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Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliNel 2025 Amsterdam celebra i 750 anni dalla propria fondazione, avvenuta nel 1275, con un ricco calendario di eventi. Tra i più significativi, spicca la mostra «Artus Quellinus scultore di Amsterdam» (fino al 27 ottobre) realizzata al e dal Palazzo Reale in stretta collaborazione con il Rijksmuseum. Dal celebre museo proviene il curatore Biekevan der Mark, cui si deve anche il catalogo disegnato da Irma Boom. Resa possibile dalla disponibilità del re Guglielmo Alessandro, la mostra rende omaggio a uno dei più influenti scultori del Secolo d’Oro, periodo in genere più celebre per l’eccezionale produzione pittorica, riunendone un centinaio di capolavori provenienti da collezioni locali e internazionali, di cui molti mai finora esposti nei Paesi Bassi. Eccezionale anche la sede, quel Palazzo Reale, ex Municipio barocco di Amsterdam, che di Quellinus (1609-68) rappresenta il lascito artistico più significativo, ospitandone l’imponente decorazione scultorea composta da centinaia di statue in marmo e bronzo. Anche grazie all’opera dello scultore originario di Anversa, che ricevette l’incarico nel 1650 dal consiglio comunale dopo il suo ritorno da Roma e terminò 15 anni dopo, il palazzo acquisì una monumentalità fino ad allora ignota al contesto olandese, tanto da diventare famoso come «l’ottava meraviglia del mondo».
«Grazie alle ampie ricerche svolte dal Rijksmuseum, le opere di Artus Quellinus, e in particolare il suo magnum opus di Palazzo Reale, hanno acquisito una nuova rilevanza, afferma la direttrice delle collezioni reali Claudia Hörster. Questi studi approfondiscono le nostre conoscenze, aumentano il nostro apprezzamento e ci permettono di osservare l’artista sotto una nuova luce. La mostra nasce da una meravigliosa interazione, sul piano sia della competenza sia della creatività». In preparazione dell’evento, il Rijksmuseum aveva infatti avviato un approfondito progetto di ricerca interdisciplinare partendo da un gruppo di circa 35 modelli e schizzi in terracotta, attualmente suddivisi tra Rijksmuseum e Amsterdam Museum, realizzati da Quellinus in preparazione della decorazione del Municipio, che rimane il progetto scultoreo più prestigioso e ambizioso mai realizzato nella Repubblica Olandese. L’obiettivo era indagare, comparando materiali archivistici, storico artistici e scientifici, una delle più grandi e importanti botteghe di scultura dell’Europa seicentesca, suddivisa tra Amsterdam e la città natale di Anversa, dove lo scultore tornò nel 1665 nonostante la prestigiosa nomina a «scultore di Amsterdam».
Nato in una famiglia di artisti molto vicina e amica del grande Rubens, da cui fu fortemente influenzato ma anche incoraggiato a proseguire nella scultura, Quellinus si recò a Roma per alcuni anni intorno al 1635, studiando la scultura antica e contemporanea e apprendendo la capitale e rivoluzionaria lezione berniniana. La protezione dell’affermato scultore di Bruxelles François du Quesnoy plasmò ulteriormente lo sviluppo artistico di Quellinus, di cui il Palazzo Reale di Amsterdam conserva alcuni capolavori assoluti come il celebre «Atlante», le sofisticate sculture della Burgerzaal e quello che viene definito «la “Ronda di Notte” della scultura fiamminga»: il Tribunale. La mostra rende omaggio anche alla grande versatilità di Quellinus, perfettamente a suo agio con scale e materiali differenti, come dimostrano piccole e intime sculture realizzate in materiali come avorio, legno e terracotta accostate a figure in marmo dalle impressionanti dimensioni. Ne sono un esempio il «San Pietro» della Chiesa di Sant’Andrea ad Anversa e la «Pallade Atena» del Museum Kurhaus Kleve, in Germania, che in via del tutto eccezionale hanno lasciato le loro sedi usuali. Circa 60 sono invece le opere provenienti dal Rijksmuseum.

Artus Quellinus, «Corte di Giustizia», 1652-55, Amsterdam, Palazzo Reale. Photo: Benning & Gladkova