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Testa di Harihara, X secolo, Cambogia

Courtesy of National Museum of Asian Art, Smithsonian Institution. Photo: Robert Harrell

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Testa di Harihara, X secolo, Cambogia

Courtesy of National Museum of Asian Art, Smithsonian Institution. Photo: Robert Harrell

Smithsonian: due sculture in arenaria e una statua in bronzo fanno il loro ritorno in Cambogia

Dopo un’indagine interna, il National Museum of Asian Art, che fa capo all’istituto di Washington, ha restituito le tre opere entrate nella propria collezione da due distinte donazioni

Alessia De Michelis

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Il Nmaa-National Museum of Asian Art dello Smithsonian Institution di Washington ha restituito al Governo della Cambogia tre importanti sculture, i primo atto del genere nell’ambito della nuova politica di Shared Stewardship and Ethical Returns, adottata nell’aprile 2022. Non si tratta di una restituzione conseguente a una richiesta formale, bensì dell’esito di un’indagine interna che ha riconosciuto l’uscita non etica delle opere dal Paese durante la guerra civile cambogiana (1967-75).

I manufatti restituiti comprendono una testa in arenaria del X secolo raffigurante Harihara, divinità sincretica che unisce Shiva e Vishnu, riconducibile stilisticamente al tempio di Pre Rup; una scultura in arenaria alta circa 1,20 metri raffigurante la dea Uma, anch’essa del X secolo e collegata al complesso di Phnom Bakheng; e una statua in bronzo di Prajnaparamita, dea della saggezza trascendentale, databile intorno al 1200.

Le opere erano entrate nelle collezioni del museo per donazione: due nel 1987 da Arthur M. Sackler, cui è intitolato l’edificio est del Nmaa, e una nel 2015 da Gilbert e Ann Kinney. Nessuna delle tre era accompagnata da documentazione attestante la legittima esportazione dalla Cambogia. L’analisi condotta dal team di quattro ricercatori del museo specializzati in studi di provenienza ha quindi portato a qualificare l’operazione come una «restituzione etica», distinta dalle restituzioni legali di beni trafugati.

Secondo la direzione del museo, il caso riflette un cambiamento sostanziale nelle politiche di acquisizione e di accettazione delle donazioni, oggi orientate a una collaborazione attiva con studiosi, curatori e istituzioni governative, andando oltre i requisiti minimi fissati dalla Convenzione Unesco del 1970.

Mentre è in preparazione una cerimonia ufficiale di rimpatrio con il Ministero della Cultura e delle Belle Arti cambogiano, la statua di Prajnaparamita resta visibile nelle gallerie permanenti dedicate all’arte della conoscenza nell’Asia meridionale e sud-orientale, come testimonianza di una fase di transizione nella gestione etica delle collezioni museali.

Da sinistra: la statua raffigurante la dea Uma, X secolo, e la scultura in bronzo di Prajnaparamita, 1200 ca. Courtesy of National Museum of Asian Art, Smithsonian Institution. Photo: Robert Harrell

Alessia De Michelis, 24 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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