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Sarvy Geranpayeh
Leggi i suoi articoliUn tesoro di documenti storici rubati dall’Archivio Nazionale dei Paesi Bassi all’Aia è stato recuperato dal «detective dell’arte» Arthur Brand. I 25 pezzi, tra cui alcuni documenti inseriti nel Registro della Memoria del Mondo dell’Unesco, sono stati scoperti in una soffitta e poi inviati a Brand, che ha operato in stretta collaborazione con la polizia olandese per esaminarli, verificarne l’autenticità e restituirli. L’Archivio era all’oscuro del furto.
Il materiale recuperato comprende documenti relativi alla Compagnia Olandese delle Indie Orientali (Voc), nonché il primo diario di bordo di Michiel de Ruyter, ammiraglio olandese del ’600, un libro che descrive in dettaglio le riunioni segrete del Governo tra il 1592 e il 1604 e una polemica lettera di un cavaliere, risalente al 1445 e lunga 4 metri.
Tra i documenti della Voc vi è anche un rapporto della prima riunione della Compagnia, tenutasi nel 1602, su cui compare quello che si ritiene possa essere il primo logo aziendale al mondo. Un altro documento descrive in dettaglio una visita della Voc nel 1700 all’imperatore moghul in India.
Le attività commerciali e militari della Voc contribuirono ad affermare i Paesi Bassi come superpotenza mondiale dell’epoca. La Compagnia fu però anche pesantemente coinvolta nella tratta degli schiavi e nell’oppressione delle popolazioni delle colonie olandesi.
Il diario di bordo di De Ruyter, scritto di suo pugno, racconta la sua prima esperienza navale: la battaglia di Capo San Vincenzo del 1641, in cui gli olandesi si schierarono con i portoghesi contro gli spagnoli. De Ruyter combatté in tre delle quattro guerre anglo-olandesi, conflitti navali combattuti nei ’600 e ’700; è inoltre ricordato per aver guidato nel 1667 il Raid sul Medway, una sconfitta umiliante per la Marina britannica. Il suo intervento nella terza guerra anglo-olandese del 1672-74 impedì un’invasione, ed è considerato il suo maggior successo. «Ha salvato i Paesi Bassi molte, molte volte da flotte più grandi provenienti dall’Inghilterra, dalla Spagna e dalla Francia, ricorda Brand. È considerato il salvatore dei Paesi Bassi».
Brand definisce la lettura del diario di De Ruyter «un’esperienza incredibile» e cita il netto cambiamento riscontrato nella calligrafia dell’ammiraglio durante la battaglia, dove diventa visibilmente tremolante. Secondo le sue stime una singola lettera di De Ruyter vale circa 20mila euro: la collezione recuperata include un diario di bordo completo.
A detta di Brand i resoconti della Voc sui viaggi compiuti in India, Indonesia, Sudafrica, Caraibi ed Europa, ricchi di incontri con imperatori, pirati e battaglie navali, sono paragonabili alla lettura dell’Isola del tesoro di Robert Louis Stevenson.
Una scoperta da capogiro
La storia della scoperta dei «tesori», racconta Brand a «The Art Newspaper», è iniziata quando qualcuno, nel ripulire la soffitta di un parente malato e incapace, ha trovato una scatola che gli è parso «potesse contenere qualcosa di importante». In cerca di consigli, ha contattato un ex insegnante di storia dell’Università che, dopo aver visto il contenuto, lo ha indirizzato a Brand, molto conosciuto per aver recuperato opere rubate di grande valore, tra cui un dipinto di Van Gogh restituito al Groninger Museum nel 2023.
«Mi hanno mandato delle foto e ho capito subito che si trattava di un tesoro», racconta Brand. I suoi sospetti sono stati confermati quando ha visto gli oggetti di persona e ha accettato di prendere in custodia la scatola a una condizione: qualora il contenuto fosse risultato rubato, sarebbe stato restituito al legittimo proprietario. Raggiunto l’accordo, ha contattato la polizia olandese e poi, dopo aver verificato l’importanza dei documenti, l’Archivio Nazionale. «Loro [l’Archivio Nazionale] non sapevano che fossero stati rubati, spiega. Poi però hanno visto le foto di questa scatola a casa mia».
Brand e la polizia sospettano che gli oggetti siano stati rubati nel 2015 da un ex dipendente dell’Archivio, che vi aveva lavorato per un anno. Questi probabilmente aveva preso in prestito del denaro dalla persona nella cui soffitta sono stati trovati i documenti e aveva lasciato la scatola come garanzia, senza mai tornare a reclamarla. Il presunto ladro è poi morto. «L’indagine quindi si ferma qui», chiosa Brand, che trova surreale restituire «questi tesori del mondo» in una «scatola da un negozio da un euro» in cui erano stati conservati.
Nonostante fossero spariti da un decennio, Brand sottolinea che i documenti sono in «perfette condizioni». In una dichiarazione pubblicata sul «NL Times», l’Archivio Nazionale, custode di alcuni dei documenti più emblematici della storia olandese, ha confermato di non essersi resa conto che gli oggetti erano stati rubati.
«Sapevamo della mancanza di alcuni, ma i motivi potevano essere svariati, ha dichiarato un portavoce. Per esempio, un documento poteva essere stato accidentalmente archiviato in una collocazione errata. Gestiamo più di 145 chilometri di archivi, oltre 15 milioni di fotografie e 300mila mappe e disegni. Con tali numeri, è impossibile avere un inventario completo di tutti i documenti».

Un diario di bordo compilato da Michiel de Ruyter. Foto Arthur Brand
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