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Luana De Micco
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Lo scorso mese di giugno, Pierre Bergé aveva riunito la stampa internazionale per annunciare l’apertura dei due musei dedicati allo stilista Yves Saint Laurent, di Parigi e di Marrakech. L’8 settembre, ad appena qualche settimana dalla loro apertura, il 3 ottobre a Parigi e il 19 a Marrakech, Bergé è morto nella sua casa di Saint-Rémy-de-Provence, nel Sud della Francia.
Aveva 86 anni ed era da tempo malato di miopatia. «Favoloso mecenate, filantropo, insaziabile esteta, geniale imprenditore, uomo di cultura appassionato, Pierre Bergé era questo e altro ancora», lo ha ricordato Jack Lang, l’ex ministro francese della Cultura che è stato una delle prime personalità a reagire all’annuncio della scomparsa. Bergé, compagno di vita dello stilista scomparso nel 2008, nel 1961 fondò con lui la famosa maison di moda di avenue Marceau, che diresse per quarant’anni. Nel 2001 gli era stato attribuito il titolo di Grand Mécène des arts et de la culture.
Tra gli altri progetti che ha sostenuto, il restauro delle sale della National Gallery di Londra e di quelle del Centre Pompidou di Parigi. Di lunga data anche la sua collaborazione con il Louvre. Appassionato d’arte, ha riunito nel corso di decenni una collezione immensa di dipinti, sculture, oggetti d’arte decorativa e libri antichi. Da alcuni anni si stava separando della sua collezione unica di 1.600 volumi, manoscritti e spartiti musicali dal XV al XX secolo. Ma Bergé, che non ha mai nascosto il suo orientamento, è stato anche un difensore della causa omosessuale e ha sostenuto la Act-Up Paris, l’associazione per la ricerca sull’Aids.
Nel campo dell’editoria, altra grande passione, ha fondato le riviste «Courrier International» e «Globe» e dal 2010 era azionista del quotidiano «Le Monde». Nel marzo 2017 si era sposato con il paesaggista americano Madison Cox, di 58 anni, vice presidente della Fondation Bergé-Yves Saint Laurent.
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