Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliIl fiorentino Palazzo Medici Riccardi custodisce oltre a quelle medicee le memorie collezionistiche legate alla ricca e colta famiglia dei marchesi Riccardi, banchieri fedelissimi dei Medici da cui acquistarono il palazzo nel 1659, raddoppiandone l’estensione (segnata dal loro simbolo araldico, la chiave) e chiamando a lavorarci Giovan Battista Foggini e Luca Giordano. Se purtroppo oscillazioni del gusto ed esigenze pratiche portarono a una radicale ristrutturazione degli interni michelozziani, con ad esempio la costruzione di uno scalone che determinò la perdita del prezioso studiolo quattrocentesco di Piero il Gottoso, ai Riccardi si deve la prosecuzione di quelle collezioni archeologiche che già avevano caratterizzato il gusto mediceo. Poco noto e frequentato ma di notevole interesse, nei sotterranei del palazzo è stato aperto nel 2019 un percorso archeologico che racconta i circa 2mila anni di storia del sito grazie a un’accurata campagna di scavi, valorizzata da un moderno allestimento progettato dallo studio Palterer & Medardi. Mentre le vetrine accolgono i reperti rinvenuti, gli scavi consentono di vedere una porzione dell’originario letto del torrente Mugnone, resti di una sepoltura tardoantica e parti di elementi architettonici come murature, pavimenti, pozzi, scale e cisterne che testimoniano le funzioni assunte nel tempo da questi spazi, sotto i primi Medici adibiti a stalle e poi a cantine e ambienti di servizio. Il percorso si conclude con l’appena riallestito Museo dei Marmi, aperto nel 2005. Curato da Fondazione MUS.E e finanziato dalla Direzione Cultura della Città Metropolitana di Firenze il progetto ha interessato anche la prima sala del percorso archeologico, con l’introduzione di un nuovo video.
Nel Museo dei Marmi la riqualificazione ha riguardato illuminazione, apparati espositivi e supporti informativi, caratterizzati da didascalie e totem bilingue (italiano e inglese). Di particolare interesse il riposizionamento della bella collezione di busti antichi dei marchesi Riccardi provenienti dalla villa di Gualfonda, alcuni dei quali restaurati per l’occasione. Il progetto ha goduto della consulenza del curatore delle collezioni archeologiche delle Gallerie degli Uffizi, Fabrizio Paolucci, cui si deve un ordinamento museologico tematico che facilita la comprensione dei reperti. Quando infatti il palazzo, nel 1810, venne alienato al demanio, solo una parte della collezione Riccardi fu trasferita nelle collezioni pubbliche, mentre il resto rimase all’interno dell’edificio ed è oggi visibile tra il Museo dei Marmi e il percorso di visita al primo piano. Si tratta soprattutto di busti marmorei di età romana raffiguranti filosofi, eroi, atleti e imperatori, ma non mancano calchi in gesso raffiguranti Augusto e Agrippa, i cui originali furono donati da papa Sisto IV a Lorenzo il Magnifico nel 1471, o quelli di Caligola e Nerone, acquistati dai Riccardi nel 1669.
Di particolare fascino i ritratti affiancati di vecchio (I secolo d.C.) e bambino (III secolo d.C.), testimonianza di quell’attitudine psicologica tipica della ritrattistica romana ben visibile anche nel busto della pochissimo amata moglie di Adriano, Vibia Sabina (II sec. d.C.), che apre la visita al museo. Una curiosità è rappresentata da una testa maschile del I secolo d.C. in cui era originariamente ravvisabile Alessandro Magno, ma che fu probabilmente rielaborata in età moderna con i tratti di Giuliano de’ Medici.

Museo dei Marmi, Firenze, Palazzo Medici Riccardi. Photo courtesy Fondazione MUS.E

Museo dei Marmi, Firenze, Palazzo Medici Riccardi. Photo courtesy Fondazione MUS.E
Altri articoli dell'autore
Nuovo allestimento in nove sale del Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, che ha deciso di riallestire a cadenza annuale le collezioni in mostra. Ne parlano il direttore degli Uffizi Simone Verde e la curatrice Vanessa Gavioli
Dopo le polemiche sulla nomina del nuovo presidente Marco Corsini, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ne conferma l’incarico coadiuvato da Andrea Cosentino, Elisabetta Berti, Maurizio Toccafondi e Gianni Pozzi
Dopo David Zwirner e prima della Royal Academy di Londra, lo Zentrum Paul Klee rende omaggio all’ultranovantenne artista inglese: oltre 50 dipinti e 12 disegni ne ripercorrono gli ultimi trent’anni
Per la prima volta il Rjiksmuseum ha dato carta bianca a un’artista contemporanea che, selezionando opere dai depositi, esplora come vengono rappresentate le persone affette da problemi di salute mentale