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Particolare di un busto di Ippolito Rosellini, conservato al Museo Archeologico di Firenze

Foto tratta da Wikipedia. Foto: Sailko | CC BY 2.5

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Particolare di un busto di Ippolito Rosellini, conservato al Museo Archeologico di Firenze

Foto tratta da Wikipedia. Foto: Sailko | CC BY 2.5

L’Egittologia come disciplina accademica è un primato italiano: compie 200 anni

Fu nell’anno accademico 1825-26 che lo studioso orientalista Ippolito Rosellini a Pisa cominciò a parlare agli studenti di storia e lingua dell’antico Egitto

Vittorio Bertello

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L’Egittologia come scienza accademica compie 200 anni ed è un primato che appartiene al nostro Paese. Il professore era un giovane orientalista, Ippolito Rosellini, uno dei pochissimi studiosi approcciatosi alla neonata disciplina, che presentò agli studenti dell’Università di Pisa nozioni di storia e lingua dell’antico Egitto. Era l’anno accademico 1825-26, e Pisa anticipava così Parigi di sei anni: in Francia solo nel 1831 fu infatti istituita una cattedra di Egittologia, che venne affidata a Jean-François Champollion.

«Questo primato per Pisa fu possibile anche grazie al sostegno di Leopoldo II di Toscana, spiega Gianluca Miniaci, docente di Egittologia al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. Tanto interesse da parte del Granduca aveva anche delle motivazioni pratiche: Livorno all’epoca era la porta europea per tutte le antichità faraoniche».

Ogni corte europea aspirava infatti a possedere una propria collezione egizia e Livorno fu scelta come principale approdo per questo particolare commercio. Navi cariche di cereali e prodotti esotici partivano da Alessandria d’Egitto e arrivavano nel porto toscano portando anche statue, sarcofagi, mummie e papiri. I magazzini livornesi si riempirono così di reperti che oggi ammiriamo nei musei di Torino, Firenze, Bologna, Londra, Parigi, Berlino, Vienna, Leida.

«Nacque perfino un vero e proprio turismo specializzato con antiquari, collezionisti e studiosi che si recarono nella città toscana per vedere di persona questa preziosa mercanzia», dice Mattia Mancini del gruppo di ricerca di Miniaci, che ha condotto studi nell’Archivio di Stato di Livorno.

L’Egittologia con Rosellini non si fermò alle lezioni. Insieme a Champollion, lo studioso pisano progettò un viaggio scientifico nella Valle del Nilo, finanziato dal granduca di Toscana Leopoldo II e da Carlo X di Francia. La spedizione franco-toscana del 1828-29 fu la prima missione egittologica vera e propria mai realizzata. Rosellini e Champollion portarono con loro disegnatori che avevano il compito di documentare il materiale preso dalle pareti di templi e tombe. La parte toscana della spedizione arrivò nel porto di Livorno tra novembre e dicembre del 1829 con circa 2mila reperti per il Museo Archeologico di Firenze e un patrimonio di documenti, oggi conservato presso la Biblioteca Universitaria di Pisa: oltre 20mila carte, tra quaderni di appunti, note manoscritte, lettere, testi e oltre mille disegni.

Per celebrare questa ricorrenza «tonda», gli egittologi dell’Ateneo pisano in onore di Rosellini hanno allestito un programma di eventi: incontri, un convegno internazionale a dicembre e una mostra in cui saranno esposte le pagine delle prime lezioni di Rosellini, insieme ad altri documenti conservati presso la Biblioteca Universitaria di Pisa, come antichi volumi, note manoscritte e i disegni realizzati durante la spedizione franco-toscana.

Vittorio Bertello, 23 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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