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Uno dei progetti edilizi postbellici finanziati dal governo olandese nella remota provincia di Uruzgan in Afghanistan e analizzati da Jan Willem Petersen per verificarne l’idoneità. © Jan Willem Petersen, Specialist Operations.

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Uno dei progetti edilizi postbellici finanziati dal governo olandese nella remota provincia di Uruzgan in Afghanistan e analizzati da Jan Willem Petersen per verificarne l’idoneità. © Jan Willem Petersen, Specialist Operations.

Il design come attitudine. Omaggio a László Moholy-Nagy

Omaggio all’artista multidisciplinare László Moholy-Nagy, pioniere di un design volto alle esigenze dell’individuo e della società, il libro di Alice Rawsthorn illustra come i designer “attitudinali” mettano il loro ingegno al servizio della collettività, per affrontare emergenze globali.

Michelangelo Tonelli

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Omaggio all’artista multidisciplinare László Moholy-Nagy, pioniere di un design volto alle esigenze dell’individuo e della società, il libro di Alice Rawsthorn illustra come i designer “attitudinali” mettano il loro ingegno al servizio della collettività, per affrontare emergenze globali. Con un occhio rivolto agli esempi virtuosi del passato, come Willem Sandberg, William Morris e Buckminster Fuller, o collettivi come Atelier Populaire e Gran Fury, che hanno coltivato un’idea di design estranea alle logiche industriali e consumistiche, Rawsthorn racconta delle nuove generazioni di designer attitudinali. Tra queste: Ocean Cleanup, che ha avviato un’imponente campagna di crowdfunding contro l’inquinamento da plastica negli oceani; Formafantasma, studio italiano impegnato nella sostenibilità ambientale; Arthur Zang, software designer il cui monitor cardiaco portatile punta a migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria in Camerun; Fabrizio Urettini, art director e attivista, che con Talking Hands ha promosso corsi di falegnameria, ricamo e design in un laboratorio periferico di Treviso destinato ai richiedenti asilo. L’analisi include iniziative di grandi aziende che, seppure motivate da interessi commerciali, promuovono pratiche di sperimentazione manuale e lavori pro bono. Rawsthorn evidenzia come la disciplina stia diventando sempre più diversificata e inclusiva, non solo in termini di genere, geografia ed etnia, ma anche attraverso un’apertura crescente alle collaborazioni con esperti di settori diversi come la medicina, la sociologia, l’arte e l’artigianato, da cui la separano confini sempre più porosi. Ancora oggi si ha la tendenza a percepire il design come una questione di “estetica”. Tuttavia, per realizzare il “design per la vita”, quell’attitudine “all’intraprendenza e alla creatività” auspicata da Moholy-Nagy, occorre superare questo stereotipo e liberare la progettazione dai vincoli del ruolo professionale che ha ricoperto sin dai tempi della Rivoluzione industriale.

Alice Rawsthorn è un’acclamata critica di design, autrice di saggi come Hello World. Where Design Meets Life (2013) e di una rubrica settimanale per il New York Times che è stata distribuita in tutto il mondo per oltre un decennio. Insieme a Paola Antonelli ha fondato Design Emergency, una piattaforma di ricerca e podcast che studia il ruolo del design nella costruzione di un futuro migliore, esperienza da cui è nato un libro nel 2022. Esperta di livello internazionale, ha partecipato a numerosi eventi mondiali ed è stata insignita dell’Ordine dell’Impero Britannico (OBE) per i servizi al design e alle arti.

Michelangelo Tonelli, 31 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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