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Alessia De Michelis
Leggi i suoi articoliFino a qualche settimana fa, il più grande labirinto circolare registrato in India era composto da 11 circuiti, record battuto da una nuova scoperta con un diametro di oltre 15 metri e 15 circuiti.
Secondo quanto riportato dal «The Times of India», il labirinto circolare più grande mai rinvenuto fino ad ora nel Paese (secondo nella «classifica» generale, sul cui podio rimane il labirinto quadrato di Gedimedu, con un diametro di 17 metri) è stato trovato nella regione della prateria di Boramani, nel distretto di Solapur, per merito dell’archeologo Sachin Patil del Deccan College di Pune. I dettagli saranno pubblicati il prossimo anno dalla rivista britannica specializzata «Caerdoria», il cui editore, Jeff Saward, ha dichiarato: «Questo labirinto appartiene alla famiglia classica, ma l’aggiunta di una spirale al centro è una caratteristica molto specifica dell’India, spesso chiamata “chakravyuh”. Questo è sicuramente il più grande labirinto realizzato con rocce in India con così tanti circuiti circolari».
Questo ritrovamento rivela nuovi elementi per stabilire e ricostruire gli antichi legami commerciali tra Ter a Dharashiv e Roma, le cui radici risalirebbero a circa 2mila anni fa. «La regione che comprende Kolhapur, Karad e Ter era un importante centro per il commercio estero, ha affermato al giornale indiano P.D. Sabale, capo dipartimento del Deccan College. Precedenti scavi a Bramhapuri nel 1945 hanno portato alla luce una statua del dio greco-romano del mare Poseidone e uno specchio di bronzo lucido. La presenza di labirinti a Sangli, Satara e Solapur suggerisce che l’intera fascia fosse una vivace rotta commerciale (o “Via della Seta”) per i mercanti greco-romani».
«Oltre alla navigazione, i labirinti sono associati alla fertilità in molte culture e fungono da strumenti di meditazione. A livello locale, sono chiamati “kode” (puzzle), ma sono noti anche come “chakravyuh”, “manchakra” e “yamadwar” in diverse tradizioni», ha spiegato Patil che, dopo un’accurata disamina del sito, inizialmente intercettato dalla Ong Nature Conservation Circle (con un team costituito da Pappu Jamadar, Nitin Anvekar, Dhananjay Kakade, Bharat Chheda, Aditya Zhingade e Sachin Sawant), ne ha riconosciuto e confermato l’importanza lo scorso 17 dicembre.
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