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Giuseppe M. Della Fina
Leggi i suoi articoli«L’archeologia mi piace tutta, dalla Preistoria sino all’età moderna e contemporanea. Anzi mi appassiona proprio», così confessa Andrea Augenti nell’introduzione del suo nuovo libro. In coerenza con l’ammissione, di cui ci ha resi partecipi, il volume rappresenta un racconto, ben scritto, degli sviluppi e delle conquiste dell’archeologia attraverso il ricordo di scoperte rilevanti.
Il libro si apre con l’analisi del modo di lavorare di un archeologo: lo scavo stratigrafico, che si è affermato a poco a poco, la ricognizione sul terreno e la classificazione dei reperti recuperati propedeutica alle conclusioni suscettibili sempre d’integrazioni e modifiche, come accade nella ricerca scientifica. Le scoperte presentate sono diverse tra loro per ambito geografico e cronologico. Lo sguardo viene gettato, infatti, sull’Europa, sull’Egitto, sul Vicino Oriente, sull’Asia e sulle Americhe.
L’arco cronologico è altrettanto ampio: dalla Preistoria sino ai giorni nostri, dato che è possibile fare archeologia di tutte le epoche. Un esempio per giustificare quest’ultima affermazione: l’autore racconta l’esperienza di Jason De León (Università del Michigan) che studia i movimenti dei migranti tra il Messico e gli Stati Uniti con i metodi dell’archeologia.
Non manca il Medioevo europeo e uno degli esempi analizzati è il ritrovamento dei tumuli di Sutton Hoo nella regione del Suffolk (Inghilterra), raccontato nel recentissimo film «La nave sepolta» (titolo originario «The Dig»), diretto da Simon Stone. Non mancano ovviamente i ritrovamenti più celebrati: Pompei, Troia, Ebla solo per indicarne alcuni. Il lungo racconto dell’archeologia alla scoperta degli uomini e delle donne dell’altrieri, di ieri e di oggi.
Scavare nel passato. La grande avventura dell’archeologia
di Andrea Augenti, 398 pp., 100 ill. b/n, Carocci Editore, Roma 2020, € 26

Il Palazzo Meridionale di Ebla in una veduta degli scavi

Uno dei tumuli di Sutton Hoo in Inghilterra
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