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«Ritratto ideale di Raffaello» di Giovan Battista Salvi detto Sassoferrato

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«Ritratto ideale di Raffaello» di Giovan Battista Salvi detto Sassoferrato

Il mercato dell’antico è un luna park

Seduzioni, lusinghe e azzardo: i segreti delle aste raccontati da Simone Facchinetti

Arabella Cifani

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Chi ha la malattia del collezionismo vive perennemente intento a ricercare le cose che desidera e ci spasima fino a vederle, anche quando non ci sono. Le aste e il mercato da secoli giocano in questa partita un ruolo fondamentale e presentano ai clienti di tutto il mondo opere che spesso corrispondono proprio ai segreti desideri di chi in quel momento bazzica il settore, alle mode, agli anniversari storici chiacchierati in televisione e sui giornali. Intorno al gorgo dei leonardeschi, dei caravaggeschi, dei raffaelleschi si sviluppano così attrazioni fatali, come ci spiega Simone Facchinetti in un libro edito da il Mulino.

Quadri discussi e contrastati, mal conservati, dalle storie fumose, magicamente prendono forma e si caricano di illustri attribuzioni. Si scatenano le gazzarre, le lotte fra critici, le discussioni. Tutto serve a lanciare il «prodotto».

Vi è anche la categoria dei «ciechi», che confondono un capolavoro seicentesco di Sassoferrato con un’opera preraffaellita ottocentesca. Simone Facchinetti (Bergamo, 1972:  insegna Storia dell’arte moderna all’Università del Salento. Collabora con Alias-D del «Manifesto» e con il nostro giornale) ci guida nei meandri segreti del mercato, proprio là dove sta il confine fra il luna park e il gioco d’azzardo.«Il libro è nato dopo una frequentazione assidua delle aste di Old Masters, racconta. Ho provato a indagare alcuni singoli casi, utili a spiegare il comportamento degli attori che calcano le scene del palcoscenico: le case d’aste, i mercanti e i collezionisti. Alla fine ne è uscita una sorta di vademecum che getta luce sui principali meccanismi del gioco».

Nel libro lei racconta molte storie, tutte singolari, ma quale fra l’ha divertita e interessata di più?

Di storie ce ne sono parecchie, alcune anche esilaranti. Quella dedicata agli «sleepers» mi pare particolarmente esemplificativa su come a volte funzionino le cose nel mondo dell’arte.

Che cosa sono gli «sleepers»?

«Sleepers» sono i quadri dormienti, che hanno fatto perdere le loro tracce e si sono inabissati nelle profondità del mercato. Chi li trova si sente come un principe azzurro che risveglia con un bacio la principessa. Fra di essi un Caravaggio nascosto sotto il nome di Battistello Caracciolo, scoperto da un antiquario italiano, venduto e di nuovo scomparso: dove sarà andato a riaddormentarsi? E poi un Lorenzo Lotto, identificato correttamente nel 2013, ma passato in asta una decina di anni prima come pittore lombardo. Allora era stato venduto al costo di un’utilitaria: oggi vale un patrimonio. Quanti di questi quadri dormienti se ne vanno in giro come dei sonnambuli?

Lei che cosa pensa del mercato dell’arte? Nel suo libro non è tenero...

Penso sia un luogo straordinariamente eccitante, pieno di luci accecanti, come il luna park. Anche se lo osservo con disincanto, non posso fare a meno di segnalare alcune storture, in particolare quelle messe in atto dalle case d’aste. Essendo costrette a una certa trasparenza sono perfette per fare delle osservazioni circostanziate. Il mercato è come uno specchio in cui si riflettono le ombre degli operatori e dei collezionisti. Molto spesso le opere d’arte offerte all’incanto equivalgono a dei bocconcini avvelenati, anche se al primo impatto possono sembrare molto gustosi.

Storie e segreti dal mercato dell’arte, di Simone Facchinetti, 229 pp., ill. col e b/n, Il Mulino, Bologna 2019, € 15,00

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Arabella Cifani, 31 luglio 2019 | © Riproduzione riservata

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