Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliTre mostre illustrano passato, presente e futuro di una delle gallerie d’arte contemporanea più longeve d’Italia, la Torbandena, fondata a Trieste nel 1964. «Controcanti. Astrazioni a dialogo» è la seconda parte di un progetto, dal titolo unico, avviato nell’aprile-luglio 2016 con un primo appuntamento che si è svolto al Museo Revoltella, per la cura di Alessandro Rosada, titolare della Torbandena. Il secondo appuntamento ha invece luogo, dal 24 marzo al 6 maggio, al primo piano della storica galleria di via Torbandena, perpetuando lo spirito di confronto tra capolavori dell’astrazione novecentesca internazionale, ovvero di quel bagaglio di nomi e di esperienze che è stato la materia prima della galleria, dal momento in cui, nel 1977, venne prelevata dal padre dell’attuale gallerista, Andy Rosada. Dalla propria collezione e da altre private sono state selezionate opere, tra gli altri, di Burri, Fontana, Afro, Twombly, Hofmann e Gorky, con cui intessere un telaio di relazioni capace di restituire un clima di dialogo tra segni, un coro di «controcanti», come suggerito dal titolo.
Il secondo piano della galleria ospita, sempre dal 24 marzo al 6 maggio, la prima personale in Italia di Jus Juchtmans. Belga di Anversa, nato nel 1952, Juchtmans presenta una decina di tele all’insegna di una monocromia affermata e insieme negata. L’artista usa infatti stratificare colori e resine con lenti procedimenti di assorbimento di pigmenti sulla tela, per ottenere sfumature e velature che alludono alle profondità mentali della pittura. L’esito che scaturisce da questa concezione meditativa del dipingere è contrassegnato da una dominante tonale, che non diviene mai monocromia assoluta, perché in essa vibrano molteplici strati sottili di colori. Tema che sta molto a cuore al pittore belga è inoltre il tempo: un quadro per lui non deve essere mai uguale, ma trasformarsi a seconda dell’ora e della luce.
La terza mostra, «Looking forward», ha luogo negli ambienti di Torbandena Projects, la sede distaccata della galleria madre, dedicata all’attualità più stringente. Per la cura di Rocco Ferluga vengono presentati, dal 24 marzo al 31 maggio, i lavori di otto esponenti dell’ultima generazione di arte contemporanea internazionale. La loro età oscilla dai 27 anni della spagnola Adriana Oliver, che presenta una reinterpretazione personale della Pop art degli anni Sessanta, riletta in chiave minimalista, ai 36 della scozzese Caroline Walker, autrice di dipinti di grandi dimensioni incentrati sul tema del giardino con piscina inondato di luce chiara, luoghi del lusso animati da presenze umane i cui gesti bloccati alludono a un tempo sospeso. Gli altri artisti sono l’americana Olivia Steele (1985), che combina installazioni neon e fotografia per rappresentazioni ironiche di soggetti esistenziali, l’azero Faig Ahmed (1982), che realizza con complesse macchine grandi tappeti murali in cui motivi ornamentali tradizionali si sciolgono in grandi colature policrome, e l’iraniano Adam de Neige (1987), autore di essenziali sculture di tenore surreale che toccano i temi dell’impegno sociale, ma anche della storia dell’arte. Finlandese è Toni R. Toivonen (1984), che sceglie per i suoi dipinti soggetti umani o animali, realizzando grandi ritratti con pennellate gestuali e gocciolature o rappresentando quadrupedi morti, mediante dense grumosità di ascendenza neoespressionista. Finlandese e neoespressionista è anche Tuukka Tammisaari (1984), autore di paesaggi e scene di vita intrisi di una naïveté che ammiccano a Gauguin e a Klee. Soggetto primario dell’attività pittorica del trentenne portoghese Ricardo Passaporte (1987) è invece l’irrisione di grandi marchi commerciali.
Altri articoli dell'autore
In mostra alle Terme di Caracalla i resti monumentali della città antica disegnati da Francesco Corni
Nella Biblioteca Corsiniana a Roma rari documenti e opere collezionate da uno dei maggiori orientalisti al mondo, poi diventato boscaiolo
Alla Fondazione Memmo è allestita la terza personale italiana dell’artista inglese con la collaborazione di artigiani e designer, come Alice Rivalta, Pietroarco Franchetti, Ezra-Lloyd Jackson
Nella Keats-Shelley House progetti architettonici, incisioni e opere d’arte contemporanea illustrano la storia del capolavoro urbanistico in Piazza di Spagna a Roma