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Angelina Jolie, «Without blood». Cortesia Stefano C. Montesi/Antonello&Mon. © antonello&montesi

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Angelina Jolie, «Without blood». Cortesia Stefano C. Montesi/Antonello&Mon. © antonello&montesi

Il nuovo corso di Cinecittà

Piace anche agli stranieri, è più grande, ipertecnologica ed ecosostenibile, con venti teatri di posa a pieno regime e cinque in costruzione

Veronica Rodenigo

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È Nicola Maccanico, amministratore delegato e direttore generale di Cinecittà dal Lido di Venezia a presentare alla stampa il nuovo corso degli studi cinematografici in via Tuscolana. Un biennio, quest’ultimo, in cui è possibile ricominciare a parlare di numeri per attrattività e competitività sia a livello nazionale sia per le produzioni estere, sebbene in questo secondo semestre nella capitale stiano arrivando le ripercussioni degli scioperi di sceneggiatori e attori d’oltreoceano della Writers Guild of America e della Screen Actors Guild (Sag-Aftra).

Il bilancio di esercizio per il 2022 registra un utile netto di oltre 1,8 milioni di euro con un fatturato di 39 milioni di euro più che raddoppiato rispetto al 2021. Ottima inoltre l’occupazione per il 2023 di tutti i teatri di posa, (per film, spot, serie televisive) per un totale di oltre 50 produzioni dal settembre 2021 di cui il 70% di matrice internazionale. Un trend in crescita confermato anche dall’attenzione delle testate estere (New York Times, Guardian e Sunday Times) e dal fatto che quattro dei film in concorso ufficiale alla Mostra del Cinema sono stati girati a Cinecittà («Comandante» di Edoardo de Angelis, «Finalmente l’alba» di Saverio Costanzo, «Adagio» di Stefano Sollima, «Enea» di Pietro Castellitto) mentre tra i titoli di futura uscita si segnalano «Without blood» di Angelina Jolie e «The Decameron», di Michael Uppendahl, nuova serie targata Netflix, «Conclave» di Edward Berger, «M. Il figlio del secolo» di Joe Wright, «Ripley» di Steven Zaillian e «The old guard 2» di Victoria Mahoney.

Attualmente sono 20 i teatri di posa attivi (più quattro esterni nel sito dei Lumina Studios) e in virtù dei fondi appositamente destinati dal Pnrr (un investimento di 220 milioni di euro corrispondente all’80% di quanto stanziato) si procederà con la costruzione di cinque nuovi teatri (già iniziati i lavori per il cosiddetto T22 da 3.650 metri quadrati per attrezzerie, regia audio-video, camerini, sale trucco) e la ristrutturazione di quattro esistenti. Nel 2026 si raggiungerà così un aumento di oltre il 60% della capacità produttiva.

«Ma una Cinecittà più grande non deve diventare un bulimico generatore di ricavi», puntualizza Maccanico che rivendica due strategici fattori di sviluppo: il riutilizzo sostenibile di scenografie già create (con un’offerta quindi più competitiva in termini di costi) e l’attrattiva tecnologica. In questo senso il riferimento va a T18 Led Volume Stage, studio di ultima generazione con ledwall per riprese virtuali tra i più grandi d’Europa (412 metri quadri di superficie di parete cui se ne aggiungono altrettanti per la superficie di copertura, la Led Ceiling Screen Area) e che consente di ricreare ambientazioni di ogni tipo. Inaugurato nel 2022, questo spazio è già stato utilizzato da Roland Emmerich, Angelina Jolie, Joe Wrigt e Pietro Castellitto.
 

Angelina Jolie, «Without blood». Cortesia Stefano C. Montesi/Antonello&Mon. © antonello&montesi

Veronica Rodenigo, 15 settembre 2023 | © Riproduzione riservata

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