Pierre Moscovici, presidente della Corte. Il rapporto contiene anche dieci raccomandazioni per il museo. Tra queste, si consiglia di «ridimensionare, a partire dal 2026, il budget destinato alle acquisizioni di opere, sopprimendo nel decreto statutario dell'istituzione la regola di destinare il 20% delle entrate della biglietteria ed eliminando la possibilità di destinare i proventi della licenza di marchio e del fondo di dotazione allo stesso fine». 

Si intima poi di «attuare senza indugi il piano direttivo generale di ristrutturazione e du garantirne il finanziamento nel tempo, assegnando in via prioritaria le risorse proprie dell'istituzione, nonché i versamenti del fondo di dotazione generati dalla licenza di marchio del Louvre Abu Dhabi». 

Ieri mattina stessa, in risposta alla pubblicazione del rapporto, di cui alcuni primi elementi preoccupanti erano già emersi al momento del furto dei gioielli, il museo in un comunicato ha criticato la «metodologia seguita dalla Corte» che, tra l'altro, ha incluso nel suo studio sia il periodo della crisi sanitaria del Covid-19 (2020-2021) sia quello delle Olimpiadi di Parigi (estate 2024): «Il Louvre si rammarica, è scritto, che questi due elementi molto determinanti non siano stati presi in considerazione nell'analisi che la Corte ha fatto di alcune decisioni prese». La direzione del museo ha comunque accettato di seguire la «maggior parte delle raccomandazioni» formulate dalla Corte: «La gestione del più grande museo del mondo e del più visitato può essere oggetto di un giudizio equilibrato solo se quest'ultimo si basa sul lungo termine», si legge nel comunicato.

 Intervenuta a Radio France Info stamattina, la presidente-direttrice del Louvre, Laurence des Cars, ha difeso il suo bilancio: «Penso che la Corte abbia torto a essere così severa, ha detto. Ho applicato queste priorità perché penso che i francesi siano molto legati all'arricchimento del loro patrimonio culturale». Des Cars ha anche sottolineato di aver «attinto ai bilanci di funzionamento per aumentare la sorveglianza delle sale del museo». Più di 134 telecamere digitali, precisa, sono state installate tra il 2023 e il 2025

Luana De Micco, 07 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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