Image

«Castek» (1984), di Franco Fontana. © Franco Fontana

Image

«Castek» (1984), di Franco Fontana. © Franco Fontana

I novant’anni di Franco Fontana

La Fondazione Modena Arti visive e il Museo di Santa Giulia di Brescia celebrano il fotografo

Stefano Luppi

Leggi i suoi articoli

Le radici: «Modena io non l’ho mai lasciata, anche se sono stato in tutto il mondo: ciò che conta è quello che porti dentro»; gli inizi: «Ho svolto molte professioni finché ho aperto un negozio di arredi di design che andava molto bene, ma a quarant’anni ho ceduto tutto per dedicarmi alla fotografia»; l’idea di fotografia: «Non deve documentare la realtà, ma interpretarla e la mia non è mai stata illustrazione: non ho (quasi) mai fotografato in bianco e nero perché è già un’invenzione, la realtà non è mai accettata per quello che è e va reinventata. Il mio colore non è un’aggiunta cromatica al bianco e nero, ma diventa un modo diverso di vedere. Quando iniziai eravamo in pochissimi a lavorare con il colore, la mia identità». Parole e pensieri che a Modena, ad Ago-Fabbriche culturali, lo scorso 9 dicembre ha pronunciato Franco Fontana in occasione di un incontro-festeggiamento organizzato per i novant’anni del fotografo, presente nelle collezioni di 50 musei del mondo.

Nell’occasione Fmav-Fondazione Modena Arti Visive ha anche annunciato, oltre a una giornata di studi, all’ex Estense di Modena la mostra «Franco Fontana. Modena dentro» (dal 27 marzo al 16 giugno all’ex Ospedale Estense) in cui sono esposti 15 suoi lavori, 5 dei quali legati alla committenza modenese e alla città natale, posti a confronto con opere di Mimmo Rotella, Christo, Giuseppe Uncini, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Mauro Reggiani, Piero Gilardi.

Anche Brescia si prepara a celebrare il grande maestro con un’ampia personale al Museo di Santa Giulia dal 7 marzo al 28 luglio: in «Franco Fontana. Colore» sono ordinate 125 immagini di medie e grandi dimensioni dagli anni ’70 agli ultimi anni suddivise in quattro sezioni dedicate ai paesaggi urbani, ad asfalti e strade, alle persone e ai paesaggi naturali attraverso cui si racconta la sua produzione fatta di colori brillanti, quasi irreali, che determinano composizioni scandite da linee e piani sovrapposti, costruiti attraverso la luce. Nelle immagini esposte è evidente come spesso le proporzioni siano ingannevoli e la figura umana si palesi attraverso lunghe ombre: tutto obbedisce al colore, o meglio alla forma che lo determina attraverso una geometria che si fa sintesi.

La mostra bresciana è prodotta da Bridgeconsulting Pro-Gabriele Accornero, Fondazione Brescia Musei, Skira e lo Studio Fontana ed è la prima edizione europea dell’appuntamento tenuto nel ’22 in Corea del Sud al My Art Museum di Seul.

«Castek» (1984), di Franco Fontana. © Franco Fontana

Stefano Luppi, 05 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

La quarta edizione della Biennale Disegno propone un migliaio di fogli in una dozzina di mostre sparse per la città

Giulio Ferrari ha curato l’aggiornamento della guida che contiene numerose curiosità storiche e informazioni pratiche per percorrerla

La neodirettrice delle Gallerie Estensi parla del suo progetto di rinnovamento dei musei e reagisce a chi le rimprovera la mancanza di esperienza museale

Attraverso 181 bozzetti su carta il MAMbo omaggia la ricerca di Francesca Alinovi con una mostra sui writer italiani degli ultimi quattro decenni 

I novant’anni di Franco Fontana | Stefano Luppi

I novant’anni di Franco Fontana | Stefano Luppi