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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliAllucinazione, percezione falsata e illusione possono aprire nuove dimensioni. È una condizione particolare analizzata dalla Galleria Gagliardi e Domke con «Reflection», una personale di Stefania Fersini, fino al 9 gennaio, e con la collettiva «Illusion», fino al 16 aprile.
La giovane artista torinese presenta un dipinto in trompe l’œil che simula uno specchio nel quale si riflette l’ambiente circostante (il soffitto, le pareti e una tela bianca). La sala spoglia e l’assenza dell’immagine dello spettatore che non si può specchiare generano un vuoto che mette in discussione la realtà, la sua rappresentazione e lo stato dell’arte contemporanea, dove tutto sembra essere già stato fatto.
L’illusione come pratica di conoscenza è anche al centro delle opere dei sei artisti esposte al piano terra. Tra queste «I is someone else» di Glaser/Kunz, un video, cinque «statue» e alcune sedie vuote che generano un cortocircuito fra realtà, arte, vita e finzione.
In «Obelisco» di Fabio Viale, invece, un traliccio dell’alta tensione è illuminato al proprio interno per manifestare tutta l’energia di cui, nella realtà, è soltanto conduttore.
Un gioco inverso è alla base di «Reale virtuale» di Piero Fogliati, che colloca una lampadina con un filamento di carta sopra un faretto incassato, illudendo il visitatore sulla provenienza del fascio luminoso.
Vi sono poi inediti paesaggi 3d di Giuliana Cunéaz, che simulano dipinti di Caspar David Friederich e William Turner, e opere di Davide Coltro e Richi Ferrero.
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