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Sprüth Magers

Courtesy of Art Basel

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Sprüth Magers

Courtesy of Art Basel

Art Basel Miami Beach 2025: il report finale delle vendite

La fiera più importante degli Stati Uniti si è conclusa il 7 dicembre dopo cinque giorni di grandi affari

Camilla Sordi

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La 24ª edizione di Art Basel Miami Beach si è chiusa sotto il sole di dicembre con un’impressionante serie di vendite-top. Tra stand affollati, corridoi risonanti e installazioni luminose che riflettevano sul pavimento del Convention Center, il collezionismo internazionale continua a puntare deciso su grandi nomi, artisti storici e nuove promesse contemporanee. A dominare la scena, come annunciato già nelle anteprime, è stata la tela del 1977 di Andy Warhol, intitolata «Muhammad Ali», venduta da Lévy Gorvy Dayan per la cifra clamorosa di 18 milioni di dollari, record per quest’anno in fiera. Poco distante, nello spazio di David Zwirner, un’imponente «Abstract Painting» di Gerhard Richter ha trovato acquirente per 5,5 milioni di dollari, ribadendo l’attrazione per i maestri del XX secolo e l’interesse per il colore e la pittura pura. Ancora più in alto, la galleria Hauser & Wirth ha piazzato un «Untitled (Taxi Painting)» di George Condo a 3,995 milioni di dollari, a testimonianza del fatto che l’arte figurativa contemporanea continua a essere un porto sicuro per i grandi collezionisti.

Allo stand di White Cube, la vendita di «Untitled Woman» (1978) di Willem de Kooning per 2,85 milioni di dollari ha dimostrato che anche capolavori storici su carta mantengono un proprio, stabile mercato. Nella stessa scuderia, «When the Heart Speaks» (2005) di Damien Hirst ha raggiunto 2,5 milioni di dollari, segno che le opere concettuali e provocatorie mantengono il loro fascino e il loro valore. Un dipinto attribuito a Pablo Picasso ha lasciato lo stand di Almine Rech per circa 2,9 milioni di dollari, ricordando che anche nella contemporaneità il peso dei grandi nomi del secolo scorso resta fondamentale. Altri due dipinti di Alex Katz, «Orange Hat 2» (1973) e «Wildflowers 1» (2010), venduti da Thaddaeus Ropac rispettivamente per 2,5 e 1,5 milioni di dollari, hanno incarnato la crescente rivalutazione della pittura post‑pop e del minimalismo urbano nel mondo del collezionismo internazionale. Sul fronte della pittura contemporanea americana, la vendita da P·P·O·W dell’opera «Tai Ping Tien Kuo» (1982) di Martin Wong a 1,6 milioni di dollari ha confermato l’interesse per la pittura underground e la sua rilevanza nell’economia dell’arte. 

Pace Gallery, Elmgreen & Dragset. Courtesy of Art Basel

Lisson Gallery. Courtesy of Art Basel

A testimonianza di un mercato che cerca anche volti e stili attuali, Sprüth Magers ha venduto «Divided Single Portrait» (2025) di George Condo per 1,8 milioni di dollari e «Open Forms» (2024) dello stesso artista per 1,2 milioni. Due operazioni che mostrano quanto la sperimentazione attuale possa ancora competere con i nomi da museo. Nello spazio di Pace Gallery, «Heroines, Beyoncé, Serena and Althea» (2020) di Sam Gilliam è passata di mano per 1,1 milioni di dollari, testimonianza del rinnovato interesse per l’astrazione e la pittura coloristica su tela grande. Mentre dalla galleria Lehmann Maupin è uscita «Some/One» (2014) di Do Ho Suh per 1 milione di dollari. Tra le sculture e le opere in materiali particolari, l’installazione «God Painting ‘I Dream A Lot’» (2025) di Rashid Johnson, venduta da David Kordansky per 750 mila dollari, e «Study for Uffizi: A Bouquet of Flowers No. 4» (2018) di Cai Guo‑Qiang, portata via da White Cube per la stessa cifra, hanno dimostrato che i medium contemporanei - pittura su lino, materiali misti, esplorazioni tematiche - continuano a interessare collezionisti alla ricerca di opere non convenzionali. Anche la scultura «Labor: Sound Bath» (2022) di Reggie Burrows Hodges, venduta da KARMA per 750 mila dollari, ha dato un segnale favorevole riguardo l’arte concettuale e il suo mercato.

Non è mancato spazio anche per i lavori su carta e medie dimensioni. «CONCENTRATE» (2025) di Antony Gormley, sempre da White Cube, è stata venduta per 500 mila dollari, mentre Gladstone Gallery ha trovato acquirente per «The Seated IV» (2019) di Wangechi Mutu a 850 mila dollari. Tra i dipinti astratti e minimalisti, Timothy Taylor ha venduto un’opera di Agnes Martin per 550 mila dollari, mentre Lisson Gallery ha piazzato un dipinto «Untitled» (2015) di Anish Kapoor per circa 500 mila dollari, sottolineando l’interesse per astrazione e scultura pittorica. Infine, la scelta per la cromia e la materia si è manifestata anche in un contesto più intimo. Pace Gallery ha venduto «Cadmium Red Brain on Mauve Background above Blue Water» (2025) di Loie Hollowell per 450 mila dollari, mentre la scultura in legno e metallo «Half Circle Runner» (1979) di Richard Hunt ha lasciato White Cube per 1 milione di dollari, dimostrando che anche medium meno convenzionali mantengono un peso sul mercato.

Camilla Sordi, 09 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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