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Camilla Sordi
Leggi i suoi articoliUn orologio da tasca in oro appartenuto a uno dei passeggeri del Titanic è diventato recentemente il reperto più costoso mai recuperato dal transatlantico. Il pezzo, battuto all’asta il 22 novembre da Henry Aldridge and Son, ha raggiunto la cifra di 1,78 milioni di sterline (circa 2,3 milioni di dollari). Il raffinato segnatempo, un Jules Jurgensen in oro 18 carati, accompagnò nella sua tragica traversata Isidor Straus, imprenditore statunitense e co-proprietario dei grandi magazzini Macy’s. L’oggetto era stato un dono della moglie Ida per il suo 43º compleanno, nel 1888. La coppia rimase insieme fino all’ultimo momento, quando il Titanic iniziò a inabissarsi nelle prime ore del 15 aprile 1912. Straus rifiutò un posto in una scialuppa per dare la precedenza ad altri passeggeri, e Ida decise di non abbandonarlo. Testimoni raccontano che furono visti per l’ultima volta seduti l’uno accanto all’altra, su due sedie a sdraio, ad attendere la fine.
Il corpo di Straus fu recuperato e, con esso, l’orologio. Da allora il cimelio è passato attraverso diverse generazioni della famiglia prima di essere ceduto all’asta. Sia il segnatempo sia una lettera scritta da Ida e spedita dalla nave sono stati esposti al Titanic Museum di Pigeon Forge (Tennessee). La lettera, caratterizzata dal raro timbro postale TransAtlantic7, è stata aggiudicata per 122,5 mila sterline (160,3 mila dollari).
Fino a pochi mesi fa, il record per un oggetto collegato al Titanic apparteneva a un altro orologio d’oro venduto sempre da Henry Aldridge and Son: un Tiffany & Co. donato al comandante del RMS Carpathia da tre sopravvissuti, tra cui la moglie di John Jacob Astor. Il risultato in asta? 1,56 milioni di sterline (1,97 milioni di dollari). «Gli orologi da tasca sono tra gli oggetti personali più intimi» ha dichiarato Andrew Aldridge, amministratore delegato della casa d’aste. «Ogni persona a bordo - passeggero o membro dell’equipaggio - portava con sé una storia, e a 113 anni di distanza questi oggetti continuano a raccontarla. Sono testimonianze che mantengono vivo il ricordo di una delle più grandi tragedie del Novecento».
Tra i lotti più attesi c’era anche l’unica lista superstite dei passeggeri di prima classe, venduta per 103,7 mila sterline (135,7 mila dollari). Il documento proveniva dagli effetti personali di Frederick Sutton, un altro viaggiatore di prima classe che perse la vita nel naufragio. L’elenco comprendeva istruzioni pratiche per i passeggeri - dalle tariffe del telegrafo alle modalità per ottenere sedie a sdraio e coperte - insieme ad annotazioni sulla rotta e alle mai realizzate “disposizioni di arrivo a New York”. Prima dell’asta, le pagine erano state restaurate da un conservatore professionista. Una borsa di tela appartenuta a Sutton, contenente piccoli oggetti personali come un anello, un fischietto, un coltello, tre cucchiai e alcune monete, è stata invece venduta per 67,375 sterline (88.170 dollari).
Sutton, originario del Regno Unito e trasferitosi negli Stati Uniti nella seconda metà dell’Ottocento, aveva costruito un notevole patrimonio grazie a un’impresa d’importazione di caffè, a investimenti immobiliari e all’attività bancaria. A 61 anni, e dopo un viaggio in Inghilterra consigliato dal suo medico, stava rientrando nella sua casa nel New Jersey quando il Titanic colpì l’iceberg. Le circostanze della sua morte restano incerte: alcune testimonianze sostengono che sia deceduto in una scialuppa e poi consegnato al mare, altre che sia rimasto intrappolato nella cabina. I suoi beni furono recuperati e inviati a Halifax, in Nuova Scozia, insieme ai corpi e agli altri oggetti rinvenuti. La famiglia li conservò per oltre un secolo prima di renderli pubblici. E infine disperderli nell'asta di Henry Aldridge and Son, valsa nel complesso 3 milioni di sterline (3,9 milioni di dollari). Sintomo che la tragedia è ben distante dall'aver esaurito il suo fascino drammatico.
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