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Elena Franzoia
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Prima mostra dedicata al Gran Condé, cugino di Luigi XIV
Dal 5 settembre al 2 gennaio, lo Jeu de Paume del Domaine de Chantilly dedica la prima mostra mai realizzata alla poliedrica personalità di Luigi II di Borbone (1621-86). Curata dal conservatore del Musée Condé Mathieu Deldicque e allestita dallo studio parigino Jung Architectures, la mostra «Il Gran Condé. Il rivale del Re Sole?» esalta già dal titolo gli apparenti contrasti e le affascinanti contraddizioni che hanno caratterizzato vita e carattere del proprietario del Domaine, iniziatore delle celebri collezioni.
Suddivisa in due sezioni tematiche, la mostra restituisce modernità e fascino a questo carismatico protagonista del Grand Siècle indagandone da un lato l’abile costruzione dell’immagine pubblica, impostata sul mito del giovane eroe vittorioso alla cui propaganda contribuirono celebri ritratti e fastose celebrazioni, tanto da consacrarlo all’indomani della Battaglia di Rocroi, vinta a soli 21 anni, «Alessandro Magno di Francia».
Dall’altro, la mostra ricostruisce la sfarzosa e meno nota vita privata di questo principe mecenate, che fece di Chantilly una seconda Versailles più tollerante e libera, coinvolgendo i maggiori progettisti dell’epoca (André Le Nôtre e Jules Mansart) e ospitando letterati come Molière, Racine, La Bruyère, La Fontaine, Madame de La Fayette e Madame de Sévigné, oltre ad artisti come Charles Le Brun e Pierre Mignard. Inevitabile il confronto-scontro con il cugino re Luigi XIV, di cui la mostra pone però in discussione l’accesa rivalità tradizionalmente tramandata, focalizzando piuttosto i complessi rapporti di mutua fascinazione e dipendenza.
Così, se è vero che il Grand Condé (così chiamato dopo le vittoriose campagne durante la Guerra dei Trent’anni) appoggiò la Fronda contro il giovane cugino e la reggente Anna d’Austria, è altrettanto vero che poté continuare a condurre una lussuosa esistenza conservando le proprie enormi proprietà, fino alla riabilitazione e al perdono ottenuti dal Re Sole dopo la fastosa accoglienza a Chantilly del 1671 e soprattutto dopo la Battaglia di Seneffe, con cui nel 1674 Condé sconfisse Guglielmo di Orange.
La mostra affida a 120 opere e documenti provenienti dai più importanti musei francesi e stranieri (tra cui Musée de l’Armée di Parigi, Reggia di Versailles, Louvre, Victoria and Albert Museum) il compito di ricostruire la figura dell’influente aristocratico, raccogliendo un variegato spettro di materiali che comprendono dipinti, incisioni e piani di battaglie, prime edizioni di opere letterarie e teatrali, disegni antichi, sculture e sete dipinte, di cui molti giunti a Chantilly per la prima volta dopo la Rivoluzione. Oltre che un capitolo di storia, la mostra ambisce infatti a tratteggiare un manifesto estetico del Seicento francese. Volontà ribadita dal catalogo riccamente illustrato, che include recenti ricerche e contributi specialistici dedicati non solo all’insigne personaggio, ma anche alla sua inimitabile epoca.
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